Il Signore guarisce dalla schiavitù del pensiero dominante

Il Vescovo Antonazzo conferisce il Sacramento della Cresima nella chiesa di S. Bartolomeo Apostolo in Cassino

Una tappa importante nella vita di 22 giovanissimi ragazzi appartenenti a due diverse comunità parrocchiali cassinati, S. Bartolomeo Apostolo e S. Antonino: dopo il cammino di preparazione hanno ricevuto insieme domenica 9 settembre il Sacramento della Confermazione o Cresima dal Vescovo diocesano Gerardo Antonazzo che ha presieduto la solenne Celebrazione.  A concelebrare, il Parroco ospitante, Padre Aurelio, il Parroco di S. Antonino, Don Mario Colella, il vice parroco. I Cresimandi, accompagnati dai loro catechisti, da padrini e madrine e da genitori e familiari, hanno celebrato quello che è e dovrebbe essere sempre un importante rito di passaggio, per diventare, o meglio: per crescere via via come cristiani sempre più consapevoli e responsabili. Certamente hanno bisogno ancora di essere accompagnati dagli adulti di riferimento, ma la Chiesa dà loro fiducia, li invita a compiere le proprie scelte di vita in modo sempre più autonomo alla luce del Vangelo.

In questo cammino impegnativo ma esaltante, il Vescovo Gerardo li ha aiutati ad entrare quando, durante la celebrazione, ha affidato a loro, in rappresentanza di tutta l’assemblea presente, le parole del Credo, pronunciate solo dalle loro fresche voci, o quando ha rivolto loro le domande di rito, a cui ciascuno ha risposto dichiarando pubblicamente la propria volontà di ricevere il Sacramento, o ancora quando, nel momento della Cresima, dopo l’unzione con il sacro crisma, con il sorriso e la carezza di un padre ha trasmesso coraggio e fiducia.

Oltre che con i gesti, ha poi rivolto loro le parole dell’omelia, attingendo alle letture della liturgia del giorno particolarmente pertinenti. Infatti, commentando la guarigione del sordomuto, ha fatto notare che la parola di Gesù Effata, Apriti!, è rivolta oggi anche a noi che, divenuti spesso sordi e muti spiritualmente pur avendo ricevuto la gioia di parlare con Dio e di Dio, torniamo ad essere “ammalati”. Nella narrazione di questo miracolo, ha proseguito Antonazzo, colpisce un dato: prima di intervenire a guarire il sordomuto, Gesù lo allontana dalla folla. Se noi oggi siamo sordi e muti nei confronti di Dio è perché la folla ci ammala, ci turba, ci fa male, ci domina. Sono la moda, i social, la cultura di oggi che ci spingono a pensare e agire “secondo gli altri”, non secondo noi stessi, omologando il nostro pensiero a quello più diffuso. Il pensiero dominante ci schiavizza, non ci fa essere noi stessi. Il dono dello Spirito oggi vuole tirarci fuori dalla folla e aiutarci ad incontrare il Signore e a parlare di Lui.

E rivolto agli adulti presenti ha chiesto: ci rendiamo conto che oggi la folla non ci fa pensare con la nostra mente? Le parole degli uomini ci dominano, la Parola di Dio non ci fa più nessun effetto, non la ascoltiamo, non la testimoniamo. E’ un paradosso! Se non parliamo col Signore e del Signore, vuol dire che parliamo di altro e di altri e allora dove si realizza e si compie il nostro Battesimo e l’essere cristiani? Se non ci fermiamo un attimo a verificare il nostro cammino di adulti, genitori, padrini e madrine, quello che stiamo facendo per questi ragazzi è tempo perso! è un dono di Dio che viene sprecato e ne dovremo rendere conto.

Lasciamoci guarire dal Signore, ha esortato il Vescovo. Oggi si riapre nella nostra vita cristiana la possibilità di ascoltare di nuovo il Signore, e lo stiamo facendo in questo momento! E’ una grazia che dovrebbe farci felici riscattandoci dal dominio della folla. Non pretendiamo dai ragazzi quello che noi adulti ancora non facciamo. Ascoltiamo la Parola di Dio per comprendere le promesse di Dio, ciò che Lui è capace di fare per noi e diventiamone felici testimoni. Chiunque ha imparato ad amare il Signore non può che ricevere sempre grazia e luce, bellezza, fiducia, misericordia, consolazione, speranza.

A seguire, la preghiera e l’imposizione delle mani a invocare lo Spirito Santo e il conferimento del Sacramento della Cresima ai 22 ragazzi, ognuno dei quali. accompagnato dal proprio padrino o madrina, si è recato davanti al Vescovo e, chiamato per nome, ha ricevuto l’unzione con il sacro crisma. Alla Comunione, solo i neo-cresimati l’hanno ricevuta dal Vescovo nelle due specie, del pane e del vino, come un privilegio tutto loro. Infine, la Benedizione conclusiva e la classica foto-ricordo di gruppo con la distribuzione, da parte della Parrocchia, dell’attestato e di un ricordino.

E’ giusto che la comunità continui a seguire con la preghiera questi giovani, perché nessuno più diventi o ridiventi “sordomuto”.

Adriana Letta

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