VIII° CONVEGNO MARIANO ASSUNTA 2016 MARIA, MADRE DI MISERICORDIA, SULLA VIA DELLA RICONCILIAZIONE DIANA CARNEVALE

VIII° CONVEGNO MARIANO
ASSUNTA 2016

MARIA, MADRE DI MISERICORDIA, SULLA VIA DELLA RICONCILIAZIONE

DIANA CARNEVALE

Maria, donna, dolce fanciulla, portatrice di tutte le virtù, in profondo contatto con la vita, lo sguardo pieno di meraviglia dischiuso sul mondo, hai porto l’orecchio, aprendo mente e cuore, al primato della grazia e hai accolto la voce della nuova alleanza.

 Con te il nuovo irrompe nella storia e il filo d’oro della provvidenza sovverte l’ordine e il significato degli eventi, tesse relazioni, e, pianifica la misericordia per un regno dei fini.

Con te ha inizio quell’alleanza che immette l’umanità nella storia della salvezza, rivelata nell’incontro incarnato  tutti i giorni, ora dopo ora, attraverso le angosce e le beatitudini.

Con te  inizia  il tempo  nuovo  della creatura che si fa persona prossima nell’incontro con Cristo, il tempo  ordinato    in progressione verso la pienezza,  la cui narrazione    rivela  il pensiero e il volere di Dio.

 E’ il Kairos, il tempo legato all’esperienza del sacro, la grande novità del Dio che si incarna, che scende nella nostra esperienza umana, anche la più dolorosa, e la trasforma . E’ il tempo opportuno, il tempo di grazia, che sta, preferibilmente, nel presente immediato delle situazioni , nel qui ed ora degli accadimenti e degli  incontri.

  Nell’ordine  dei giorni e dei  tempi creaturali  si intravede come in filigrana l’ordine di Dio, quel  piano provvidenziale che passa   attraverso l’umanità che si fa strumento, e conforma la propria volontà, la voluntas- intensio profunda di Agostino, al volere del padre attraverso il figlio con Maria.

Ed è l’ordine dell’amore.

Dice Agostino.

“Più si ama, meno si osserva dall’alto; più si ama, meno si giudica; più si ama, più si perdona; più si ama, più si ascolta e meno si parla; più si ama, più si diventa roccia, appoggio, sicurezza per l’altro; più si ama, più si è veri! Più ami, meno ci tieni ad affermarti; più ami, più diventi e sei te stesso; più ami e più diventi luce; più ami, meno hai paura; più ami e più cerchi la bellezza, la verità, l’unità, la semplicità, la trasparenza, l’eterno; più ami e più pregusti la gloria futura; più ami, più diffondi il paradiso e lo anticipi… già qui un po’!”[1] .

 Il principio è l’Amore e l’Amore non è un criterio esterno che domina e dirige dall’alto,   ma  fonte di grazia che mette in circuito la vita .  E La grazia  è il dono, quell’amore gratuito che permette  di maturare verso la pienezza,  un  prima  che   tesse i piani  della storia dell’uomo.  Dal Vangelo di Giovanni si legge:  “ Senza di me non potete fare nulla” . Il filo conduttore è una pedagogia divina della gradualità che conduce verso la tenerezza.

 Gesù ci accompagna con la Misericordia.

E con Gesù  Maria, la  madre, utero sacro, carezza umanizzante, calore santificante,  ci accompagna  con la misericordia sulla strada della riconciliazione.

Può una madre abbandonare i suoi figli?  

