Aquino accoglie la Veglia Missionaria 2014: Periferie, cuore della missione

Aria di attesa e liturgia attenta ad una cristianità missionaria; dalla conversione di Ninive (Giona 3), passando per la dichiarazione di san Paolo che Dio darà al sua ricompensa se: «… non vi stancherete di essere cristiani», per arrivare al Vangelo secondo Matteo che al capitolo 9 manifesta la misericordia di un Signore che non vuole più sacrifici ma rendere giusti i peccatori.

Ad Aquino, venerdì 17 ottobre ore 20.30, la Veglia Missionaria nella cattedrale di S. Costanzo e S. Tommaso d’Aquino così ha accompagnato una gran folla di fedeli a pregare insieme, per rendere sempre più fecondo il cammino missionario che la nostra Chiesa in Sora-Aquino-Pontecorvo sta vivendo.

Accompagnati dal Coro parrocchiale della cattedrale, tutta l’assemblea ha potuto ascoltare la splendida testimonianza di don Calesius, che assieme a don Jean, sono venuti dalla diocesi di Rutana nel Burundi appositamente per esporre la loro esperienza. È più di un anno che la nostra diocesi si è gemellata con quella di Rutana, e dall’esperienza di questa nuova chiesa attingiamo forza missionaria. «La diocesi investe sulla pastorale della famiglia, luogo in cui i figli ricevono un’educazione umanane spirituale e secondo la volontà del nostro vescovo Bonaventura si sta procedendo ad una pastorale dei giovani per far crescere uomini capaci di rispondere alle varie chiamate del Signore… come le vocazioni, abbiamo circa 116 seminaristi e grande bisogno di crescere umanamente, spiritualmente e materialmente… il Burundi ha vissuto dei forti conflitti e la Chiesa ha messo a disposizione tempo, locali ed energie per mantenere l’unità tra le persone e quel senso di grande fraternità… siamo chiamati ad essere luogo di riconciliazione».

Il vescovo nella sua riflessione ha sottolineato come la verifica della missione di settembre sia l’inizio di un volere comune: la missione è gioia. Come per i 72 discepoli in missione nella prima chiesa, così l’annuncio di fa gioia e ascolto, unione e  vissuto. Ha sottolineato i tre capisaldi di una missione vissuta: missionarietà della Chiesa, stile missionario permanente e importanza del  soggetto di missione che è l’intera comunità. Ad ultimo il vescovo così ha terminato: «Una vera conversione in termini di rottura con i meccanismi mentali che chiudono i sacerdoti nelle sacrestie, nei luoghi di culto, creiamo un’alleanza dinamica tra credenti e lontani, tra le periferie e i luoghi storici del culto». Sul finire della celebrazione, don Pasqualino Porretta, responsabile diocesano del settore missionario, ha messo tutti a conoscenza di due bellissimi progetti messi in atto per Rutana: l’adozione per sostenere un seminarista nei suoi studi, con 360 euro annui, e il contributo per costruire 6 chiese.

 

– Alessandro Rea

– Foto di Federica Di Cocco

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