Un amore che è comunione, dono, rivelazione

Pensiamo per un attimo che il mistero della Santissima Trinità non potrà mai essere totalmente compreso dalla mente umana, ciò non toglie che possa essere invece totalmente vissuto, accolto e creduto poiché, come abbiamo capito, ci è stato donato come mistero di Carità; in altre parole è una manifestazione dell’amore di Dio comunione: “Se vedi la carità, vedi la Trinità” scriveva sant’Agostino.

Noi conosciamo la Trinità perché in noi, nella nostra umanità, siamo uniti al Figlio – alla sua Parola di salvezza- che ci conduce al Padre e con lui ci elargisce lo Spirito Santo, ossia, quando diventa consuetudine per noi aderire all’amore di Dio che ci apre alla carità verso i fratelli.

Ma meditiamo brevemente sulle letture della parola di Dio che ci propone la liturgia di domenica 31 maggio, attraverso di esse vediamo come la Chiesa ci invita, in modo particolare nel vangelo di Matteo, ad annunciare e chiamare tutti gli uomini ad accogliere il messaggio universale di salvezza.

La contemplazione del mistero della Santissima Trinità fa che l’intero complesso delle nostre relazioni umane siano inserite nel dinamismo stesso di Dio. Il nostro cuore viene orientato verso noi stessi e verso il nostro prossimo, e catapultato in modo particolare verso Dio come fonte della Carità vera.

Su noi stessi come immagine e somiglianza di Dio, abbiamo la chiamata a vivere nell’amore, conoscere e servire colui che ci ha dotati di intelligenza, volontà e sentimento.  Verso il prossimo con cui possiamo esercitare la carità e vivere la dimensione della comunione.  Verso Dio stesso perché il nostro cuore è orientato verso l’infinito, come dice sant’Agostino: “L’uomo è capace di Dio”; cioè, tutte le nostre domande, ricerche e aspirazioni tendono a Lui Creatore, Redentore e Santificatore.

Don Juan José Granados

 

Categorie: Parola della Domenica

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