Omelia per la Polizia di Stato per la festa del patrono s. Michele Arcangelo

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Defende nos in proelio

 

Omelia per la Polizia di Stato

per la festa del patrono s. Michele Arcangelo

Arpino, chiesa di s. Michele, 29 settembre 2015

 

 Vi ringrazio della bella opportunità di condividere la celebrazione eucaristica nella ricorrenza della festa degli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Con sincera stima e apprezzamento saluto il Questore di Frosinone, dott. Santarelli. In modo speciale, il vostro ricordo, la vostra preghiera e l’affetto spirituale è rivolto all’arcangelo s. Michele, proclamato Santo patrono della Polizia di Stato da Papa Pio XII il 29 settembre 1949.

Questa delibera avvenne a seguito della richiesta, in data 24 gennaio 1949, dell’Ordinario Militare Mons. Carlo Alberto Ferrero al Card. Clemente Micara, Prefetto della Congregazione dei Riti, con la seguente motivazione: “la tutela del Principe delle celesti milizie ben si addice al particolare e delicato ufficio cui sono quotidianamente chiamati gli Ufficiali e le Guardie di Pubblica Sicurezza, che hanno dato prova di aver compreso l’analogia tra i compiti loro e quelli celestiali dell’angelico condottiero”. Pio XII accolse la richiesta dell’Ordinario Militare e proclamò San Michele Patrono del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, con le seguenti motivazioni: “Accogliendo i desideri sopra ricordati, perché meglio si provveda, contro i detrattori delle leggi civili, al bene spirituale dei tutori dell’Ordine Pubblico e della Sicurezza, sia Dirigenti sia Agenti, con una protezione, … in forma perpetua proclamiamo San Michele Arcangelo Patrono particolare presso Dio dell’Amministrazione dell’Ordine e della Pubblica Sicurezza dell’Italia, e lo stabiliamo con tutti i privilegi liturgici e gli onori aggiunti, che competono solitamente ai Celesti specifici Patroni delle Istituzioni”.

            L’invocazione dell’arcangelo s. Michele

 

Nella devozione popolare diffusa, e specialmente in diverse preghiere rivolte a s. Michele, il credente lo invoca con questa espressione, o con altre simili: “Defende nos in proelio et colluctatione, quae nobis adversus principes et potestates, adversus mundi rectores tenebrarum harum, contra spiritualia nequitiae” (difendeteci in questa ardente battaglia contro tutte le potenze delle tenebre e la loro spirituale malizia). La preghiera interpreta in forma di orazione quanto viene annunciato dalla parola di Dio che abbiamo proclamato con la prima lettura della liturgia odierna.

Infatti, la genuina sensibilità dei credenti ha sempre percepito l’esistenza del Male, il bisogno e la possibilità di difendersi dalle sue azioni, e quindi l’invocazione d’aiuto rivolta a chi in tutto questo era in grado di intervenire: Dio con i suoi angeli. Il ruolo di combattente, difensore, custode, oltre che da una serie di citazioni bibliche specifiche (Daniele 10,13-20; 12,1; Giuda 9; Apocalisse 12,7-9), riecheggia anche nel nome dell’arcangelo Michele: “Mi ka’el” (chi è come Dio?). La sua battaglia contro Satana e gli angeli ribelli richiama la lotta tra Dio e il maligno. Infatti l’iconografia privilegia questa modalità rappresentativa, rispetto ad altre funzioni devozionali che pure gli sono attribuite (nunzio del giudizio finale, guaritore, pescatore d’anime, pesatore di anime, ecc.).

            Il Drago del libro dell’Apocalisse

 

