“Settimana” – Edizioni Dehoniane 23 novembre 2014

“Settimana” – Edizioni Dehoniane 23 novembre 2014, n. 41

VESCOVI ITALIANI: ALCUNE LETTERE PASTORALI 2014-15 / 4 CHIAMATI A… “RISPONDERE”

«Solo grazie a quest’incontro – o reincontro – con l’amore di Dio, che si tramuta in felice amicizia, siamo riscattati dalla nostra coscienza isolata e dall’autoreferenzialità» (EG 8). Nella consapevolezza che la vocazione del credente è sempre una “risposta” ad un incontro con la “sorgente dell’azione evangelizzatrice” (cf. EG 8), i vescovi italiani hanno approfondito nelle lettere pastorali la dimensione della “comunicazione” tra Dio e gli uomini e alcuni tipi di “chiamate”, come quella al presbiterato e quella al diaconato permanente. Il nostro è un “tempo di conversione”. Lo ribadisce con determinazione il vescovo di Sora-Aquino-Pontecorvo, Gerardo Antonazzo, nella lettera pastorale Vivere è rispondere. Oggi è necessario un vero e proprio “cambiamento” che si declina in “conversione pastorale” («per passare da un dispositivo di iniziazione ai sacramenti centrato sui bambini ad un’iniziazione alla vita cristiana attraverso i sacramenti, che pone al centro gli adulti»), in “conversione missionaria” (essa «esige che si riporti al centro il primo annuncio della fede») e in “conversione ad una pastorale integrata” («le parrocchie non possono più agire da sole»). Da qui la necessità di mettere maggiormente a fuoco nella pastorale il tema della “vita come vocazione”: «La frammentata attenzione, la discontinuità nell’animazione vocazionale e una diffusa e rassegnata resa alla crisi vocazionale si presentano come le maggiori criticità della pastorale ordinaria». Avere scelto per il nuovo anno pastorale il tema della “vita come vocazione” – a detta di mons. Antonazzo – significa, anzitutto, che «l’animazione vocazionale deve contare su una partecipazione ecclesiale, deve diventare un impegno corale, e non delegabile a pochi esperti; e deve meritare, insieme con la convergenza pastorale di tutte le componenti della vita diocesana, una centralità costante e convinta da parte di tutti». In particolare, il vescovo intende “pro-vocare” la diocesi “rinnovando” la pastorale vocazionale ponendo al centro la parola di Dio, educando ad una “mentalità di fede” e investendo sull’oratorio come «grande opportunità pastorale».

– Mauro Pizzighini

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