Omelia per la liturgia eucaristica per gli insegnanti di religione cattolica della diocesi

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IL VERBO “HA RAGIONE” 

Omelia per la liturgia eucaristica

per gli insegnanti di religione cattolica della diocesi

Cassino, parrocchia di s. Pietro, 4 gennaio 2015

 

E’ con sincera commozione d’animo che celebro l’Eucarestia con tutti voi Insegnanti di religione cattolica della nuova diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. Anche la vostra è una grande e bella famiglia, espresione di una chiesa particolare intelligente nel pensiero e generosamente partecipe nella corresponsabilità della vita ecclesiale. Il Vescovo non è il vostro datore di lavoro, e  voi non siete i dipendenti della diocesi. Nella straordinaria chiamata alla fede cristiana, voi riconoscete la grazia di un’ulteriore vocazione che vi provoca al servizio dell’educazione, attraverso l’istruzione religiosa cristiana. Non siete impegnati  in un insegnamento generico e neutrale delle diverse religioni che illuminano la ricerca umana di Dio. Siete tenuti a far emergere il meglio possibile dalle molteplici esperienze religiose dell’umanità per educare a riconoscere e ad apprezzare l’originalità della fede ebraico-cristiana, e favorire il dovuto rispetto e custodia della cultura cattolica del nostro Paese. Anche dal punto di vista legislativo scolastico siete qualificati come “insegnanti di religione cattolica”.

Saluto molto cordialmente anche don Mario Zeverini e don Nello Crescenzi, direttori dei due precedenti Uffici Scuola diocesani. Sono profondamente grato a entrambi, unito a loro dalla stima per l’alto profilo con cui hanno seguito, custodito, avvalorato il vostro servizio formativo nella scuola statale a favore di migliaia di studenti e dei loro genitori, in una relazione cordiale ed esemplare con i vostri colleghi di altre discipline.

L’integrazione del nostro territorio voluta da papa Francesco, necessita ora anche di un riordino degli Uffici diocesani. Per favorire ulteriormente il coordinamento del vostro lavoro,  lo sviluppo della vostra formazione spirituale e professionale, e la cura del rapporto istituzionale con i Dirigenti scolastici, ho deciso di separare la competenza dell’Ufficio Scuola da quella dell’Ufficio Catechistico, e di affidare la direzione del primo a don Nello Crescenzi. Già da tempo venivo sollecitato da don Mario Zeverini di provvedere ad un ricambio nella guida del medesimo ufficio. A don Mario, che ha guidato la strutturazione iniziale e la graduale articolazione dell’Ufficio scuola dell’ex diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo, rimanendo saggiamente alla sua guida per diversi decenni, l’intera diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo esprime la comune e convinta gratitudine per le fatiche affrontate e per i lusinghieri traguardi raggiunti.

Caro don Mario, ti prego di rimanere ancora vicino al nuovo Direttore don Nello  fino al 31 agosto 2015 quale aiuto saggio, prudente, e qualificato. Don Nello si potrà così avvalere delle tue consolidate competenze. Tutti conosciamo la complessità dei rapporti all’interno di ogni Istituto, e il lavoro impegnativo nell’applicazione dell’ordinamento giuridico scolastico: il tutoraggio che don Mario offrirà, permetterà all’Ufficio Scuola di continuare serenamente il delicato compito di promuovere un’adeguata opera educativa per le migliaia di studenti che chiedono di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica.

Carissimi insegnanti, questo è il nostro primo incontro, è il primo abbraccio paterno che desidero offrire a tutti voi, testimoni ed  evangelizzatori della fede in Gesù Cristo, che ha definitivamente cambiato la storia dell’umanità. La liturgia della II domenica dopo Natale ci offre ancora la proclamazione del prologo del quarto vangelo. Perché? Forse per la difficoltà di reperire, nel tempo di Natale, testi diversi e alternativi? Evidentemente no. La risposta riguarda la pedagogia della

Chiesa, che come madre ci educa a ritornare ancora sul Natale, e ripensare sempre più sapientemente l’insondabile mistero dell’Incarnazione. Davanti a tale grandezza di rivelazione divina, non si può essere frettolosi, sbrigativi, e voltare pagina con sfacciata disinvoltura. E’ necessario ripensare, meditare, riflettere, restare ammutoliti, avvolti da un silenzio interiore che finalmente risponda alla nostra ricerca di pace. Anche Maria, la Madre del bambino-Dio, è avvolta da questa intensa luce che la riguarda e l’avvolge, e non ha fretta di lasciare la Grotta, mentre “da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). Il silenzio sposa lo sguardo, e in questo connubio il cuore si diletta della contemplazione amorosa del Bambino.

