Omelia del Vescovo Gerardo per l’inizio del ministero di don Natalino Manna

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CON GESÙ NEL DESERTO

Omelia per l’inizio del ministero di don Natalino Manna,

parroco di Castrocielo, 22 febbraio 2015

 

Il percorso liturgico-spirituale della Quaresima è illuminato dall’inizio della missione pubblica di Gesù. Il vangelo di Marco ci introduce nei passi iniziali con i quali Gesù opera nella Galilea. Il tuo ministero di parroco nella comunità di Castrocielo non può non tener conto della missione di Cristo. La tua azione pastorale è già scritta e descritta nelle pieghe di questi versetti del vangelo proclamato.

La liturgia della prima domenica di quaresima ci consegna, e in modo del tutto peculiare affida a te caro don Natalino, quattro parole decisive per la missione: il deserto, la tentazione, la Galilea e il vangelo di Dio. Questi termini esprimono in un’efficace sintesi il senso, le scelte e lo stile della missione del Maestro. Sono le quattro consegne che oggi vengono a te affidate dalla volontà di Dio tramite il mio ministero episcopale.

Spinti nel deserto

Gesù è “cacciato” dallo Spirito nel deserto. Se nel deserto si rischia di non sapere dove andare, senza il deserto non si va da nessuna parte. E’ inevitabile l’esperienza del deserto per prepararsi a svolgere la missione che Dio affida. E’ il luogo evocativo della solitudine, del silenzio, della ricerca di Dio, della conoscenza di se stessi, della preghiera di affidamento e dell’invocazione. Il deserto educa al digiuno, alla privazione, alla sobrietà, per smascherare le nostre sicurezze, le nostre dipendenze e gratificazioni che fanno da riparo o da sostegno nella vita ordinaria, in sostituzione della totale ed esclusiva fiducia in Dio.

La fatica della missione pastorale è indispensabile rigenerare e rinfrancare le nostre energie con la meditazione assidua e silenziosa della Parola, con lo stupore dell’adorazione eucaristica, con lo studio e la riflessione personale, con la verifica della nostra azione pastorale. Quale pastore di questa comunità, dovrai educare il popolo di Dio non all’attivismo sterile e inefficace, ma all’incontro con il Mistero celebrato, annunciato e testimoniato nell’esercizio della carità operosa e concreta, soprattutto per i più poveri.

La verità delle tentazioni

Nella vita personale come anche nell’azione pastorale del presbitero si annidano molte tentazioni. Gesù stesso è insidiato dall’inganno di Satana, con il rischio di assecondare la falsità e l’illusione. Appellandosi alla verità e alla forza della parola di Dio, Gesù riconosce il tranello delle tentazioni e lo supera, vincendo le pressioni della debolezza. Il ministero del presbitero non è avulso dalle stesse seduzioni. La continua purificazione della mente e del cuore deve mettere a nudo ogni tentazione di orgoglio, di arroganza, di presunzione, di autocompiacimento. Bisogna rifuggire anche dalle tentazioni di sicurezze umane e gratificazioni affettive, dalla pretesa di successo o di approvazione esaltante. Il Regno di Dio si costruisce secondo la logica silenziosa del seme gettato nel terreno e destinato a morire per marcire e fruttificare.

Per predisporsi a esercitare bene la missione pastorale bisogna imparare a “stare con le bestie selvatiche” e farsi “servire dagli angeli”. Infatti prove e consolazione, gioie e mortificazioni, successi e fallimenti scriveranno le ricche pagine del tuo ministero, con l’inchiostro delle lacrime della gioia e del dolore.

Nella “Galilea delle genti”

Gesù prende le distanze dalla Giudea, da Gerusalemme, dal Tempio. Nella regione della Galilea chiama coloro che saranno costituiti “apostoli”, collaboratori dell’annuncio e della costruzione del Regni di Dio. Lascia intendere senza incertezze che non si allinea con la religione tradizione del culto, dei riti, dei puri, dei farisei, degli osservanti, dei “giusti”. Decide di dare avvio all’annuncio del Regno di Dio a partire dalla Galilea, da una regione giudicata “eretica” dai benpensanti della religione ebraica, una regione di “impuri” perché contaminati dai rapporti con i pagani confinanti, perché trasgressori dei canoni religiosi del giudaismo, quali la visita annuale al Tempio con l’offerta dei sacrifici prescritti. E’ la pastorale della periferia, tanto spesso annunciata da Papa Francesco. E’ una scelta di campo, quella di preferire i “lontani”, o i cristiani della soglia, etichettati dai pregiudizi dei “praticanti”, e pertanto molto di frequente esclusi dall’azione pastorale della Chiesa. Con il cuore di vero pastore, buono e premuroso, avrai cura di cercare coloro che non risultano in nessuna anagrafe, che non vengono registrati in nessun elenco, per accoglierli in un cuore che non conosce liste di attesa. Caro don Natalino, opererai in un stile di accoglienza che non conosce esclusioni. Non fare mai attendere coloro che hanno bisogno di incontrarti.

Il Vangelo per la conversione

L’inizio della predicazione di Gesù racchiude il senso di tutta la sua azione missionaria. Il suo annuncio ruota intorno al Vangelo, scomponibile in quattro termini: regno di Dio, conversione e fede. Questo è il “vangelo” annunciato da Gesù quale bella e felice notizia del Regno di Dio. Ci rivela che Dio è Amore. Il vangelo annunciato da Te, caro don Natalino, proclama che Dio è vicino ad ogni creatura debole e fragile, si occupa degli ultimi, degli esclusi e degli ammalati. Cerca i peccatori non per la condanna ma per il perdono. Abbraccia i lebbrosi, risuscita i morti e si lascia umiliare per amore non per debolezza, ama fino a dare la vita. Questo annuncio merita l’investimento di ogni migliore energia: “Annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! … tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io” (1Cor 9, 16 e 23).

L’incontro con il Vangelo che è Gesù Cristo plasma l’uomo nuovo, converte l’esistenza. Questo vangelo non è “modellato” sull’uomo, non si accorsa con gli aggiustamenti umani, con i compromessi indegni e con le vigliaccherie degli opportunisti . Chi accoglie il Vangelo accetta di lasciarsi destabilizzare, plasmare e convertire dalle sue pretese ed esigenze.  L’annuncio del Regno di Dio sarà fecondo se tutta la tua gioia sarà per il Vangelo.

+ Gerardo Antonazzo

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