Il libro dell’Apocalisse presenta una forza potente di durissima opposizione alla Donna che sta per partorire il bambino. Nella interpretazione certa del testo biblico si sa che tale Donna raffigura la Chiesa investita della missione materna di donare al mondo il mistero di Cristo Salvatore. In questo stesso mondo agisce colui che nel medesimo testo viene chiamato Drago. Elemento mitologico antico, compendia i nemici mitici dell’umanità: in particolare il serpente del libro della Genesi, simbolo di astuzia velenosa; il diavolo, colui che divide e calunnia gli amici di Dio; il Satana, accusatore degli uomini davanti al tribunale divino. Il Drago dunque, con tutte queste caratteristiche insieme, si presenta come il persecutore della Chiesa formata dai credenti in Gesù: il Drago ha sette teste e una coda, non una testa e due piedi. Non è vestito, ma il colore rosso del suo pelo tradisce il suo carattere distruttivo. Le sue dieci corna e i suoi dieci diademi esprimono un potere totale. Il suo unico obiettivo è quello di sedurre il mondo con le sue illusioni, per allontanarlo da Dio. In tutte le sue imprese deve fare i conti con la potenza di Dio e dei suoi difensori, in primis l’arcangelo Michele con i suoi angeli.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al paragrafo 328, afferma che “l’esistenza di esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente Angeli, è una realtà di fede. La testimonianza delle Scritture è tanto chiara quanto l’unanimità della Tradizione”.

Altri esseri spirituali incorporei sono presentati dalla Scrittura come “nemici” di Dio e falsi amici dell’uomo. Infatti, la potenza del Male usa la strategia dell’inganno per mettere odio tra l’uomo e Dio, tra l’uomo e la sua coscienza, tra l’uomo e il suo fratello.

            La difesa nella lotta interiore

 

La prima e decisiva lotta contro la forza del Male la dobbiamo sostenere all’interno di noi stessi. Il ‘Drago? Ce lo portiamo dentro. La vita morale, la nostra coscienza umana e cristiana, diventa molto spesso un campo di battaglia dove il Maligno ci assedia con il lancio delle bombe molotov incendiarie della lussuria, della cupidigia, della sensualità, della concupiscenza, dell’invidia, dell’odio, del litigio, del sospetto, e di ogni genere di pensieri e sentimenti distruttivi. Questa guerriglia spirituale ‘urbana’ si trasferisce spesso sul campo ‘extraurbano’dei rapporti di coppia, dei rapporti familiari, dei rapporti lavorativi, e persino negli stessi rapporti di amicizia. Quante sono le vittime di amici insospettabili che improvvisamente si rivelano come espressione del Drago divoratore di ogni affetto e rispetto, accecati dall’insensatezza della gelosia, della rivalità, dell’orgoglio? Dentro di noi si scatena una lotta impari tra il bene che desideriamo compiere e il male che invece prende il sopravvento perchè mascherato da angelo di luce che inganna la libertà umana. L’invocazione dell’arcangelo Michele ci induca a riconoscere e a compiere sempre il bene per noi e per gli altri, a costo di qualunque sacrificio, perché il bene verrà sempre ripagato da Dio con il bene.

 

La difesa nella tentazione idolatrica

 

Un altro campo di battaglia molto attivo è quello dell’idolatria diffusa. Ricordavo all’inizio il significato del nome dell’arcangelo protettore: Michele, “Chi è come Dio?”. La risposta ovvia, ma che ovvia oggi non è più, dovrebbe essere. “Nessuno”. Invece molto spesso si sostituisce Dio, tradendo il primo e il più decisivo dei dieci comandamenti, con gli idoli proposti dal pantheon del nuovo paganesimo: l’idolo del corpo sano e perfetto, del figlio a tutti i costi e con qualunque mezzo, del denaro facile ad ogni costo, del potere ricercato non di rado come copertura del malaffare, della corruzione come sistema, del gioco d’azzardo, etc. Gli idoli sono complici e fiancheggiatori insospettabili del Drago, il quale non agisce mai da solo né in modo apparente e diretto, ma in maniera subdola e maliziosa, solo in apparenza innocua e indolore.

 

La difesa per la giustizia,

Per questo motivo s. Michele è invocato come patrono della giustizia: rende giustizia alla verità del mistero dell’unico vero Dio, che si è rivelato in Gesù Cristo. L’arcangelo diventa anche sostegno, esempio e protettore di coloro che, come voi, è impegnato a custodire, difendere e promuovere la giustizia, le regole della comune convivenza civile, la sicurezza sociale.

I1 Drago del Male esercita anche una sua azione sociale di disgregazione, fomentando la logica della violenza, della conflittualità, della contrapposizione, del disprezzo dell’altro, dell’arroganza come forma di supremazia e di affermazione di Sé, dell’aggressione verbale e fisica, fino all’eliminazione dell’altro. S. Michele custodisca la vostra onesta operosità e il vostro infaticabile impegno per la difesa di ogni cittadino.

+ Gerardo Antonazzo

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