La liturgia oggi ritorna in modo gioioso sul solenne annuncio giovanneo: “In principio era il Verbo…”. E’ di Lui che oggi desidero parlarvi, fortemente incantato dal testo del Vangelo che proclama l’audacia di Dio, deciso a cambiare natura. Sì, non più soltanto Dio, il Dio trascendente e invisibile, mistero “nascosto da secoli”, ma anche uomo allo stesso tempo, un Dio fatto carne, un Dio fatto di carne. Non è più il Deus absconditus, sconosciuto. Non è più il Dio irraggiungibile, anche se desiderato e cercato dal cuore umano. Si è fatto bambino per noi e ha dileguato con ciò ogni ambiguità e confusione. “Si è fatto nostro prossimo, ristabilendo in tal modo anche l’immagine dell’uomo che, spesso, ci appare così poco amabile. Dio, per noi, si è fatto dono. Ha donato sé stesso. Si prende tempo per noi. Egli, l’Eterno che è al di sopra del tempo, ha assunto il tempo, ha tratto in alto il nostro tempo presso di sé” (Benedetto XVI). Senza nulla abbandonare della sua divinità, acquisisce la nostra umanità unendola indissolubilmente e definitivamente alla sua condizione divina. Non più soltanto Dio, ma anche uomo, uno di noi, come noi in tutto, tranne l’esperienza drammatica del peccato.

Solitamente il termine “Verbum-Logos” è tradotto con “Parola”. Lo studio dei padri della Chiesa ci aiuta a cogliere e ad esplicitare ulteriori significati, ancor più illuminanti riguardo al mistero del Logos, il Verbo di Dio. Il termine infatti si traduce bene anche con senso, significato, ragione, logica. Ora se il Verbo era “in principio”, ciò comporta che il logos è non solo l’inizio della creazione, in quanto Dio crea per mezzo della Parola, ma anche “fondamento” che regge e ordina l’Universo intero.  In quanto “ragione” il Logos ne costituisce il senso, il vero significato. Il Verbum è la logica del mondo, la sua armonia, la sua bellezza.  Se svuotiamo l’esistente del suo Logos, quindi di Cristo fatto carne, tutta la realtà ritornerebbe nella confusione del caos primordiale, massa caotica e informe (Gen 1,2). Cristo è il senso vero dell’uomo, della sua storia, del suo destino. In Cristo prende senso e giusta direzione il progresso umano, orientato al suo ultimo compimento.

Carissimi insegnanti, dico tutto questo per affermare che il vostro compito educativo non è finalizzato alla sola istruzione, ma alla formazione della coscienza di ogni studente, e della sua responsabilità di fronte alla propria vita, al mondo, alla storia. L’insegnamento della religione cattolica deve aprire orizzonti di luce e di verità, prosciugare le nebbie della confusione e degli inganni. Molti dei vostri studenti vivono un’esistenza confusa, smarrita, e a volte troppo degradata, triste, svuotata di dignità e responsabilità. La loro allegria e spensieratezza spesso nasconde la solitudine interiore. Nel vostro insegnamento dovete svolgere una formidabile opera di “accompagnamento” della vita dei ragazzi verso la scoperta di una ragione, di un senso della loro vita, della sua armonia e bellezza, cioè del Logos, di Cristo. Cosa significa la ricerca di senso? Quale risposta merita una siffatta domanda? Tutto questo si rivela e si compie in Gesù Cristo come verità, quindi ragione che impregna la vita e da cui si sprigiona la gioia di vivere.

Auguro a tutti buon lavoro, nella fiducia di trovare in voi degli alleati nel compito di evangelizzare le nuove generazioni, speranza del nostro presente e promessa buona del loro futuro.

 + Gerardo Antonazzo

 

 

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