La conferenza stampa del vescovo Gerardo per gli auguri di Natale alla Diocesi

“Questo è stato un anno ricco di intenso e sereno lavoro pastorale”

Proficuo incontro del vescovo di mons. Gerardo Antonazzo, con gli operatori della comunicazione del nostro territorio, in occasione delle prossime festività, per il suo messaggio e gli auguri di Natale. Presenti molti  giornalisti e redattori delle  varie testate, sia della carta stampata che dei siti web. La conferenza stampa si è tenuta, in un clima amichevole e cordiale, nell’ampio salone dell’Episcopio di Sora, con la cornice di un antico ed artistico presepe e di un albero di Natale pieno di luci. Tutt’intorno al grande tavolo dell’ingresso, i giornalisti hanno seguito con attenzione le parole di mons. Gerardo Antonazzo.

«È tradizionale, ma non banale né ripetitivo, ha iniziato il vescovo Gerardo, il mio cordiale saluto di fine anno a tutti gli amici che vivono nel territorio della nostra Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. Mi rivolgo con paterno affetto a tutti i credenti, nostri fratelli e sorelle nella fede: dal cuore del vostro Vescovo giunga a ciascuno di voi il mio cordiale augurio per il prossimo Natale. Anche a quanti non si riconoscono nella tradizione cristiana, in particolare ai tanti extracomunitari e immigrati, rivolgo il mio augurio di sentirsi accolti con cura e con dignità. A questo vorrei aggiungere anche il dovere della reciprocità, chiedendo a tutti il massimo rispetto e accoglienza delle tradizioni culturali e religiose del Paese che ospita.

Questo è stato un anno ricco di  intenso e sereno lavoro pastorale,con un  benefico processo di integrazione e di sviluppo della vita diocesana.

Continua a crescere la bella realtà della nuova diocesi.

Riscontro in tutte le comunità una crescente sensibilità ecclesiale , senso di partecipazione attiva, la gioia dimostrata di sentire la presenza del pastore nella persona del Vescovo, il bisogno di parlare con il Vescovo in modo ravvicinato, disteso e disinvolto, senza distante e inibizioni.

Il programma pastorale diocesano è intenso: riconosco la collaborazione di tutti, sacerdoti e laici, nel condividere i principi ispiratori e le scelte strategiche per una “Chiesa in uscita” disponibile e capace di parlare all’uomo concreto.

Abbiamo portato a termine la Peregrinatio mariana della Madonna di Canneto: evento di natura non solo religiosa, ma anche sociale grazie al coinvolgimento spontaneo di associazioni e istituzioni pubbliche. L’affetto spirituale della gente ha trascinato tutti indistintamente dentro questo vortice devozionale genuino e radicato.

È stata un’apoteosi il rientro dell’effigie nel santuario il 26 luglio scorso. In quell’occasione è stato dato l’annuncio dell’elevazione a Basilica del santuario e quindi è iniziato il primo step di lavori di ristrutturazione del santuario con la pitturazione di tutti gli interni. Indimenticabile per me è stata la celebrazione con la Consacrazione del Santuario ed elevazione a Basilica, il 22 agosto, con il  Card. Giuseppe Bertello.

Tra settembre e novembre è stato avviato il secondo step di lavori di ristrutturazione della Basilica-Santuario attraverso il rifacimento di tutta la pavimentazione interna e la  ristrutturazione del presbiterio (altare, ambone e sede). È seguita la ristrutturazione della porta centrale della basilica: in particolare il posizionamento della porta di bronzo raffigurante l’effigie della Madonna di Canneto secondo la riproduzione originaria, cioè senza abiti, seduta in trono con il figlio Gesù sulle ginocchia (trono della Sapienza divina). Si è pure proceduto alla apposizione sulla facciata esterna dello stemma pontificio in pietra.

Nel frattempo abbiamo attivato tutte le operazioni di varia natura per incrementare e istituzionalizzare il millenario “Cammino di Canneto”: si tratta di diversi e lunghi percorsi che da quattro regioni sono attraversati da migliaia di pellegrini diretti verso la Madonna di Canneto.

Il 13 dicembre, l’apertura della Porta santa a Sora, Canneto, Cassino, nel Carcere e solo simbolicamente anche all’Università: la porta santa della cultura come atto di misericordia del pensiero autentico e integrale sull’uomo. C’è poi, una nuova parrocchia a Cassino, sarà l’inizio della vita pastorale della parrocchia della “Sacra Famiglia” in Cassino con la  prima Messa, che viene prima della prima pietra, il 26 dicembre alle ore 18,00, festa liturgica della Sacra Famiglia.

