A te dico: ‘Alzati!’

Marco 5,21-43
Questa domenica il vangelo di Marco ci presenta due racconti di miracoli a forma di “sandwich”, in questi racconti troviamo il significato, le dimensioni, la gradualità e le tappe della fede…
  1. Una fede che è incontro con l’uomo, cioè, la sua fragilità e le sue povertà, una umanità che cerca le risposte alle domande esistenziali della vita, nonché domande concrete e lotte per soddisfare i bisogni reali o immediati della quotidianità. Tra tutte queste domande si pone anche la questione della morte.
  2. Una fede che è incontro con Gesù, giacché in tutti due i miracoli c´è  un contatto diretto con il Nazareno, un contatto veramente fisico (la donna emorroissa 5,28 e la figlia di Giaro 5,41), una esperienza diretta di tipo emotivo che diventa sostegno nel momento della prova, una presenza che diviene un´esigenza di vicinanza quando la speranza viene sempre a meno, quando la vita stessa ci ride in faccia.
  3. Una fede come affidamento totale all´Amore; addirittura le due domande fatte da Gesù in questo brano (5,30 e 5,39), sono orientate a suscitare stupore e perplessità per chi fa una lettura attenta del vangelo, più che fare i conti con la fatalità ci svela il destino ultimo dell^uomo e la sua vera identità; come dice sant’Agostino: “noi veniamo dall’Amore, dobbiamo vivere nell’Amore e torneremo a vivere nell’Amore”.
Nel brano del Vangelo la bambina come la donna non possiedono un nome, ed è appositamente, fa proprio parte dello stile di Marco per richiamare l’attenzione, per chiamare all’appello, per interagire con il lettore: “a te ti dico, alzati”.
– Don Juan José Granados

Categorie: Parola della Domenica

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