Seconda intensa giornata del Festival DSC

A conclusione della due-giorni di riflessione a più voci sui temi economici, giuridici e sociali, soddisfatti gli organizzatori

Sessione mattutina: ECONOMIA

Il Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, organizzato dal Comitato S.A.L.E., ha riaperto i suoi battenti puntualmente venerdì 3 febbraio per affrontare un’altra serie di temi quanto mai interessanti ed attuali. Il Presidente Francesco Rabotti, salutato il pubblico, tra cui molti studenti, che man mano ha riempito ancora l’aula 002 “F. Salerno” al polo della Folcara a Cassino, ha lasciato la parola al coordinatore della mattinata, Angelo Astrei, l’artefice della bellissima grafica che ha arricchito la manifestazione. Pronto l’operatore Enrico Mancini, della Pastorale Digitale diocesana, a garantire la diretta streaming tv dell’evento, si è iniziato a parlare di Economia, alla ricerca di nuovi modelli, partendo dalla frase: “Infarto del capitalismo – dittatura del denaro bancarotta dell’umanità – nuovo paradigma”.

Il primo a prendere la parola è stato il prof. Raffaele Maione, Docente UNICLAM, il quale, esaminando l’economia sociale e del lavoro nelle encicliche dei Papi fino all’Economia di comunione del Movimento dei Focolari e a Papa Francesco, che insiste sulla presenza del Terzo Settore per creare democrazia partecipativa e comunità virtuose, ha concluso che è necessario ripartire dall’Economia sociale e civile in cui nessuno sia schiavo, ma tutti responsabili di un’Economia che ponga al centro la persona umana.

E’ stata poi la volta di Leonardo Bianchi, costituzionalista  Docente all’Università di Firenze, il quale si è riferito agli articoli della Costituzione che parlano di Economia, in particolare 3, 4 e 41, mostrando come i principi economici costituzionali si richiamano proprio alla Dottrina Sociale della Chiesa, prevedendo anche la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa “per un miglior andamento della produzione” e per “fini sociali”. Ha segnalato l’importanza della manutenzione di tali principi costituzionali che sono altrettanti valori. Bisogna, in conclusione, cercare una rigenerazione dei paradigmi di lavoro in rispetto sia della DSC sia dei principi della Costituzione.

Quando gli è stata data la parola, Giacomo Gargano, Presidente Federmanager Roma e Unione Dirigenti Industriali Lazio, in rappresentanza di oltre 20.000 manager, si è detto contento dell’invito e commosso, essendo nativo di Cassino e chiamato per la prima volta in questa Università, dopo aver parlato e incontrato studenti di tanti altri atenei. “Credo fermamente – ha detto – che la Dottrina Sociale della Chiesa rappresenti un osservatorio privilegiato della realtà socio-economica contemporanea  indispensabile per comprendere come siamo arrivati fino ad oggi”. Poiché quella odierna è “una crisi economica, sociale e valoriale”, occorre interrompere un circolo vizioso di passività e rassegnazione, egoismi e personalismi, costruire insieme un circolo virtuoso che abbia al centro il Bene Comune e comprenda un approccio etico, una società equa, uno sviluppo sostenibile, una responsabilità collettiva ed un sistema fondato sulla fiducia.

Il prof. Oreste Bazzichi, Docente presso l’Università Seraphicum, ha svolto un excursus storico sull’economia francescana: fu un francescano, S. Antonino da Firenze, il primo, nel ‘200, a dare una definizione di “capitale”, ma anche di “giusto prezzo”, di “valore economico d’uso”; francescani furono i primi “Monti di pietà”. Venendo all’oggi, in cui il capitalismo è in crisi, si comincia a parlare di nuovi modelli di capitalismo: quello che ammette ammortizzatori sociali, o della bio-economia, dell’economia civile, dell’economia sociale di mercato o capitalismo buono, economia di comunione, società a costo zero, modello del samaritano… Come sempre, al termine della sessione il dibattito tra relatori e ascoltatori è servito ad un confronto utile a chiarire e approfondire alcuni aspetti.

