Viandanti di comunità

36° corso di formazione nazionale del Progetto Policoro

“In principio era la parola” è stato il titolo del 36° corso di formazione nazionale del Progetto Policoro,che si è svolto dal 29 novembre al 3 dicembre ad Assisi; il tema del corso queat’anno,è stato la comunicazione, accompagnato dalle testimonianze e dagli approfondimenti ereditati dal fondatore del progetto,don Mario Operti.  Circa 250 animatori di tutta Italia (16 per le diocesi della regione Lazio), si sono incontrati per l’annuale appuntamento nella terra di San Francesco, per formarsi ed approfondire le varie tematiche del progetto come: il lavoro, l’accoglienza dei giovani, la sicurezza e la prevenzione sui luoghi di lavoro, il coinvolgimento per la cura della casa comune; momenti importanti e di confronto con i referenti delle associazioni che promuovono e collaborano con il Progetto Policoro, ma soprattutto per ricaricarsi ed  affrontare un nuovo anno.

Anche la nostra diocesi era presente con l’animatrice di comunità Aurora Capuano, che da gennaio inizierà il suo secondo anno; assente purtroppo, per imprevisti sopraggiunti il giorno prima della partenza, l’animatore di comunità Senior Riccardo Evangelista, ma presente sicuramente con il cuore e unito nella preghiera.Un programma molto ricco ed intenso,incontri con esperti, laboratori, testimonianze, ma anche tanti momenti di profonda spiritualità,come la veglia presso la chiesa della Spogliazione,dove gli adc (animatori di comunità) di primo hanno ricevuto il mandato e la messa finale con il vescovo di Gubbio dove gli adc Senior salutavano l’esperienza vissuta, per continuare il nuovo viaggio con un bagaglio molto più ricco.La novità di quest’anno, proprio grazie al tema, è stato l’allestimento di un “Laboratorio – Sala Stampa”, a cura di  alcuni animatori senior specializzati nel settore della comunicazione, con lo scopo di comunicare e far vivere l’esperienza pratica del mondo dell’informazione. Nei cinque giorni di formazione non poteva mancare una figura di riferimento, infatti in vista del 25esimo anniversario del Progetto Policoro,la figura al centro è stata quella di don Mario Operti e,come ha ricordato don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Nazionale PSL all’apertura dei lavori, è importante  seguire le tracce di don Operti e  lasciarsi accompagnare proprio dalle sue parole per essere veri testimoni del Progetto. Il Prof. Giovanni Grandi ha ricordato come ogni Progetto costi fatica e i modi umani per affrontarla sono le leve affettive, in particolare la speranza e il timore; due sentimenti che sono insiti in ognuno di noi e ci attivano verso il futuro. La speranza è il sentimento portante di ogni progettualità, ci spinge sempre verso un cambiamento, è il vedere un bene maggiore che potrebbe entrare nella vita; se siamo capaci di attivare speranza, siamo capaci di navigare verso il bene. Se la speranza ci fa vedere il bene che vorremmo introdurre nella vita, il timore ci fa vedere il bene che vorremmo conservare. Don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana,  ha sottolineato  l’importanza dell’Ascoltare; ascoltare non è facile, ascoltare è captare il particolare e saperlo interpretare. È emerso come ci sia bisogno di una relazione, di una comunicazione che faccia sentire le persone amate, protagoniste, di nuovo dentro la loro vita, capaci di relazioni. Un invito a riflettere è stato lasciato dal Vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino Mons.Domenico Sorrentino, che  rivolgendosi agli animatori durante la celebrazione della prima domenica di Avvento, ha dichiarato che, il talento delle persone, di quelle che hanno un’intelligenza e una libertà, è un talento da far fruttare, bisogna ripensare e  interrogarsi sulla propria vita. Gli animatori hanno avuto modo di approfondire gli aspetti più tecnici del mandato: dalla cornice giuridica e amministrativa dentro cui si realizza il servizio, agli strumenti della progettazione a servizio dell’animatore e di tutte le équipe diocesane. Importanti in questi giorni, sono stati i laboratori, divisi per anni; momenti di estrema profondità ed utilità, dove gli adc di diverse regione, grazie alla maestria dei formatori, hanno avuto la possibilità di confrontarsi tra loro, ma soprattutto di esaminarsi, di viaggiare nell’intimo del proprio cuore e tornare a casa più ricchi e consapevoli di  aver risposto ad una chiamata. Ognuno di noi è una missione su questa terra, ogni impegno, ogni servizio, ogni pastorale è vocazionale, ogni formazione è vocazionale, ogni spiritualità è vocazionale. La vocazione di ognuno non consiste solo nelle attività che si devono fare, anche se in esse si esprimono, essa è qualcosa di più, è un percorso che orienterà molti sforzi e molte azioni verso una direzione di servizio. Bisogna riconoscere per che cosa siamo fatti, qual è il piano del Signore per ciascuno di noi. I  cinque giorni si sono conclusi  con la visita ad Assisi e un forte momento di preghiera presso la Basilica inferiore di San Francesco.

“Orientare il mondo giovanile a vivere la speranza, come atteggiamento di fondo, capace di tenere alti gli ideali. I giovani sono il volto umano della speranza e richiamano tutti alla responsabilità verso il futuro. Educare alla speranza non va confuso con la fatalità, la somma dei sospiri o dei sogni infranti, ma con una capacità di apprendere operoso e di tenere sempre più alti gli ideali” don Mario Operti

 Aurora Capuano

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