Maria, “porta santa” di periferia

 

Maria, “porta santa” di periferia

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Omelia per la solennità dell’Immacolata

Inizio dell’Anno giubilare della Misericordia

8 dicembre 2015

 

 

Oggi la Chiesa universale celebra con giubilo l’inizio dell’anno santo della misericordia. S. Agostino descrive il “giubilo” come la melodia dell’animo che, senza bisogno di parole, esprime a Dio stupore, meraviglia, contentezza, godimento spirituale. L’inizio del Giubileo avviene nella solennità di Maria Immacolata. Entrambi gli eventi sono perforati dalle due domande che Dio pone nella lettura di Genesi appena proclamata. All’uomo Dio chiede: “Dove sei?”. Dio visita l’uomo nel giardino nel quale lo aveva collocato come signore e custode: “(Adamo ed Eva) Udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l’uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio” (Gen 3,8). Alla donna chiede: “Che hai fatto?”. Le due rispettive risposte descrivono la condizione drammatica dell’umanità. Adamo afferma: “Ho udito la tua voce, ho avuto paura, perché sono nuovo, e mi sono nascosto”. Mentre la donna deve ammettere: “Il serpente mi ha ingannato”. Peggio di così…si muore! Dio si incammina verso l’uomo e lo cerca perché lo svuole “stanare” dal suo improvvisato nascondiglio. Dio inquieta, mette a disagio, sovverte ogni aggiustamento, è allergico ai nostri anfratti di comodo. La sua iniziativa mette a nudo le nostre nudità, fa provare vergogna e paura se esposti al suo sguardo. Ma è proprio in quel momento che Dio getta il primo seme in assoluto della sua misericordia: promette il riscatto da questa condizione negativa dell’umanità, preannunciando il Messia Salvatore il quale sarà forte da schiacciare la testa al serpente.

            Dio pellegrino

La delusione non condanna Dio alla rassegnazione. Seguiranno, invece, i molti tentativi per venire incontro all’uomo e disintossicarlo dal veleno dell’antico serpente: “Io sono Colui che era, che è e che viene” (Ap 1,8;4,8). Dio si fa pellegrino per l’uomo: “Tutta la storia umana, così come viene vista dalla Bibbia, è la storia di Dio che cerca l’uomo…La fede di Israele non è il frutto di una ricerca di Dio. Israele non scoprì Dio. Israele fu scoperto da Dio. La Bibbia documenta il fatto che Dio si avvicina all’uomo […]. Dio ha nostalgia per l’opera delle sue mani. Quel rapporto viene travisato quando la chiamata c’è, ma l’uomo non risponde” (A.J. Heschel, Il messaggio dei profeti).

Quando Dio compirà la sua promessa? Oggi Dio bussa alla porta di Maria per celebrare il suo primo giubileo di misericordia a favore dell’umanità. L’uomo non potrebbe iniziare un autentico pellegrinaggio verso Dio, se Lui per primo non avesse scelto di venirgli incontro. Oggi Dio inizia il suo coraggioso cammino verso l’uomo, per compromettersi e sporcarsi le mani con la lordura dell’umanità. E per portare a compimento questo suo sogno Dio deve compiere un’eccezione che non solo non fa torto a nessuno, ma è benefica per tutti; compie una “irregolarità” rispetto alla legge di natura nella quale tutti nasciamo segnati dalla fragilità del peccato. Tale “irregolarità” la liturgia odierna la dichiara “singolare privilegio” (Preghiera dopo la comunione). Dio ha avuto bisogno di Maria di Nazareth, una creatura umana preservata dalla colpa del peccato e dalle sue ferite, per toccare con mano la carne umana dei peccatori.

 

Maria, Porta di periferia

 

Maria è la porta santa dell’Avvento di Dio. Lui bussa alla porta di Nazareth, villaggio sconosciuto ai più, periferia di poco conto collocata in una regione segnata dal disprezzo e dai pregiudizi. E’ da lì che riparte l’iniziativa con la quale Dio intende mantenere la sua antica promessa: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen 3,15). Maria Immacolata è la “porta santa” attraverso la quale Dio passa per raggiungere la nostra condizione umana. Dio interviene sulla creatura di Nazareth per presentarla quale nuova Eva “piena di grazia, degna Madre del tuo Figlio”, segnando in lei “l’inizio della Chiesa, sposa di Cristo, senza macchia e senza ruga, splendente di bellezza” (Prefazio). Maria è la “creatura perfetta”, la “irregolarità” voluta da Dio per varcare la porta straordinaria del suo cuore, la cui apertura inaugura la venuta giubilare di Dio incontro all’uomo.

            Il Sì dell’apertura

Il Sì di Maria inaugura l’esplosione di una grande festa nel Cielo. Lei spalanca la porta dell’intera sua esistenza alla venuta di Dio: il cuore, la mente e il corpo. Il suo grembo verginale sarà “porta” santa attraverso la quale il Verbo fatto carne entrerà nella nostra storia umana. Dio sceglie la porta della femminilità di Maria: con il suo “Ecco” Maria mette a disposizione del Signore tutto il meglio di una Donna nella quale non c’è ombra di peccato. In Maria viene esaltata una femminilità eccezionale per la capacità di amare, di accogliere, di obbedire, di donarsi e sacrificarsi. Il suo Sì è talmente sorprendente da convincere Dio di aver fatto la scelta più giusta. “Il pensiero si volge alla Madre della Misericordia. La dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio. Nessuno come Maria ha conosciuto la profondità del mistero di Dio fatto uomo…Scelta per essere la Madre del Figlio di Dio, Maria è stata da sempre preparata dall’amore del Padre” (Bolla di indizione, 24).

            Santi e immacolati

Ogni credente è chiamato a divenire porta “santa”, scelta da Dio come Maria per raggiungere i fratelli e le sorelle del nostro tempo. La nostra esistenza in questo anno giubilare deve lasciarsi trasfigurare da Dio nel segno della santità per diventare a nostra volta, come Maria, “porta santa” della misericordia del Signore per questa nostra tormentata storia (dis)umana. L’apostolo Paolo parla della nostra vocazione di cristiani: “in lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità” (Ef 1,4). L’azione di Dio passa sempre e soltanto attraverso la porta di una vita santificata dalla sua amicizia. Solo gli umili e i puri di cuore, coloro che diventano “santi e immacolati di fronte a lui nella carità” (Ef 1,4) scrivono pagine di nuova umanità. Sono coloro che diventano capaci di ascolto e di obbedienza alla sua Parola, offrono ogni giorno il Sì del servizio silenzioso e gratuito, partecipano alla Croce del Signore con l’offerta umile delle proprie sofferenze, restano fedeli all’amore ferito, sono coerenti con il Vangelo incarnato, restano saldi nell’onesta e nella giustizia, edificano con il silenzio più che con le frottole. Le sorti dell’umanità non sono nelle mani delle potenze umane. L’uomo si illude di essere padrone e signore del destino del mondo. La storia non è scritta dai potenti; i grandi della Terra possono comporre solo pagine di cronaca. Dio guida e salva la storia grazie a quanti, come Maria, diventano la ‘porta santa’ attraverso la quale giunge a tutti l’azione benefica del Signore.

 + Gerardo Antonazzo

Categorie: Diocesi,Documenti e Omelie

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