Il Vescovo Donato martire, testimone pubblico di una fede sociale

FESTA di SAN DONATO V. e M. – San Donato V.C 07 Agosto 2016

Per molti paesi d’Italia e anche nella nostra diocesi, domenica 07 agosto 2016 è stato un giorno come gli altri, una domenica d’estate nel pieno delle vacanze o delle ferie, per i sandonatesi, abitanti dell’omonimo paese della Valle di Comino, invece è stato certamente un momento speciale, atteso da tutti, compresi i compaesani che si trovano all’estero.

E’ stato il giorno della solenne festa del santo protettore del paese, che ricorre ogni anno in questa data. Pellegrini, curiosi e tanti fedeli hanno riempito le strade e le piazze in attesa dell’arrivo della processione, che porta la statua del santo in giro per il paese.

Facciamo un passo indietro di qualche ora e giorno, inizia la novena presso il santuario, si montano le luminarie, si assembla il palco nella piazza principale, ogni giorno risuona l’inno del santo trasmesso in diffusione per il paese e finalmente ecco il giorno atteso, con la prima messa che scocca alle ore 5 presso il santuario per i pellegrini più mattinieri.

E così un crescendo di gente e di preghiera fino alla messa solenne, quella che precede l’uscita della processione, celebrata come ogni anno, dal Vescovo Gerardo Antonazzo, insieme al cerimoniere vescovile don William Di Cicco, alla presenza del parroco Don Akuino Toma Teofilo, con la collaborazione di altri sacerdoti, diaconi e ministranti. In prima fila anche il sindaco del paese e alcuni altri sindaci dei paesi limitrofi della Val di Comino.

A dimostrazione che la celebrazione e la processione facevano parte di un’unica “festa”, il Vescovo ha voluto iniziare la sua omelia nel santuario per portarla poi a termine durante il panegirico tenutosi nella piazza principale. Il tema di quest’anno ricordava come San Donato abbia combattuto una vera ma pacifica “battaglia della fede”, perché come ricordava il Vescovo, “non si diventa cristiani per caso”.

Il martire Donato ha dato prove spirituali e tangibili di una fede “sociale”, un tipo di fede che è proprio richiesta a tutti noi, in questo particolare momento storico, questa è stata la conclusione, pronunciata proprio nella piazza, il luogo dove oggi è più difficile ormai mostrare di essere cristiani.

Al contrario, durante il passaggio nelle discese, nei vicoli e sotto gli archi, quella fede sociale si è espressa nello sforzo dei portatori, nel canto e nella preghiera, nei gesti di devozione di molti anziani e malati, accompagnati delicatamente a portare il loro omaggio al manto della statua, con un bacio o con un tocco della mano.

Grande folla di persone per le strade e soprattutto nei vicoli che quest’anno hanno avuto l’onore del passaggio del santo, che cambia il suo percorso ogni anno per sfilare a turno davanti alle case di tutti. A portare i vari stendardi e la grande immagine del Santo su telo invece alcuni giovani e ragazzi, perché la festa ha coinvolto tutti, dai piccoli ai grandi. La reliquia fortemente salda nelle mani dei diaconi e dei ministranti.

Poco lo spazio lasciato al rumore, pochi gli occhi rivolti altri, tutti gli sguardi erano rivolti a lui, a San Donato, al protettore per la cui intercessione, secondo molti, si deve la salvezza del paese nel grande terremoto del 1984, di cui San Donato V.C. fu l’epicentro, ma in cui allo stesso tempo non ci fu nessun morto, nessun ferito, ma solo danni alle case, seppure ingenti.

Al termine, come da tradizione, presso la piazzetta del quartiere “il Vallone”, la benedizione impartita dal parroco, con la reliquia e con il segno di croce segnato proprio dal movimento fatto eseguire dalla statua del Santo dai portatori.

Ancora una volta, un bel segno di fede, di devozione, che non si spegne e che lascia intravedere che la “battaglia della fede” per tutti i sandonatesi è ancora viva e sentita.

Piercarlo Gugliotta

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