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Messa all’aperto

Per combattere il coronavirus evitando assembramenti

In questi inusuali tempi contrassegnati dal coronavirus, capita di fare varie esperienze, diverse dal solito ma non per questo  negative. Dovendo far in modo che i fedeli potessero partecipare alla Celebrazione eucaristica sì, ma rispettando le regole imposte dalle autorità civili e sanitarie di mantenere le giuste distanze tra le persone, evitando assembramenti pericolosi, la Parrocchia di S. Antonio di Padova in Cassino ha escogitato, per la seconda Domenica di Quaresima, un nuovo stratagemma: spostare l’appuntamento domenicale al di fuori della chiesa, troppo ristretta per garantire il distanziamento. La mattina di domenica anche la pioggia ha rinunciato a guastare i programmi e anzi uno splendido sole, accompagnato da un fresco vento, ha dominato la scena. Sul sagrato, davanti al portone della chiesa, l’altare, di lato e davanti sedie molto intervallate per i fedeli: qui si è svolta la celebrazione eucaristica, con i cantori, i lettori e perfino, più in là, il banchetto della Caritas parrocchiale che offriva colorate primule e mimose per non dimenticare che era l’8 marzo, festa della donna.

Se Papa Francesco, ha detto Don Benedetto, parla di Chiesa – ospedale da campo, ecco, questo appare proprio come un altare da campo per questi tempi difficili e insicuri, una “chiesa in uscita” che va incontro e in mezzo alla sua gente per curare le ferite dell’anima, consolare e rafforzare. D’altronde, ha fatto notare, le letture liturgiche del giorno sono di grande aiuto, il Vangelo racconta la Trasfigurazione di Gesù davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni, un “assaggio di Paradiso” che Gesù fa loro sperimentare per far capire che la morte non deve far paura perché è il passaggio per il Paradiso. E i tre apostoli comprendono perfettamente, tanto che propongono di fare tre capanne per restare lì, dove si sta così bene. Ma bisogna fare quello che la voce dall’alto della nube dice «Questi è il Figlio mio… Ascoltatelo». Occorre ascoltare le parole di Gesù, “specialmente in questo momento di difficoltà e di purificazione, per prepararci a raggiungere la meta a cui tutti aspiriamo: il Paradiso”.

Al momento della Comunione sono stati il Parroco e il Diacono ad andare verso i fedeli per la distribuzione delle ostie consacrate. Tutto si è svolto con ordine e armonia, nel pieno rispetto delle norme igieniche che tutti sono tenuti a seguire, come ha raccomandato Don Benedetto. L’esperienza è risultata particolarmente riuscita e gradita, non si sapeva che sarebbe stata l’ultima Messa perché stavano per entrare in vigore le nuove norme che avrebbero sospeso, a livello preventivo, fino a venerdì 3 aprile, sull’intero territorio nazionale “le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”. Ma è stata una bella esperienza, un momento intenso di preghiera comunitaria e di solidarietà civica, che servirà a nutrire l’anima nei giorni del “niente messe”. I cristiani d’Italia in questi giorni sono chiamati a vivere la Quaresima in modo inconsueto ma pur sempre “da cristiani”!

Adriana Letta