“La Misericordia, si legge sul libro omonimo di Papa Francesco, è una grande luce di amore , tenerezza con cui Dio accarezza le nostre ferite di peccato, perché Lui è coinvolto nel   perdono, è coinvolto nella nostra salvezza….Il Signore mai si stanca di perdonare:.. siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono….Il primo e unico passo per fare esperienza della misericordia è quello di riconoscersi bisognosi di misericordia….il giubileo della misericordia è una conseguenza di questi messaggi….e  la chiesa, oggi, mostra il suo volto materno all’umanità ferita…. Una chiesa che riscalda il cuore delle persone con la vicinanza e la prossimità…..Gesù ha detto di non  essere venuto per i giusti, ma per i peccatori. Non è venuto per i sani che non hanno bisogno del medico, ma per gli ammalati. Per questo si può dire che la misericordia è la carta d’identità del nostro Dio…,il suo primo attributo”. “ E’ il nome di Dio”.

 E la misericordia è profondamente unita alla fedeltà di Dio. Il Signore è fedele perché non può rinnegare se stesso.

Può una madre abbandonare i suoi figli?

Ma  se anche una madre dovesse farlo, “ io non lo farò”, dice il Signore , fedele alla promessa di redenzione escatologica che è promessa inespugnabile  di misericordia .

Maria, dunque, ha ascoltato, ha accolto, ha abbracciato.

E Papa Francesco, oggi, chiama tutti noi , operai nella chiesa di Cristo a porgere l’orecchio , ad ascoltare i bisogni e   nutrire con il miele della tenerezza la chiesa in cammino, sull’esempio di Maria che ha cura della cura. Ci invita all’ascolto che egli chiama “l’apostolato dell’orecchio”,   carezza balsamica per un’umanità ferita, per una società che porta, oggi, ferite profonde  da curare e sanare e non sa come o  se sia possibile. “ La fragilità dei tempi in cui viviamo, egli scrive, è anche questa: credere che non esista possibilità di riscatto, una mano che ti rialza, un abbraccio che ti salva, ti perdona, ti risolleva, ti inonda di un amore infinito, paziente, indulgente; ti rimette in carreggiata. Abbiamo bisogno di misericordia.”

Dunque alleanza, carezza, abbraccio, relazione, conciliazione.

E’ la vita,….! tutta la nostra vita che si nutre di accoglienza, abbraccio, carezze, alleanze, relazioni, riconciliazioni. Nasciamo in relazione e viviamo in dialogo costruendo ponti e alveari.  Il sentimento che abbiamo di noi è in relazione all’Altro, che è specchio e completamento. Ogni persona è una scintilla di Dio e specchio dell’universo intero. E ogni incontro con l’Altro è un incontro con la propria umanità che   attiva e porta alla luce  aspetti e risorse  in movimento.

 Scrive Max Scheler “ l’essere oggetto d’amore è, per così dire, il luogo in cui solamente la persona esiste e può quindi anche venire alla luce”. E un bimbo cresce se cullato e nutrito. Una citazione dal web: “ la nostra intera esistenza si consuma sotto lo sguardo dell’altro,…. La certezza di essere stati amati, e di poter essere amati ancora, è la condizione da cui dipende la finalità delle nostre relazioni”.

 E aggiungo: e anche la nostra sicurezza, l’autonomia si gioca sulla dipendenza, una dipendenza che trova il suo significato liberante nell’economia della volontà del padre.

E l’economia passa attraverso tutte le variabili, attraverso le croci nella pasqua di ogni giorno.

La vita passa attraverso le sofferenze, i conflitti , le lacerazioni. Maria le ha vissute sulla sua carne, lacerata, in quel figlio strappato alle sue viscere e massacrato crudamente, crudelmente. Ognuno si porta dentro le sue croci che custodisce nel segreto della propria coscienza e le scioglie, senza ignorarle, per rinascere ogni giorno nel mistero della gioia. Maria, sulla croce, ha abbracciato Giovanni e in lui tutta l’umanità riconciliata .

Le ferite vanno sanate, guarite, ricucite, cicatrizzate, rigenerate.  Dalla sabbia, che ferisce la conchiglia,  nasce la perla.

 E’ la dialettica della storia, la dialettica dell’opposizione e della sintesi, la dialettica junghiana della doppia polarità in armonia.

