Un nuovo Dicastero nella Chiesa: la “Segreteria per la Comunicazione”

Entra in vigore il 1° ottobre prossimo il nuovo Statuto con il quale Papa Francesco avvia la riforma delle comunicazioni sociali della Chiesa costituendo un nuovo Dicastero, la “Segreteria per la Comunicazione” che raggrupperà tutti gli Organismi finora attivi nei vari campi della comunicazione vaticana. Le premesse per questa “rivoluzione” Francesco le aveva messe già lo scorso anno con il Motu proprio “L’attuale contesto comunicativo” (27.06.2015) in cui preannunciava il riordino e la nuova conformazione delle comunicazioni nella Chiesa. E lo aveva fatto “dopo aver esaminato relazioni e studi, e ricevuto di recente lo studio di fattibilità, sentito il parere unanime del Consiglio dei Cardinali”. Non è un ghiribizzo, dunque, non è una decisione estemporanea, ma meditata e frutto di discernimento e consultazione di un Papa determinato.

Lo scorso 22 settembre è stato pubblicato lo “Statuto”,  approvato ad experimentum per tre anni, che regola il nuovo Dicastero, e formato di 5 capitoli e 19 articoli, l’ultimo dei quali è una norma transitoria, atta ad accompagnare il necessario tempo di riorganizzazione e di confluenza nell’unico corpo, di diversi Organismi: Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali; Sala Stampa della Santa Sede; Servizio Internet Vaticano; Radio Vaticana; Centro Televisivo Vaticano; L’Osservatore Romano; Tipografia Vaticana; Servizio Fotografico; Libreria Editrice Vaticana. C’è, in questo elenco, tutta la storia della comunicazione vaticana, da quel lontanissimo 12 febbraio 1931, in cui Papa Pio XI, valendosi della “mirabile invenzione” di Guglielmo Marconi, indirizzò per la prima volta un radiomessaggio, preannuncio di Radio Vaticana, alle prime Commissioni istituite per “consulenza e revisione ecclesiastica dei films a soggetto religioso o morale” (1948) alla  Pontificia Commissione per il cinema, la radio e la televisione (1954), alle novità portate dal Concilio Vaticano II col documento Communio et progressio (1971) e, dal 1967, con la “Giornata mondiale delle comunicazioni sociali”, fino alle attuali modalità comunicative digitali. Sempre la Chiesa ha avuto un occhio attento a queste “meravigliose invenzioni tecniche”, come le chiamava già nel 1957 nell’ Enciclica Miranda Prorsus Pio XII, e aggiungeva che “benché frutti dell’ingegno e del lavoro umano, sono tuttavia doni di Dio, nostro creatore”.

Certamente i media della Chiesa universale oggi avevano bisogno di una mano riformatrice che li riordinasse sotto una direzione unitaria. E questo ha fatto Papa Francesco, partendo dall’osservazione dell’attuale contesto comunicativo, che definisce “caratterizzato dalla presenza e dallo sviluppo dei media digitali, dai fattori della convergenza e dell’interattività”, che richiede “un ripensamento del sistema informativo della Santa Sede”, e – dice nel Preambolo dello Statuto, “impegna ad una riorganizzazione che, valorizzando quanto nella storia si è sviluppato all’interno dell’assetto della comunicazione della Sede Apostolica, proceda verso una integrazione e gestione unitaria”.

E’ da ammirare questo modo di osservare la realtà, fare discernimento e, pur nel rispetto di quanto è stato fatto, guardare avanti ed essere aperti all’innovazione. Se non fosse così, la Chiesa rischierebbe di ritrovarsi assolutamente isolata e decontestualizzata dalla società, perdendo completamente le sue pecore e il “loro odore”, per dirlo con la metafora di Francesco.

Nel capitolo primo dello Statuto si definiscono natura e competenza della Segreteria della Comunicazione, sottolineando già nell’art. 1 §2, che l’intero sistema deve rispondere “in modo coerente alle necessità della missione evangelizzatrice della Chiesa”, e raccomandando l’unità con la Segreteria di Stato e la collaborazione con gli altri dicasteri.

Nel capitolo II si delinea la struttura del Dicastero, retta da un Prefetto, che “regge, dirige e sovraintende”, coadiuvato da un Segretario, e dai Membri, a cui si aggiungono i Consultori: tutti nominati ad quinquennium dal Papa. La Segreteria è articolata in cinque Direzioni paritetiche, ciascuna con un  proprio Direttore (sempre nominato ad quinquennium dal Pontefice): Affari Generali, Direzione Editoriale, Direzione della Sala Stampa della Santa Sede, Direzione Tecnologica, Direzione Teologico-Pastorale. I compiti delle singole Direzioni sono fissati nel Capitolo III. Il Capitolo IV tratta del Personale e degli Uffici, infine il Capitolo V, formato dall’art. 19, è la norma transitoria.

Alcune cose in particolare colpiscono: l’apertura a innovazioni tecniche e nuove forme di comunicazione possibili in futuro (v. art. 1 §3, art. 11 §2 e art. 9 §2); lo stile sinodale di confronto e collaborazione con altri dicasteri e organismi; l’attenzione costante alla dimensione universale della comunicazione della Santa Sede e al tempo stesso alle differenti condizioni di sviluppo delle Chiese particolari. C’è di che riflettere, davvero.

Che cosa la Chiesa Italiana e nello specifico noi della Pastorale Digitale della Chiesa particolare di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo possiamo far nostro e applicare di tante indicazioni della Chiesa universale? Ci sarebbe molto da dire, ma mi limito a due sottolineature, credo le più fondanti. Prima: tutto deve funzionare e concorrere a quella che è la missione evangelizzatrice della Chiesa. Questo è lo scopo principale che deve illuminare ogni notizia, ogni servizio informativo e giornalistico. Seconda: dobbiamo anche noi avere una “visione teologica della comunicazione a cui conformare il contenuto di ciò che si comunica” e quindi curare una formazione teologico-pastorale dei membri della Pastorale Digitale, attingendo anche a quelle “reti” che la Direzione Teologico-Pastorale della Segreteria intende tessere con le Chiese particolari e le associazioni attive nel campo della comunicazione (v. art. 12).

Riusciremo? Non so, ma con tutta umiltà dobbiamo lavorare per riuscire nell’intento. E saremo anche noi a “sensibilizzare il popolo cristiano affinché prenda coscienza dell’importanza dei mezzi di comunicazione, nella promozione del messaggio cristiano e del bene comune” (v. art. 12 §4).

Adriana Letta

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