Sfollati. Il dramma della popolazione civile del cassinate 1943-1945

Presentato il documentario “Dopo Cassino Piedimonte S. Germano”

Si è svolta a Cassino sabato 6 giugno, presso la Biblioteca Comunale “P. Malatesta”, per iniziativa dell’associazione Antares, una interessante conferenza sul tema “Sfollati. Il dramma della popolazione civile del cassinate (1943-1945). Conferenza in memoria di Eugenio Maria Beranger“.

A moderare il convegno il giornalista Antimo Della Valle, amico personale ed estimatore del compianto Eugenio Maria Beranger, archeologo, storico, ricercatore, scomparso prematuramente all’inizio di questo anno. Un pubblico interessato ed attento, chi solo per passione e personale desiderio di conoscenza della storia della propria terra, chi perché testimone o toccato personalmente o nella propria famiglia da quei tragici fatti, ha seguito lo svolgimento della conferenza a più voci.

Il primo intervento è stato di Fernando Riccardi, storico, caporedattore del quotidiano L’Inchiesta, che ha fornito un preciso quadro della situazione della popolazione civile di Cassino e del territorio circostante in quei drammatici anni ’43-’44. A conclusione, ha ringraziato l’associazione Antares per aver promosso l’iniziativa, perché il documentario, basato sull’ultima intervista di Beranger poco prima di morire, ricostruisce con precisione e completezza una situazione storica e risulta particolarmente interessante, venendo a colmare una lacuna. Ha anche immaginato che “da lassù il buon Dom Faustino e Beranger, entrambi valenti storici di questo territorio, stiano parlando e manderanno un segno di approvazione perché è stato portato a termine il lavoro in cui si erano spesi…”.

Gaetano De Angelis-Curtis, Presidente del CDSC Onlus Cassino, ha ricordato Eugenio Maria Beranger e la sua intervista, di cui si era occupata la rivista “Studi Cassinati”, poi ha chiarito vari aspetti dello sfollamento dei civili, non solo quello volontario o indotto, ma anche quello coatto, attuato prima dai tedeschi verso il Nord Italia, e poi dagli alleati verso il Sud. Ha indicato la data del bombardamento dell’aeroporto di Aquino, il 19 luglio 1943, come l’inizio della comparsa della guerra su questo territorio, con grande risonanza in tutta la valle del Liri. Ha elencato poi i terribili episodi di bombardamenti che seguirono in zona, per cui dall’armistizio dell’8 settembre fino al 18 maggio, per le popolazioni locali fu una lotta giornaliera per sopravvivere, avendo in casa un esercito prima alleato e d’improvviso incattivito e nemico occupante. I civili cercano di abbandonare le proprie case ma senza allontanarsi troppo, ma la vita diventa sempre più difficile, poi lo sfollamento vero e proprio da parte dei tedeschi. Dopo lo sfondamento della Linea Gustav, le persone cercarono di tornare nella propria terra, ma poiché non era possibile avere una qualità di vita sufficiente, il Comando americano le istradò verso sud. Quando, a guerra finita, gli sfollati tornarono da nord e da sud, non trovarono che devastazione e rovine, nuove sofferenze, proiettili inesplosi che continuavano ad uccidere e mutilare, niente alberi, vegetazione insufficiente, ma si rimboccarono le maniche e pian piano iniziarono l’opera di ricostruzione.

Questo aspetto è stato sottolineato dal moderatore Della Valle: non ci furono solo le sofferenze della guerra, ma anche quelle del dopo e questo occorre farlo sapere e capire ai giovani.

L’assessore comunale alla Cultura, Danilo Grossi, nel porgere il saluto suo e dell’Amministrazione, ha ribadito l’importanza di questo incontro che, insieme ai tanti svolti in questi due anni per il 70° della distruzione e i 100 anni dallo scoppio della prima Guerra Mondiale, è come una nuova tessera di un grande puzzle che si va componendo e che aiuta a capire anche i conflitti e i drammi di oggi.

Roberto Molle, esperto conoscitore della storia locale e di strategie militari, ha illustrato, con l’aiuto di slide, gli avvenimenti bellici di quel periodo, osservando come le sofferenze e le atrocità della guerra siano state viste e tuttora siano viste dalla popolazione civile con grande fatalismo, come cose che “dovevano accadere”.

Infine, prima di mostrare il documentario, prodotto dallo Studio Joker Image di Udine e coprodotto dall’associazione onlus Antares, il moderatore ha dato la parola al regista, Roberto Mario Cuello, di Udine. Questi, che per realizzare il documentario ha avuto modo di intervistare molti testimoni, ha ringraziato tutti per “aver aperto le case, il cuore e i sentimenti” ed ha affermato che ha fatto questo lavoro come un piccolo contributo perché queste stragi non si ripetano mai più. Infine ha detto: “Io racconto ai miei conterranei le vostre storie che mi hanno appassionato. Vorrei che si potessero raccontare qui le storie del Nord”.

E’ stato quindi proiettato il documentario, davvero interessante e toccante, perché mostra sia la competenza e la passione di Eugenio Maria Beranger, sia l’anima di un popolo che inerme si è trovato in mezzo ad una terribile tragedia ma ha reagito con coraggio, con semplicità ed eroismo, ed anche con spirito, nonostante tutto.

Adriana Letta

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