Perciò bisogna imparare a perdonarsi e perdonare, a lasciar affluire l’indulgenza, a seminare la tolleranza. E’ vitale la riconciliazione.

 Una personalità sana armonizza e concilia tutte le sue parti e similmente una società sana che ha cura dei suoi figli. Se una parte di noi è in conflitto con un’ altra parte di noi tutto il nostro essere si ammala così come l’intero corpo  si duole  se un pollice è ferito. La stessa dinamica si manifesta nel sociale in cui ogni  membro è parte di un tutto. Il male, che Dio pur permette, al di là della nostra comprensione, si propaga così come il bene. E noi,  portatori di arbitrio, ma sostenuti dal primato della grazia ne siamo responsabili, perché partecipi nel progetto divino di  corredenzione.

Ciò che fa terribilmente angosciata la creatura , dice Agostino, è proprio l’incarnazione. Ciò che rende sublime e nello stesso tempo sofferto ogni momento della nostra esistenza è la responsabilità della scelta verso l’essere o verso il nulla, è quella voluntas- intensio profunda di una vita in cammino verso la salvezza, verso quella direzione sostanziale che si rinnova di giorno in giorno, di decisione in decisione. Dalla scelta più modesta alla scelta più sublime ognuno è in gioco con tutto se stesso, nella plurale coralità  della storia dell’uomo.

 Ed è  questo che fa  terribilmente drammatico e misterioso  ogni momento dell’ esistenza.

 Ogni scelta comporta una rinuncia: se si sceglie l’uno non si sceglie l’altro, o l’altra cosa, o l’altra azione, o l’altra posizione, o l’altro percorso. Si sceglie, a volte, senza volontà, o intendimento, o discernimento, o, non si sceglie affatto per pigrizia , per comodità, per quieto vivere,  per non compromettersi. O si sceglie per compromesso, o per conformità, o per arrendevolezza, o per  opposizione . Si sceglie ciò che non si pensa, o si sceglie senza pensare, o senza sapere ciò che si vuole. Si sceglie la delega  per non vagliare in profondità, o per non impegnarsi, e , si  mettono a tacere la volontà, il discernimento , le responsabilità . Scegliere  è scomodo, impegna, addita, individua, e, restituisce  solitudine. Scegliere responsabilmente richiede coraggio, determinazione, tenacia, permanenza entro un itinerario in salita che conferma  l’intensio profunda, principio di individuazione della persona totale.

Allora si scelga di costruire ponti, reti, relazioni, vie di conciliazioni e riconciliazioni per risanare, ricucire, ritessere, rimodulare, riformulare, rifondare, superare per una pasqua continua  che rinnova il movimento dentro la vita, per  la pasqua di un cammino entro la compiutezza vocazionale. Il talento chiama ognuno alla risposta, nella pasqua di tutti i giorni.

L’umanità così, sotto il manto di Maria, mamma celeste, dipinge il suo percorso portato dalla grazia, a tappe graduali, attraverso  la perfettibilità , in funzione della  pienezza dei tempi.

E’ un eccomi etico che pulsiona l’esistenza verso la piena espressione della  umanità pura. E’ un postulato di libertà, nello spazio dello spirito, verso quell’amor ordinatus, come lo chiama Agostino, in direzione ascensionale.

 Un amore che viaggia nell’ordine di Dio, pur attraverso un percorso accidentato.

 

 

Questo amore

Debole e forte

Costante

Frequentato da tutti i sentimenti

Incendiato e incenerito

Rispolverato

Lucente e prezioso come oro

Monitorato

Protetto

Custodito

Mai abbandonato

Contrariato e mai spento

Questo amore

Calpestato

Confuso

Contestato

E rifiorito

Pane quotidiano

Presenza sicura

Vitale conflitto

In cammino sacramentale

 

DIANA CARNEVALE

 

[1] S. Agostino: Le Confessioni

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