Vengo ora ai problemi sociali. La situazione sociale sul nostro territorio è stagnante, perché permangono i problemi fondamentali:

  • disagio familiare
  • disagio sociale della generazione adolescenziale-giovanile, per i problemi di tossicodipendenza e alcool
  • emergenza disoccupazione: preoccupante la disperazione di tante famiglie
  • piaga della ludopatia che fa aumentare la miseria materiale, psicologica e relazionale

Intensa é stata ed è l’attività della Caritas diocesana:

  • Banco alimentare in tutte le parrocchie
  • Mensa diocesana per i più poveri
  • Progetto Policoro: formazione al lavoro e accompagnamento per l’avvio di attività d’impresa
  • Progetto S. Martino: progetto di microcredito destinato ai giovani per l’avvio di attività imprenditoriali.

Domenica prossima avremo a canneto il Giubileo degli Amministratori, ed è lì che canteremo anche il Te Deum di fine anno, con la consegna del messaggio di papa Francesco per la giornata della Pace 2016.

La Chiesa, presenza spirituale e morale nella comunità civile al di sopra di ogni schieramento politico, ha sempre riconosciuto l’importanza e la dignità dell’attività politica, necessaria al raggiungimento del fine ultimo del vivere sociale, il bene comune. “La Chiesa stima degna di lode e di considerazione l’opera di coloro che per servire gli uomini si dedicano al bene della cosa pubblica e assumono il peso delle relative responsabilità” (Gaudium et spes, 75).

Dunque la costruzione del bene comune dei cittadini esige che qualcuno si “candidi” al servizio degli altri, assumendo responsabilità politiche delicate, esigenti e impegnative. Il termine “candidato” deriva da “candido”, perché nell’antichità gli aspiranti alle cariche pubbliche  indossavano una toga bianca, simbolo appunto di candore, purezza, semplicità. La toga bianca non può essere diversa, nel suo significato, dall’asciugamano bianco del Cenacolo, nel quale Gesù assume la posizione del servo, abbassato ai piedi degli apostoli per lavarli.  Non c’è “politica” più grande di questa!

Non dimenticatelo: vi candidate al servizio, non al potere! Il papa Paolo VI affermava che “la politica è una maniera esigente di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri ” (Octogesima adveniens, 46). Gli studenti del ’68 scrivevano sui muri della Sorbona a Parigi: “L’immaginazione al potere”. Amare è sognare una Città nuova, vivibile per tutti, attenta ai bisogni di ciascuno per trovare ogni soluzione possibile, insieme. Alcune regole del gioco per le prossime consultazioni elettorali

    • la competizione elettorale non deve conoscere “dichiarazioni di guerra”

 

  • Il vero “campo di battaglia” devono essere i programmi, da indicare in modo chiaro e concreto come possibili soluzioni per i diversi problemi della comunità civile. Nessuno deve promettere ciò che sa di non poter realizzare!

 

  • Dite in modo altrettanto chiaro e deciso, nelle parole e nei fatti, il vostro sincero “No” alla guerra contro le persone, contro le famiglie, contro il racconto pubblico e distorto di fatti privati e legati alla sfera personale o familiare di altri candidati.

 

  • Gli “altri” non sono avversari e nemici da distruggere! Le rispettive “ liste” non formano un elenco di “ricercati”, da colpire in qualunque modo, a costo anche di menzogne o di strumentalizzazioni.

 

  • La competizione è tra programmi alternativi, chiari, concretamente proponibili; non si compete per dimostrare la propria ignobile capacità di insultare, denigrare, pettegolare.

 

  • L’insulto e la denigrazione degli altri non deve deporre mai a favore di chi la provoca.

 

 

Natale nell’Anno santo della misericordia

 

I sacri riti con i quali celebriamo la venuta di Dio fatto carne in mezzo a noi e per noi, segnino una reale svolta nella conversione a Lui di tutta la nostra vita. E’ il Natale speciale dell’anno giubilare della misericordia. Non possiamo celebrare la presenza del Dio misericordioso nella nostra vita senza diventare, grazie a Lui, uomini e donne di misericordia.

Il mio invito è chiaro: il nostro culto diventi cultura, cioè vita, concreti stili di vita nuova. Ogni volta che varchiamo una Porta santa non dobbiamo pensare solo alla remissione delle pene temporali grazie all’Indulgenza plenaria; quel passaggio deve significare il desiderio di cambiare in qualcosa; dovremmo accompagnarlo con un concreto proposito di misericordia verso qualcuno. È necessario che la nostra fede si incarni nelle opere di misericordia, a partire dal gesto guaritore del perdono all’interno delle famiglie, tra famiglie, tra parenti. Tra i gesti di misericordia, ha concluso il vescovo Gerardo” desidero indicarne alcuni: un abbraccio di perdono tra marito e moglie, una stretta di mano che metta fine al litigio tra vicini di casa, il ritiro di una denuncia esposta per futili motivi o per ragioni che possono essere mediate e risolte diversamente, prendersi maggiore cura di genitori o di nonni anziani  affidati a case di cura, una parola di scuse per aver offeso qualcuno con cui non ci parliamo più…Il Natale della nascita di Dio sia il Natale della nostra rinascita in Dio».

– Gianni Fabrizio

– Foto Adriana Letta

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