A Cassino, aperta il 20 ottobre la scuola di formazione teologica diocesana nel nome di San Paolo VI
Il nuovo anno formativo della Scuola di formazione teologica diocesana “S. Tommaso d’Aquino” si è aperto il 20 ottobre in modo solenne nella Sala degli Abati della Curia diocesana. Un folto pubblico ha riempito la sala mentre prendevano posto al tavolo dei relatori il Vescovo Gerardo Antonazzo, l’Abate di Montecassino Dom Luca Antonio Fallica, Don Nello Crescenzi, responsabile della Scuola Teologica, e Don Giovanni De Ciantis. Anche docenti laici della Scuola Teologica hanno partecipato all’evento, che è stato dedicato alla grande figura di Papa S. Paolo VI.
Prima di avviare i lavori, sono stati recitati i Vespri, preghiera che sempre ha l’effetto di avvicinare persone e anime e creare comunità. Così ha preso il via il convegno, teso a riflettere sulla grande figura di S. Paolo VI, nell’anniversario della sua visita da Papa a Montecassino e a Cassino nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista.
A introdurre e inquadrare l’argomento è stato Don Nello Crescenzi, che ha illustrato l’importanza di quell’Arcivescovo di Milano che da Giovan Battista Montini diventò Papa Paolo VI e fu canonizzato il 14 ottobre 2018: era non solo persona colta, ma anche in grado di reggere una chiesa che si trovava nel pieno di grandi cambiamenti sociali nel nome di una modernizzazione che spesso si metteva contro l’etica cattolica. Un grande intellettuale e un grande Pastore. Uno sguardo ad alcune sue opere, encicliche ed esortazioni apostoliche, in particolare alla “Evangelii Nuntiandi”, ha ben tracciato il profilo e la personalità di S. Paolo VI, il Papa che portò avanti il Concilio Ecumenico Vaticano II.
L’intervento del Vescovo Gerardo Antonazzo, fornendo altri particolari e considerazioni sulla figura e l’opera di questo grande Papa, vissuto in un momento socialmente e intellettualmente difficile e tormentato, ha ulteriormente allargato e chiarito la visuale.
L’Abate di Montecassino Dom Luca Fallica ha ricordato il giorno in cui Papa San Paolo VI venne a Montecassino per consacrare la ricostruita Basilica Cattedrale dell’Abbazia: era il 24 ottobre 1964, venti anni dopo la distruzione bellica dell’abbazia e della città di Cassino. Ha sottolineato il suo spendersi per la pace, citando le parole della bellissima omelia che pronunciò in quella storica occasione, ma anche ricordando il discorso che fece alle Nazioni Unite, il 4 ottobre di 60 anni fa, per la pace e l’istituzione della Giornata Mondiale della Pace. Infine ha augurato anche alla Scuola teologica di curare bene l’educazione alla pace tanto da diventare “scuola di pace”. E ha concluso con una frase incoraggiante che usò Paolo VI facendo notare che, pur fra tante difficoltà e posizioni diverse e opposte, c’è sempre un “ottimismo galleggiante sulle onde”: quello che oggi serve davvero.
A questo punto un intervento del Vescovo Gerardo ha voluto puntualizzare come la Scuola di Formazione Teologica si inserisce nel più ampio cammino sinodale delle Chiese in Italia, dove sempre più forte si sente l’urgenza di una formazione permanente per operatori pastorali e fedeli, un “cammino di tirocinio di sinodalità”. Ed ha mostrato come già il magistero di S. Paolo VI avesse, nella Lumen gentium, dato il via alla sinodalità come responsabilità condivisa. Molti sono i legami di collegialità. Fu lui che istituì il primo Sinodo dei vescovi come gruppo stabile, perché lo stile sinodale deve essere caratteristico nella chiesa, ed ha radici teologiche nel Concilio Vaticano II. Così, nella “Ecclesiam suam” indica che la chiesa deve mostrarsi colloquio, non giogo pesante. Anche la “Gaudium et spes” viaggia su questi temi dell’ascolto del mondo con i suoi cambiamenti. “Uomini saggi, buoni, liberi, sereni sono i cattolici”. È la raccolta di un sentire che ha ampiamente riecheggiato nel Concilio. Collegialità equivale a carità.
È stata poi la volta di Don Giovanni de Ciantis, parroco della Chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista in Cassino, quella che ricevette S. Paolo VI. Egli ha ripercorso le visite, numerose, che quel Papa fece nel nostro territorio, soffermandosi su quella nella sua parrocchia che, per singolare coincidenza, ha per patrono S. Giovanni Battista, il cui nome Papa Montini portava. Ha mostrato, anche attraverso la proiezione di foto scattate nell’occasione, quanto Papa Montini fosse umano, desideroso di farsi incontro alla gente, affabile e aperto, sensibile alle aspettative del popolo.
Si è infine passati alla seconda parte della manifestazione: la consegna agli studenti dei Diplomi di studio e degli Attestati di frequenza. Sono stati chiamati uno alla volta ed hanno con soddisfazione ricevuto ciò che attestava il loro impegno nello studio richiesto dalla formazione teologica. Fotografie e ringraziamenti. Infine indicazioni tecniche da parte del Direttore Don Crescenzi per il nuovo anno che è così cominciato, e preghiera corale.
Adriana Letta






























