Il Vescovo Gerardo Antonazzo ha celebrato la S. Messa insieme al parroco don Andres, nell’eremo della Madonna della Fonticella a Canistro Superiore.
Visita consueta, negli ultimi giorni del mese di maggio, interrotta solo negli anni del Covid, Sua Eccellenza ha esternato la sua gioia nel tornare a celebrare ai piedi della Mamma Celeste. Momento di grazia l’incontro con il proprio Vescovo per la comunità, il gregge si è raccolto intorno al pastore per ascoltare la buona Novella che rigenera sempre gli animi di nuova linfa vivificante.
Il Vescovo ha iniziato l’omelia ponendo l’accento sul fatto che l’eremo della Vergine della Fonticella assume un ruolo prezioso nel cammino giubilare dell’anno santo, come luogo che ha più da dire, da insegnare, da trasmettere ai nostri cuori, nella nostra vita; anno giubilare che Papa Francesco ha indetto con il tema che vuole accompagnare il cammino dei fedeli come “pellegrini di speranza”, la speranza è stato il fulcro della ispirata omelia. Parlando dell’ultimo Canto del paradiso dantesco nella Divina Commedia, dedicato Madonna, un alto inno di lode, il Vescovo si sofferma sul verso “in giuso sei di speranza fontana vivace” vedendo un collegamento fra Dante e questo magnifico luogo, ove non manca l’acqua. Come dalla fontana fluisce l’acqua così dalla Vergine Maria fluisce la speranza come acqua viva che è Cristo. Non si può percorrere il cammino giubilare chiedendo la virtù della speranza senza Maria e non si deve confondere la seconda virtù teologale con la speranza come la intende il mondo. La speranza è la virtù teologale per la quale desideriamo il regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo.
La speranza umana consiste nello sperare che i desideri si realizzino, che le aspettative umane vengano esaudite e se così non accade si perde la fede in Dio, la speranza cristiana è proiettata verso un unico fine che è Cristo, compiere ogni azione secondo la Divina Volontà. Anche la prova più atroce, possedendo la speranza cristiana, non diventa disperazione, ma speranza che si fa certezza verso un Dio che ci ama con il cuore di padre e di madre, certi di essere accolti, ascoltati, lasciando da parte la fretta imperante dei nostri tempi, che vuole ottenere tutto e subito, per lasciare posto ai tempi di Dio che fa nuove tutte le cose. Nella prova il Signore provvede a donare la dose di forza necessaria, i tempi non ci appartengono, a noi resta l’affidamento totale a Dio, recuperare quindi una fede autentica, quella fede che le famiglie devono tornare a trasmettere ai figli come dono di Dio, così la speranza come dono di Dio non diventa disperazione nella prova.
La Madonna sotto la croce, nel dolore per il figlio, non ha mai perso la speranza che era il Figlio di Dio, è necessario attendere nella speranza cristiana che Dio compia ciò che io non vedo. La nostra speranza è una persona, è Cristo, dobbiamo chiedere a Cristo la grazia di credere in Lui, sperare in lui, amare in lui per mezzo di Maria Santissima. Che la Madonna della Fonticella sia fonte di speranza per tutti, Maria non rifiuta l’acqua della speranza a nessuno, ma se nessuno chiede il Suo ausilio la vera speranza non si trova, attingiamo speranza di Cristo da Colei che è la mediatrice delle grazie, restiamo sotto la croce attendendo che sia Cristo a ridonare forza, luce per continuare il cammino, siamo pellegrini di speranza, camminiamo in modo autentico verso la vera speranza.
A conclusione della celebrazione eucaristica la comunità si è intrattenuta con il Vescovo nel piazzale antistante l’eremo per condividere un’agape fraterna e informale. I fedeli ringraziano il vescovo per la visita tanto gradita, per aver lasciato un messaggio di speranza da adottare nel cammino della vita, con l’ausilio di una Mamma premurosa che non lascia mai soli i suoi figli.
Annalisa Di Pietro
Foto Mauro Facchini