Madonna de’ Piternis

Il Santuario della Madonna de’ Piternis

in Cervaro (FR)

 

Il santuario della Madonna de’ Piternis – luogo-simbolo degli abitanti di Cervaro e dintorni e della loro religiosità – sorge all’imbocco di una gola, ai piedi del Monte Aquilone, sulla strada provinciale che da Cervaro porta a Viticuso. La chiesa fu costruita a partire dal 1399 attorno ad una piccola nicchia, risalente ad epoca anteriore al 1000, sul luogo dove la Madonna era apparsa ad una pastorella di Cervaro inferma, che ricevette la grazia della guarigione: un evento, forse il primo del genere in Italia, documentato negli archivi di Montecassino. Sul luogo della visione sarebbe stata trovata, nascosta tra i rovi, una antica edicola con l’immagine della Madonna, quella stessa che oggi si venera all’ingresso della chiesa.

Le origini del santuario, dunque, risalgono alla fine del XIV secolo, come  risulta da alcuni scritti dall’Abate cassinese E. Tomacelli del 1399, in cui si parla di moltissimi miracoli avvenuti presso l’immagine della beata Maria de’ Piternis, in seguito ai quali l’Abate si adoperò, con il concorso dei fedeli, per l’edificazione sul posto di una nuova chiesa. La chiesa fu consacrata nel 1408.

L’origine del nome. Nel sito del santuario vi era una cava di “piperni”, ovvero di pietre di Piperno o piperino. Madonna dei Piperni diventò nel linguaggio comune Madonna “De Pipernis” (lo attesta la scritta incisa sulla campana, fabbricata ad Agnone: “S.M. de’ Pipernis protege nos ubique et semper“) e in seguito “De Piternis”, anche perché la dizione suonava come l’abbreviazione dialettale di “in sempiternis grati” nella liturgia cattolica.

All’interno del santuario si conservano alcuni affreschi del XV e XVI secolo. Nell’abside è raffigurato il Cristo Pantocratore circondato dagli apostoli, dai santi e dalla Madonna (XV sec.). Ai lati della porta d’ingresso si trovano affreschi del XV e XVI sec, tra cui una Madonna del Latte e un riquadro con il nome del committente. Sul muro di sinistra vi è una Madonna col Bambino (XV sec., gotico fiorito). Infine, all’ingresso della chiesa si trova la venerata immagine della Beata Vergine de’ Piternis che, secondo la tradizione popolare, non poteva essere ritoccata nel suo disegno primitivo ed ogni volta che si tentava di farlo sarebbero accaduti fenomeni naturali terrificanti.

I bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale danneggiarono profondamente l’edificio religioso, compromettendone la stabilità, per cui la chiesa rimase gran tempo in stato di abbandono. A gran voce la popolazione cervarese chiedeva la ricostruzione del santuario e fu grazie all’opera infaticabile e preziosa di studioso di Don Angelo Pantoni, monaco cassinese (che pubblicò i suoi studi su Cervaro sul Bollettino Diocesano tra il 1969 e il 1970), che fu intrapresa l’opera di riqualificazione della chiesa. Durante i lavori tornarono alla luce gli affreschi, di notevole interesse artistico di cui si era persa la memoria. La chiesa fu consacrata da S. E. Ildefonso Rea, Abate di Montecassino e Ordinario della Diocesi di Montecassino, il 7 settembre del 1970 con grande concorso di popolo in festa.

Da allora per tutti i cervaresi il santuario della Madonna De’ Piternis continua ad essere luogo di fede per eccellenza, il luogo di culto più caro, che tale resta anche per coloro che sono emigrati in terre lontane, luogo dove consacrare i momenti più importanti della vita. La festa si celebra l’8 settembre, ed è un rito molto sentito dai cervaresi che portano processionalmente la statua della Madonna dalla chiesa di Santa Maria di Cervaro, dove è custodita, fino al santuario dove per un giorno vi staziona.

Cfr. "Cervaro-Itinerari e percorsi della memoria" di Attilio Coletta, ed. Comune di Cervaro 2000 e "Cervaro-Un paese tra storia e leggenda", ed. Città di Cervaro 2006.