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Diocesi in festa per un nuovo sacerdote

Ieri l’ordinazione a Canneto di don Danilo Messore, il diciassettesimo sacerdote consacrato dal vescovo Antonazzo. Il presule: «Il prete non può che lodare»

 

Per la prima volta nella sua storia millenaria la Basilica-Santuario di Canneto ha visto l’ordinazione sacerdotale di un ragazzo candidato al presbiterato. Il rito si è svolto ieri, presieduto dal vescovo diocesano Gerardo Antonazzo, ed ha segnato l’ingresso di don Danilo Messore come sacerdote nel clero della Chiesa locale che vive in Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. Presente alla celebrazione un’assemblea foltissima e composita: una numerosa corona di sacerdoti diocesani e amici ex compagni di seminario di don Danilo, la sua seconda casa, accanto alla famiglia, che lo ha accompagnato e con lui si è preparata a questo giorno così importante; tanti sono stati i fedeli provenienti dalla comunità parrocchiale di origine del neo sacerdote, la chiesa dedicata a San Tommaso Apostolo ed alla Santissima Annunziata di Vallemaio, nonché molte sono state le persone giunte dalle parrocchie dove Messore ha svolto il tirocinio pastorale durante la sua formazione al sacerdozio, prima a Pontecorvo e poi ad Atina. Una liturgia celebrata e vissuta intensamente, in un luogo caro ai seminaristi, che qui sono annualmente impegnati durante la stagione estiva per il servizio liturgico e logistico nella settimana che conduce ai festeggiamenti in onore alla Vergine Bruna di Canneto.

Don Danilo è il diciassettesimo sacerdote ordinato dal vescovo Antonazzo in questo suo primo decennio di episcopato in diocesi. La liturgia, non certo sovente nelle Chiese locali in Italia, ha riprodotto uno schema ormai familiare ai fedeli, ma nondimeno ha fatto percepire anche la potenza sempre nuova della bellezza con cui la grazia di Dio segna il cammino della Chiesa e la conduce in ogni epoca, assistendola nella lettura dei segni dei tempi e nell’annuncio in essi della pienezza del tempo di Dio, Signore della storia.

Dopo la proclamazione della Liturgia della Parola odierna, la celebrazione del rito ha preso avvio dalla presentazione – a cura del rettore del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni (riferimento per la formazione dei seminaristi delle diocesi del Lazio Sud e delle Suburbicarie), don Emanuele Giannone, presente alla cerimonia con altri membri dell’equipe educante del Seminario – che ha aggiunto ai debiti cenni biografici su Messore le testimonianze rese dai sacerdoti che ne hanno accompagnato la crescita umana lungo il suo curriculum accademico e pastorale dentro e fuori del Seminario. Il successivo momento è stato scandito dalle domande relative agli impegni dell’eletto al presbiterato, una quintuplice adesione alla sequela di Cristo nella sua Chiesa, suggellata dalla promessa di obbedienza al Vescovo e ai suoi successori. È quindi risuonata nell’assemblea l’omelia del vescovo Antonazzo, un momento di condivisione e di orientamento all’interpretazione dell’alto valore dell’Eucaristia. «Il tuo ministero – ha detto il Vescovo – parte e riparte sempre dalla sorgente di ogni benedizione, la celebrazione eucaristica: ogni Messa sia sempre come la ‘Prima Messa’. Lasciati sorprendere e soverchiare dall’inaudita iniziativa divina. Riceverai la patena con il pane e il calice con il vino, e ti dirò: “Renditi conto di ciò che farai”. Non spegnere l’entusiasmo per il dono ricevuto, non sminuire la sacralità del tesoro a te affidato. Il prete non può che lodare». Il Vescovo ha poi invitato don Danilo, nel giorno in cui la Chiesa celebra la Vergine del Rosario, a guardare a Maria, condividerne lo stupore, imparando da Lei a lasciarsi sorprendere, sempre di nuovo, dal mistero di Cristo e dalla sua traboccante bellezza divina e umana.

Infine, dopo l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria, i segni esplicativi hanno manifestato quanto realizzato nel rito e dal rito deve trovare costante espressione in una vita conforme alle esigenze del sacerdozio, in una configurazione a Cristo sempre più progressivamente profonda, costantemente voluta e difesa: la vestizione degli abiti sacri e la consegna della patena e del calice, che scandiranno i ritmi della quotidianità amata, celebrata e vissuta nello stile della missione e del servizio di prossimità all’altro. Il resto della Messa, Danilo l’ha celebrato per la prima volta come prete.

Andrea Pantone