Veglia di Pentecoste

Preghiere, canti e invocazioni allo Spirito Santo, il Consolatore, in diretta streaming tv

Una Veglia comunitaria di preghiera, di attesa, di invocazione, di ricerca di senso e di speranza, una Veglia giovane. Questo e altro ancora è stata la Veglia di Pentecoste diocesana vissuta da un gran numero di persone, in maggioranza giovani, la sera di venerdì 13 nella Chiesa Madre di Cassino. A guidarla il Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo e con lui molti Sacerdoti provenienti dalle varie zone pastorali della Diocesi. Piena la chiesa, non solo di cresimandi ma anche di giovani più grandi e anche di fedeli; da un lato il gruppo musicale, numerosissimo, con molte voci e molti strumenti: sono del Servizio diocesano di Pastorale Giovanile di Sora e dintorni, suonano e cantano con tutte le loro energie. Sui banchi, in bell’ordine, i libretti ed i ceri rossi, perché ognuno possa seguire e partecipare appieno.

Alle 20,30 la Veglia prende il via e con essa la diretta streaming tv* grazie al servizio diocesano di Francesco Marra. Canti, letture, salmi di introduzione, poi il suggestivo rito della luce: il Vescovo con una candela rossa attinge il fuoco dal Cero Pasquale e lo porge ad alcuni giovani che, a loro volta, con la loro candela vanno ai banchi per accendere i piccoli lumi che ognuno ha ricevuto. E’ un momento fortemente simbolico che vuol ricordare come è Cristo la luce che rischiara il cammino e guida i passi e che siamo in attesa dello Spirito Santo che Gesù ci ha promesso e che verrà con i suoi doni. Ed è un momento particolarmente suggestivo, oltre che significativo: la chiesa viene percorsa da un’ondata di piccole luci che si propagano dall’altare ai banchi e qui di banco in banco. Ognuno riceve la luce e la dona a qualcun altro. Questo è il cristianesimo, ricevere e dare, gratuitamente e per amore. Le fiammelle tremolano e, mentre si canta l’Alleluja, vengono levate in alto, con grande effetto scenografico. Come la nostra fede, spesso piccola e incerta, ma che pure fa luce, e questo emoziona e rassicura, soprattutto perché quella piccola fiamma è insieme a tante altre e si fanno forza a vicenda e illuminano di più.

Nell’omelia il Vescovo Gerardo ha posto l’accento soprattutto su un aspetto dello Spirito Santo, che è “il Consolatore” perché, come già in Isaia 40 (“il Libro della consolazione”), “Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio”. Dio consola e fa rinascere la speranza. Gesù Risorto promette lo Spirito Paraclito che assiste la vita dei credenti. Lo Spirito suggerisce al nostro cuore: Dio ti ama; fidati di Dio; Egli non ti inganna; non dubitare di Lui, sappilo attendere; non credere alle delusioni, non disperare. La tua speranza riposta nel Signore non è illusione, è credibile.

In questo Anno Santo straordinario della Misericordia, ha sottolineato, dobbiamo non solo ricevere la consolazione dello Spirito, ma anche guardare ognuno le lacrime di coloro che ci sono accanto e “consolare gli afflitti”, che è un’opera di misericordia spirituale, dobbiamo accostare chi è in solitudine ed essere anche noi dei “paracliti”, cercare di cogliere qualcosa delle afflizioni altrui e dare consolazione. Tutti abbiamo bisogno di consolazione. Affidiamoci a Maria, consolatrice degli afflitti, che continua a consolare il cammino della Chiesa. Preghiamola, ha esortato il Vescovo, oggi che è la festa della Madonna di Fatima, perché possiamo fare esperienza della consolazione che viene da Dio.

Poi sette ragazzi hanno letto ognuno una invocazione per i sette Doni dello Spirito Santo, intervallati dal canto di un ritornello che dava continuità e unità alla preghiera. E dopo il canto “Vieni Soffio di Dio”, si è recitato il Padre Nostro tenendosi tutti per mano, in una preghiera corale e fraterna. A conclusione, la benedizione solenne del Celebrante e quindi ancora canti, festosi e davvero pieni di speranza. Lo Spirito, infatti, porta gioia e consolazione.

Adriana Letta

* per la diretta streaming tv vedi qui

Album fotografico Alberto Ceccon

 

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