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Ricordare le marocchinate

 

Con lo spettacolo “No… mia figlia no…” la Filodrammatica Don Bosco fa memoria di una guerra terribile e devastante per dire: Mai più!

“No… mia figlia no!…” è il grido di una madre che disperatamente cerca di sottrarre la giovanissima figlia alla violenza più brutale ed è il titolo dello spettacolo voluto dall’Associazione Nazionale Vittime Civili di guerra APS, sezione provinciale di Frosinone, e realizzato dalla Filodrammatica Don Bosco diretta da M. Patrizia Velardi, come all’inizio hanno spiegato il Presidente dell’ANVG provinciale Alfredo Langiano ed il socio Pierluigi Di Raddo. Il sottotitolo esplicita il tema trattato: le “marocchinate”: 20.000 stupri e violenze. Una orribile realtà, ormai verificata e accertata ma rimasta a lungo taciuta e quindi non conosciuta in tutta la sua crudezza ed ampiezza. Si trattò di violenze sessuali e di ogni altro genere perpetrate soprattutto dai goumier, i soldati delle colonie francesi addestrati a combattere in territori montuosi. E poiché questo tipo di violenze si ripete in ogni guerra ancora oggi, è giusto parlarne e farlo conoscere. Ne parlò, in riferimento alla provincia di Frosinone, lo scrittore Alberto Moravia nel romanzo “La Ciociara”, trasposto poi in quell’indimenticabile film-capolavoro, con lo stesso titolo, diretto da Vittorio De Sica con una strepitosa Sofia Loren protagonista.

Ebbene, ispirandosi a questo, la Filodrammatica Don Bosco ha allestito un bellissimo spettacolo presso l’Aula Pacis di Cassino, il 5 ottobre, la mattina per le scuole, la sera per il pubblico. In una scenografia essenziale e fissa, sono scorsi alternativamente spezzoni di documentari di guerra per inquadrare il periodo in cui avvennero i fatti della primavera 1944, 80 anni fa, a far da cornice storica alle vicende dei personaggi principali, la mamma Cesira e la figlia Rosetta. Il tutto tenuto insieme da una voce narrante che univa la grande storia a quella personale e popolare della povera gente, i civili. Le vicende hanno preso vita in una serie di scene: la fuga da Roma bombardata, dove Cesira viveva con la figlia con un certo agio grazie al negozio lasciato dal marito e padre; l’arrivo in Ciociaria al paese dei genitori di Cesira, nella speranza di stare al sicuro; l’incontro con qualche persona buona, come il giovane maestro, ma anche con soldati, quello americano ferito che cerca aiuto, quello tedesco che con durezza pretende, pistola alla mano, che qualcuno lo accompagni in montagna; conoscono la paura, anzi il terrore dei bombardamenti, infine l’aggressione feroce dei goumier, che dopo la violenza, rubano anche le povere valigie delle due donne: è la fine delle speranze. Le scene  sono in un crescendo di tensione, di paura, di tragedia rappresentato in modo davvero efficace e toccante, tanto da creare un silenzio impressionante in sala per poi ricevere lunghi convinti applausi. Gremita la sala, in cui erano presenti non solo figure istituzionali, come l’Assessore all’ambiente Pierluigi Pontone, in rappresentanza del Sindaco, Don Nello Crescenzi, parroco di S. Pietro Apostolo dove è nata ed opera la Filodrammatica Don Bosco, varie personalità, molti cittadini ed anche numerosi ragazzi polacchi, inglesi e tedeschi (per loro i discorsi sono stati tutti tradotti in inglese da un’interprete), presenti in questi giorni a Cassino con l’iniziativa Montecassino Stiftung, che li vede visitare il territorio e in particolare i luoghi della memoria e i cimiteri di guerra dei loro paesi che vi si trovano e di cui i ragazzi si prendono cura. A loro, al termine, sono state consegnate delle medaglie-ricordo e degli attestati per le loro scuole. Altri riconoscimenti e targhe sono stati consegnati a persone che lavorano per la sempre miglior conoscenza del territorio e un bellissimo fascio di fiori a M. Patrizia Velardi e alla sua Filodrammatica. Una serata davvero riuscita, piena di memoria e di nuova consapevolezza storica, utile ad avere maggior considerazione e amore per il proprio territorio e senso di appartenenza: è un altro tassello al grande mosaico che comincia a delinearsi per l’80° anniversario del passaggio nel cassinate della seconda guerra mondiale, con la distruzione terribile che portò. La memoria è monito per il futuro, stimolo per tutti a lavorare per la pace e l’armonia tra i popoli.

Adriana Letta