Una giornata al galoppatoio di Collepiano

La pedalata al Galoppatoio di Collepiano, svoltasi domenica 5 luglio, è stata il momento iniziale di una bella iniziativa che ha coinvolto una trentina di persone.

Subito dopo che don Giovanni, dal pulpito della chiesa di Santo Spirito ha proclamato “la messa è finita, andate in pace” – con l’invito a guardare il bene e non il male in ciascuno prossimo – una ventina di ciclisti hanno inforcato la loro biciclette e, con la scorta di due angeli custodi nelle vesti di due vigilesse, hanno cominciato a pedalare in direzione Collepiano.

L’andata – dieci chilometri coperti nell’invidiabile tempo di una quarantina di minuti – è stata piacevole: la lieve brezza che di tanto in tanto soffiava contro il gruppo di ciclisti ha alleviato la fatica di pedalare sotto un sole caraibico.

Giunti senza intoppi al Galoppatoio – un luogo bucolicamente tranquillo, con uno scorcio di Liri che scorreva fresco, e l’ombra di grossi alberi a proteggere il gruppo dal sole – i partecipanti, raggiunti anche da qualche altro amico in auto, hanno cominciato a preparare i tavoli e le vivande per il pranzo.

Panini, torte rustiche, insalate di riso, gateau di patate, lasagne, angurie fresche: di certo non mancava di che nutrirsi. Né di che dissetarsi, tra acqua, aranciate, birre, e dell’ottimo vino. Ma la cosa più importante è stato che il nutrimento del corpo è stato accompagnato dal nutrimento dello spirito. Infatti, come non gioire di quell’immersione nella natura – immersione nel vero senso della parola, considerato che qualcuno ha azzardato una passeggiata nelle acque fresche del fiume – tra il verde dei campi e il placido ruminare dei cavalli poco lontani?

E soprattutto, come non dirsi soddisfatti della possibilità di incontrare nuovi amici, chiacchierare amabilmente, e passare una giornata in maniera riposante, spensierata e divertente?

Al ritorno a Sora, qualcuno si è trattenuto per la messa vespertina, terminando così una giornata di sole, di gioia, condivisione e di crescita relazionale, che ci auguriamo possa essere presto ripetuta.

– Vincenzo Ruggiero Perrino

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