Un nuovo “Servo di Dio” per la nostra Diocesi: don Josif Mihai

Ordinazione presbiterale di don Josif Mihai (Giuseppe)

Nella Chiesa Cattedrale di Santa Maria Assunta in Sora, domenica 25 agosto 2019 alle ore 18, si è svolta la cerimonia di ordinazione presbiterale di don Josif Mihai, per tutti don Giuseppe, con l’imposizione delle mani del vescovo Gerardo Antonazzo. Don Josif ha prestato il proprio servizio diaconale in Valle Roveto, e a questo emozionante appuntamento erano presenti le comunità di Balsorano e Pero dei Santi, con le rispettive amministrazioni comunali, tanti sacerdoti diocesani ed in particolare don Nello Crescenzi e alcuni parrocchiani di San Pietro, a Cassino, dove don Josif andrà ad esercitare il proprio ministero nel mese di settembre. Ad animare la celebrazione il coro della Cattedrale diretto dal Mº Giacomo Cellucci.

Nell’omelia, il Vescovo si è rivolto a don Giuseppe: «Il tuo ministero deve incarnare con chiarezza la passione per la missione salvifica. Ti stia sempre a cuore la salvezza dei fratelli: “Mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno” (1Cor 9,22). Sì, caro don Giuseppe, il tuo amore per gli altri deve riguardare tutti, a partire dagli ultimi: “Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio”. Caro don Giuseppe – ha proseguito il Vescovo – l’ordinazione presbiterale ti rende partecipe della missione salvifica di Cristo, ti fa ardere il cuore di compassione per la salvezza dei fratelli e delle sorelle del nostro tempo. Il tuo cuore sia colmo di gratitudine per la fiducia e per la misericordia di Dio su di te. Don Giuseppe, abbi cura della tua stessa salvezza. Prenditi cura di te come credente e come presbitero, a partire dalle profonde ragioni della tua vocazione, ravvivate da un permanente discernimento sulla fedeltà alla chiamata divina. Guardati bene dal rischio di adagiarti, dalla tentazione delle comodità, dalle dissipazioni del cuore, ingannato dalla ricerca narcisistica del proprio benessere. La ricerca di sicurezze e gratificazioni sfigura il vero volto del nostro servizio ai fratelli, e rende irriconoscibile il perché del nostro essere diventati preti. Deturpa il volto della nostra sequela di Cristo e della nostra Chiesa. Se come preti perdiamo per primi la memoria di Dio, per lasciare spazio tornaconti e calcoli di comodo, il nostro servizio perde di consistenza, il cuore si indurisce, gli altri non conteranno più. Affido a te, caro don Giuseppe, la medesima esortazione che l’apostolo rivolge a Timoteo: “Custodisci ciò che ti è stato affidato” (1Tim 6, 20)».

Al termine della celebrazione, l’abbraccio commosso dei fratelli presbiteri e dei fedeli presenti a don Josif, con l’augurio di un fecondo e proficuo ministero sacerdotale nelle comunità che il Signore, attraverso l’azione dello Spirito, vorrà affidargli.

Alessandro Rea

foto Piercarlo Gugliotta

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