Omelia per Festa dell’Immacolata

Stemma Finis Terrae Mons. Gerardo Antonazzo

Tu sei bellezza

 

Omelia per la solennità dell’Immacolata

8 dicembre 2016

 

 

Tu sei bellezza

Nella solennità dell’Immacolata l’angelo Gabriele parla di “grazia” con Maria, la fede del popolo di Dio canta la “bellezza” di Maria: “Tota pulcra”. In realtà, nella immacolata concezione della “figlia di Sion” si rivela una triplice bellezza: quella di Dio, quella di Maria, e quella della Chiesa.

La bellezza di Maria è impronta della bellezza con la quale Dio che opera in tutte le sue creature, ma in modo privilegiato e speciale in lei. La bellezza è l’epifania di Dio, manifestazione del mistero del Dio invisibile; tutta la creazione, soprattutto l’uomo creato a immagine e somiglianza del Dio invisibile, è rivelazione luminosa e fascinosa del Mistero. E’ percezione reale del numinoso: la bellezza introduce ed educa all’esperienza straordinaria, non razionale, della presenza divina invisibile e potente, che ispira maestosità ed attira: tale esperienza costituisce l’elemento essenziale del “sacro” (cfr. R. Otto, Il Sacro, 1917), e la fonte di ogni atteggiamento religioso dell’umanità. La via della bellezza apre all’esperienza della fede, è la via del Deus revelatus, accessibile, non più absconditus. La creazione e la redenzione sono epifania del Dio della bellezza: Dio non ha bellezza, ma è bellezza. Il Dio della bellezza è il Dio dell’amore: Dio rivela la sua bellezza nell’amore. Se  l’amore è l’essenza di Dio (1Gv 4,8), Dio non può che essere bellezza assoluta. Francesco d’Assisi è attratto dalla bellezza del Dio Crocifisso, è convertito dalla potenza del suo amore, e prega: “Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene, il Signore Dio vivo e vero.  Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza, Tu sei umiltà, Tu sei pazienza,  Tu sei bellezza” ((Lodi di Dio Altissimo). Tu sei bellezza, lo diciamo con amore a chi ci ama: “Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai” (S. Agostino).

Madre del bell’amore

 “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona”(Gen 1,31).  Buona, perchè bella; bella perché dotata della capacità di amare. Sì, siamo belli quando siamo capaci di rispondere a questa nostra vocazione. La vergine di Nazareth e la “piena di grazia”, e “ha trovato grazia” agli occhi di Dio perché totalmente bella, perché capace di un amore totale. In lei si rivela la grazia dell’amore puro, la grazia della bellezza compiuta: “Tota pulchra es Maria”, sei tutta bellezza, sei solo amore. L’Immacolata parla solo di bellezza del cure. Per questo, la possiamo pensare e raffigurare bella anche nel corpo.

Immensamente amata da Dio, non può che rispondere con il Sì del suo consenso nuziale. Le parole dell’angelo arrivano diritte al cuore di Maria. Lei, l’amata, invoca: “Mettimi come sigillo sul tuo cuore” (Cantico 8, 6). E Dio-l’amato rivolge a lei il “cantico della bellezza”: “Come sei bella, amica mia, come sei bella! Tutta bella tu sei, amica mia, in te nessuna macchia. Tu mi hai rapito il cuore, sorella mia, sposa, tu mi hai rapito il cuore (Cantico 4, 1.7.9).

In Maria contempliamo il riflesso concreto, in anima e corpo, della bellezza divina, trasparente e sfolgorante.  In lei l’amore non è stato ferito dal peccato. Preservata da ogni “macchia”,  in Maria amore e bellezza si corrispondono in maniera perfetta. Nella vergine Immacolata la bellezza è perfetta perché completa, piena e definitiva. Nessun compromesso, nessuna ombra, nessun cedimento. Lei è la “tutta bella”! La nostalgia della bellezza è stata soddisfatta totalmente nella vita di questa nostra sorella. Maria, “piena di grazia”, è maestra e modello di amore autentico, puro, generoso e santo. Di Lei ci possiamo fidare, perché scelta da Dio; da Lei possiamo imparare, perché maestra di un amore preservato da ogni ombra di egoismo. L’amore autentico esige sempre un cuore pulito, un animo puro, purificato da ogni ombra dell’animo che deturpa l’amore e lo trasforma in possesso, in dominio, in una grigia prigione, fino a togliere all’altro la sua dignità.

La grazia della bellezza

L’amore bello di Maria è prototipo, primizia e modello dell’amore della Chiesa: “Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, … per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata” (Ef 5,25,27). Solo quando amiamo facciamo cose belle, e con la forza dell’amore facciamo belle tutte le cose! L’uomo è custode della sua bellezza solo quando vive dell’amore: amare è bello, perché rende belli! A questo siamo chiamati, questa è il sogno di Dio anche su di noi; Dio “ci ha scelti…per essere santi e immacolati di fronte a lui nell’amore” (Ef 1,4). Chiamati ad amare, è solo l’amore che rende sempre più bella la nostra esistenza, e la vita degli altri. Crescendo nell’amore, si perfeziona la bellezza dell’umano.

Contrariamente alla ricerca di una bellezza meramente estetica, mendace e falsa, sempre necessaria di “trucchi”, che ci avvita totalmente in noi stessi, l’incontro con la bellezza dell’amore ci mette in cammino, ci eleva dalle nostre miserie, ci strappa fuori dall’accomodamento del quotidiano, e ci fa uscire da noi stessi per aprirci nell’estasi dell’innalzarci verso l’alto e verso l’altro/Altro. La bellezza è oscurata quando siamo incapaci, difettosi e deboli nell’amore, limitati nella generosità del cuore, impediti nell’amore puro e generoso. La ferita del peccato ci “abbrutisce”, degrada la bellezza della nostra esistenza. Non c’è bellezza nell’odio, nel rancore, nel conflitto, nella discriminazione, nello scarto, nel rifiuto, nella violenza, nell’egoismo. Dov’è carità e amore lì c’è la bellezza di Dio! Se la bellezza è armonia, compiutezza, orizzonti di senso che vanno al di là di rigidi canoni estetici, allora l’amore è un messaggio di bellezza, proprio perché indica percorsi di armonia e di pace. Conoscere Cristo, “il più bello tra i figli dell’uomo” (Sal 44,3), vuol dire fare un viaggio nella bellezza, significa entrare in strade di luce e d’armonia che aiutano l’uomo ad uscire dalla solitudine e dall’amarezza. Prima ancora che essere buona, la vita di chi segue Cristo è intimamente bella.

A noi, mendicanti di bellezza, l’apostolo s. Paolo consegna la “carta della carità”, la regola di vita capace di custodire le esigenze dell’autentica bellezza : “La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1Cor 4,7). La nostalgia della bellezza ci solleciti  a convertirci alla bellezza dell’amore.

 

+ Gerardo Antonazzo

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