Omelia per la Messa esequiale di Maria Grazia Messore

Stemma di Mons. Gerardo Antonazzo

UNA GRAZIA PER TUTTI

Omelia per la Messa esequiale di Maria Grazia Messore

S. Ambrogio sul Garigliano, 12 novembre 2021

Celebriamo la nostra fede nel Signore risorto, per vivere nella speranza il distacco dalla nostra amata Maria Grazia. Lei, unita alla comunità cristiana per il dono della fede nel suo pellegrinaggio terreno, ora è unita alla nostra preghiera liturgica, nella quale il cielo e la terra si abbracciano in un unico inno di lode e di adorazione del Signore, il Dio dei viventi. Porgo ai familiari e all’intera assemblea il saluto e la partecipazione spirituale del carissimo don Lorenzo, vostro parroco, assente per motivi di convalescenza.

Nel racconto evangelico di Lc 7,11-17 Gesù incrocia i passi di un corteo funebre: una madre accompagna nel pianto il figlio giovane, morto prematuramente. Irrompe l’invito di Gesù alla donna: “Non piangere!”. Gesù non vuole impedire le lacrime di questa mamma, né soffocare il suo grido di dolore. Papa Francesco dichiara: “La fede … è grido; la non-fede è soffocare quel grido. Soffocare quel grido è una specie di “omertà”. La fede è protesta contro una condizione penosa di cui non capiamo il motivo; la non-fede è limitarsi a subire una situazione a cui ci siamo adattati” (Udienza generale, 6 maggio 2020). Dopo aver invitato la mamma a non piangere, Gesù pronuncia parole sorprendenti e incredibili, e compie un gesto inaspettato: riporta a vita quel giovane defunto e lo restituisce alla madre. Possiamo immaginare le lacrime di questa donna, non più di dolore ma di commozione.

Il Signore oggi ascolta anche il nostro grido di dolore, accoglie il nostro amaro pianto, lo strazio dei tanti “perché” irrisolti. Ascolta e accoglie tutto questo, ma chiede anche la nostra fede in Lui. E anche per noi compie il dono della “riconsegna” della vita: non ci restituisce la vita fisica di Maria Grazia, ma senza alcun dubbio ci riconsegna tutta la sua vita vissuta. Ci restituisce il patrimonio dei suoi valori, dei principi ispiratori del suo agire, delle molte virtù nel suo vivere quotidiano, dei suoi delicati e affettuosi rapporti, dei percorsi e dei processi di maturazione che hanno qualificato nel tempo le sue abilità e competenze. Possiamo fare sintesi dei suoi quarant’anni di pellegrinaggio terreno come di una giovane donna alla continua ricerca della bellezza della vita curata con meticoloso impegno e sotto ogni profilo umano, culturale, religioso, professionale. In questo suo prendersi cura della bellezza della vita ha saputo insegnare e trasmettere la via della bellezza sia come esperienza privilegiata di Dio e del suo grande amore, sia come percorso di umanesimo integro e integrale, a tutto tondo.

Maria Grazia l’abbiamo conosciuta come una ragazza dolce, che nel tempo ha dato prova di essere esempio di virtù e di coraggio. Seguendo sin da piccola gli insegnamenti e la formazione familiare ha vissuto un legame profondo con la comunità cristiana: in particolare, la partecipazione alla Messa e la Comunione sono stati sempre i suoi pilastri spirituali e riferimenti costanti. Non vi è stata funzione religiosa che non l’abbia vista presente anche nei momenti più difficili. E immancabilmente ogni anno, l’ultima domenica di ottobre insieme con la Corale si recava a Canneto per rinnovare il ringraziamento alla Madonna.

Dopo la scomparsa del padre Annibale nel 2012, ha sentito la necessità di non disperdere lo straordinario patrimonio, soprattutto liturgico, della Corale Polifonica assumendone la Direzione fino all’ultimo respiro. Con l’insorgere della malattia si è attivamente impegnata nelle campagne di prevenzione delle malattie oncologiche, mettendo in campo diverse iniziative quali la Carovana rosa o da ultimo la Maratona rosa a Cassino per diffondere il messaggio della ricerca e della prevenzione. Donna di coraggio creativo e di immaginazione operosa. Pur consapevole della gravità della sua malattia, mai si è arresa al disfattismo dello scoraggiamento o alla rassegnazione come di una lotta inutile. Docente di lingue e letteratura straniera al liceo scientifico ‘Gioacchino Pellecchia’ di Cassino, Maria Grazia è stata sempre solare, generosa, altruista: la sua vita sembrava un “concerto polifonico” di travolgente genuinità.

Perché il Signore l’abbia presa con sé per noi resta un enigma, che ce l’abbia donata è stata una grazia per tutti. Lei che con passione e capacità artistica ha fatto del canto e della musica l’anima delle sue forti ragioni di vita, sia accolta dal coro degli angeli nella numerosa schiera di quanti in Cielo compongono l’inno di lode e di gloria all’eterna bellezza divina. E continui a risuonare nell’animo di ognuno l’eco di questa melodia celeste che raccorda e accompagna il nostro cammino di viandanti con la speranza di partecipare tutti insieme alla liturgia della Gerusalemme del cielo.

+ Gerardo Antonazzo

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