Giornata della Vita: Testimonianza di Laura

Mi chiamo Laura e sono di Cassino, oggi vorrei raccontarvi una parte della mia storia…

Quasi tredici anni fa ho scoperto di essere incinta. Essendo rimasta incinta per la prima volta ero felicissima al pensiero di poter avere il mio primo bambino.

Un giorno però, facendo una visita, scoprii che il mio bambino aveva qualcosa che non andava nel suo cuore. Si trattava di RABDOMIOMI CARDIACI, piccoli tumori benigni cardiaci, spiegò il dottore. In quel momento mi è crollato il mondo addosso, avevo pensato tanto a come sarebbe stato diventare madre per la prima volta, poiché ancora in giovane età questo problema sembrava più grande di quello che sarebbe stato.

Quando nacque il mio bambino, i medici mi dissero che era affetto da una malattia genetica molto rara in via di sviluppo che comporta problemi a quasi tutti gli organismi, ovvero la SCLEROSI TUBEROSA. Nonostante tutti i problemi dovuti a questa malattia non ho mai perso la speranza anche se continuavo a ripetermi perché tutto quello stesse succedendo proprio a me. Oggi quel bambino è un ragazzo, controllato periodicamente per la sua malattia anche se ormai stabile, nella speranza che lo rimanga per sempre.

In seguito la mia vita è stata costante, ho avuto altri due bambini e siamo riusciti a convivere con la malattia del primo bambino.

La vita però aveva deciso di mettermi ulteriormente alla prova, infatti quattro anni fa, sono stata affetta da una MAVDORSALE, una malformazione arterovenosa a livello midollare, per la quale mi sono state esportate sei vertebre dalla colonna vertebrale, che mi ha portata a rimanere paraplegica per sei lunghi mesi. Dopo un periodo di riabilitazione sono passata dall’utilizzo della sedia a rotelle all’utilizzo delle stampelle e di un busto rigido per mantenere una postura corretta. Dopo due anni dall’intervento e dalla ripresa della paraplegia ho scoperto di essere incinta della mia ultima bambina. Essendo già madre di tre bambini, avere un’altra bambina in questa mia nuova condizione fisica era per i medici e per le persone a me più vicine pericoloso.

Dopo numerose visite dove tutti scongiuravano il peggio, la mia morte, esortandomi ad abortire quella che sarebbe stata la mia bambina, io ero sempre più decisa che nonostante la pericolosità della situazione, non ero pronta ad interrompere la gravidanza volontariamente.

Grazie a delle persone a me vicine ho scoperto l’esistenza di questa meravigliosa associazione, “Centro di Aiuto alla Vita”, dove ho incontrato persone che si sono dimostrate dei veri angeli, le quali si sono prese cura di me. Queste persone mi hanno accompagnato passo dopo passo durante tutta la gravidanza e visto che quest’ultima era un po’ particolare, date le mie condizioni fisiche, mi hanno indirizzato verso una struttura adeguata per il mio caso, ovvero l’ospedale Gemelli a Roma, dove sono stata seguita dal Professor Noia, specializzato in malattie genetiche, che mi avrebbe supportato durante tutta la gravidanza e si sarebbe dimostrato un altro angelo.

Ho deciso quindi di dare retta a me stessa e di continuare la gravidanza, al termine della quale è nata una bellissima bambina, NOEMI, che tra pochi mesi compirà due anni. Oggi mi rendo conto che se avessi deciso di terminare la gravidanza non sarei stata in grado di sentirmi come mi sento ora, una persona diversa, rinata dopo quello che ho passato.

Ho deciso di scrivere questo per tutte quelle ragazze e quelle donne che, come stava succedendo anche a me, per volere di altri non avrebbero dovuto portare a termine le loro gravidanze. Decidere di interrompere la propria gravidanza è un errore, specialmente se ci lasciamo influenzare da altri, infatti, se si decide di abortire di conseguenza si decide di uccidere volontariamente sia il proprio figlio ma anche una parte di noi; si crea un vuoto che difficilmente si potrà colmare.

Posso solo dire una cosa; non importa quanto difficile possa sembrare all’inizio, una volta tenuto in braccio vostro figlio tutti i pensieri negativi e le difficoltà che avete affrontato non sembreranno così grandi, poiché saranno sostituite dalla gioia e dall’amore che vostro figlio vi donerà incondizionatamente.

Perché ricordate, un figlio, che sia maschio o femmina, bello o brutto, malato o non malato è pur sempre un dono di DIO.

 

 

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