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La Madonna di Canneto è patrona della Diocesi

Entra negli annali della Chiesa diocesana e del territorio la cerimonia del 1° maggio

Canneto, 1° maggio 2024. Per l’inizio del mese dedicato al culto mariano, una grande moltitudine di fedeli e pellegrini ha raggiunto la Basilica-Santuario, incastonata tra le meravigliose vette che circondano il monte Meta.

Ha assunto ben presto le fattezze di un evento storico, destinato agli annali della Chiesa diocesana e della storia locale, quella che avrebbe potuto essere una circostanza consueta, in quanto legata all’avvio dell’annuale cammino spirituale di devozione e pietà nel mese mariano, che dal 1° maggio, in special modo, richiama presso il Santuario centinaia di fedeli.

Il concorso di popolo, eccezionalmente forte, ha visibilmente tradotto la sentita attesa dell’eventuale responso da parte del Dicastero del culto divino e della disciplina dei sacramenti alla richiesta di proclamazione della Beata Vergine Maria di Canneto quale patrona diocesana avanzata dal vescovo Gerardo Antonazzo.

Un’attesa che, dopo la consultazione dei fedeli contestuale al Cammino sinodale diocesano, è culminata in realtà, in evento epocale, in giorno di festa, per tutta la Diocesi, da ricordare e celebrare.

Nella lettera (clicca qui) di richiesta inviata da Antonazzo l’11 marzo 2024 al Dicastero si legge: «il consenso espresso da tutti i soggetti coinvolti è testimonianza di un’adesione entusiasta e plebiscitaria alla proposta di elezione della Beata Maria Vergine. È stata rispettata con il dovuto apprezzamento, anche la posizione di quanti, anche se pochissimi, hanno espresso il parere contrario o si sono astenuti. Pertanto, il risultato della consultazione attesta inequivocabilmente il consensus fidei fidelium». Il consensus fidei fidelium, vale a dire il convergere dei fedeli nel riconoscere come vincolante in termini di fede e devozione uno sviluppo nell’ambito della dottrina o, come in questo caso, nella pietà popolare, è stato un fattore di non scarso rilievo nel riconoscimento costituito dal Decreto del Dicastero, che ribadisce: «la relazione dell’ampia consultazione attesta inequivocabilmente il consensus fidelium nel chiedere l’elezione. Il clero e i fedeli della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo venerano con speciale continuità di culto la Beata Vergine Maria Regina».

La Concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Gerardo Antonazzo è stata partecipata da centinaia di fedeli, rappresentati anche dalle molte autorità civili del territorio, e da quasi cinquanta sacerdoti del presbiterio diocesano ma provenienti anche da Diocesi vicine. La liturgia è stata preceduta da una processione che ha solcato il costone sovrastante lo spazio del santuario attraverso il sentiero boschivo spesso percorso dai pellegrini per raggiungere il luogo di preghiera. Durante l’omelia (clicca qui), intrisa di orazione ma anche di volontà “pedagogica”, il pastore diocesano ha invitato i fedeli a leggere la portata dell’evento ed il suo più profondo significato dal punto di vista della vita di fede: «tale elezione riconosce la ricca, millenaria, e ininterrotta devozione verso la Vergine Bruna. L’elezione del popolo, l’approvazione del Vescovo e la confirmatio della Santa Sede di Maria Vergine come Patrona, è dono della disposizione divina che si manifesta nella benevolenza della Chiesa nel riconoscere la bellezza straordinaria del nostro affetto verso la Vergine Maria. Nel suo speciale amore, Dio elegge come madre per il suo Figlio e per noi, Maria, rivelando la sua tenerezza in modo del tutto singolare, amata immensamente più di ogni altra creatura. Oggi, al popolo di Dio è donata dal suo Figlio come Madre e celeste Patrona. Sotto la protezione di Maria sentiamo la serena certezza di essere da Lei accolti, custoditi e sostenuti».

Una proclamazione de facto
La proclamazione riconosce la millenaria tradizione pastorale e il patrimonio spirituale delle comunità parrocchiali dell’Abbazia Territoriale di Montecassino e della Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo. De facto il culto alla Madonna di Canneto è elemento comune ed unificante ab immemorabili: dalle sue origini presso l’antica Abbazia benedettina di San Vincenzo al Volturno, al trasferimento, verso la fine del primo Millennio, per opera di monaci eremiti, nell’attuale ‘Valle di Canneto’. Storiche alcune compagnie di pellegrini del territorio, come quella di Aquino, con i suoi 149 anni di vita, Piedimonte San Germano e di Pignataro.

Le novità del Decreto
Il Decreto (clicca qui) del Dicastero aggiunge un tassello all’unità della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo nata il 23 ottobre 2014. Nelle città titolari i patroni continueranno ad essere venerati nelle solennità (Santa Restituta a Sora, San Benedetto a Cassino, San Tommaso ad Aquino, San Giovanni Battista a Pontecorvo); a tutti in diocesi è assegnato il grado di memoria, ma alla Madonna di Canneto e a San Benedetto il grado di festa.

Andrea Pantone