Sessione pomeridiana: DISEGUAGLIANZE – FRAGILITA’ – RELAZIONI

Nell’ultima sessione, in cui il tavolo era coordinato da Maria Cristina Tubaro, Vicepresidente del Comitato S.A.L.E., l’attenzione è stata focalizzata sull’equa distribuzione dei frutti della terra e del lavoro umano, che è un dovere morale e per i cristiani un “comandamento”.

Un sentito e caloroso messaggio di vicinanza da parte del Card. Renato Raffaele Martino, è stato letto pubblicamente prima di iniziare i lavori. Il primo intervento è stato del Vescovo diocesano Gerardo Antonazzo che ha indicato nella parabola di Lazzaro ed il ricco l’icona che abbraccia contemporaneamente tutti i temi di questa sessione del Festival DSC, parabola che è al tempo stesso un compendio di Dottrina Sociale. Denuncia una relazione impedita a causa di un esasperato egoismo che condanna all’esclusione e abbraccia il sottotitolo del Festival: fuori dall’io, dentro la realtà che io, ha detto, interpreto come dentro la realtà non delle cose, ma dell’altro. Il “noi”, infatti, non può essere formato da tanti “io”, da tanti egoismi in conflittualità. Per avere un “noi” reale, condiviso, di collaborazione e di comunione, di contenuti, bisogna passare per l’alterità, per dare a tutti e a ciascuno accoglienza, identità, rispetto: questo può permettere la crescita di tutti. Citando il recente Rapporto Oxfram, che mette in risalto l’enorme divario tra i pochissimi che detengono enorme ricchezza e le moltitudini di poveri, ha affermato che occorre creare una nuova consapevolezza e un’economia che sia a vantaggio di tutti.

Il Festival, ha osservato, ha messo in luce un enorme patrimonio di menti, perciò il contributo che come cristiani possiamo dare dobbiamo metterlo in campo, l’etica non può essere separata ancora a lungo dall’economia e dal mercato. La DSC offre un orizzonte di pensiero che dà spazio a esperienze e proposte.

Il vescovo Gerardo ha poi lasciato una parte del suo tempo a due giovani, Erica Busetto e Riccardo Evangelista, perché illustrassero, nella parte generale e nei dati e nei “gesti concreti”,  il Progetto Policoro, un progetto della Chiesa italiana nato nel 1995 da un’idea di Don Mario Operti, destinato ai giovani disorientati e in cerca di lavoro, operativo anche nella nostra Diocesi. Hanno ricordato anche altre iniziative simili nate in Diocesi, come il Socialledding e ImprendiLab, ed un progetto di microcredito, “S. Martino”, che sta per essere varato. Perché: “Non esistono formule magiche per creare lavoro. Occorre investire nell’intelligenza e nel cuore delle persone”.

Secondo Don Gennaro Curcio, Segretario dell’Istituto internazionale J. Maritain di Roma, le diseguaglianze nascono dalla fragilità delle relazioni ed è proprio dall’insoddisfazione che nascono le fragilità. Parlando di sperequazioni economiche, di geografia della fame, di intollerabili concentrazioni di ricchezza in una minoranza, ha affermato che bisogna ritornare alla logica dei principi solidaristici della persona, e che la dignità e il rispetto dell’altro passano attraverso la libertà e responsabilità di ognuno di noi. Per un’economia più umana e un mondo solidale, devono trovar posto il principio della gratuità e la logica del dono.

Il giornalista Gianfranco Marcelli, già vicedirettore di Avvenire, di fronte ai pericoli della concentrazione editoriale dell’informazione, che può far mancare il pluralismo, il rispetto del pubblico di fruitori, e far prevalere il pensiero dominante o politically correct al posto dei contenuti validi (pericoli ben individuati nel Compendio di DSC), è possibile ancora fare qualcosa attingendo all’ispirazione cristiana. Il cristianesimo ha sempre avuto risorse di pensiero in grado di contrastare questo dis-umanesimo.

Don Davide Lorenzetto, sacerdote di Verona venuto a rappresentare Don Adriano Vincenzi, Presidente della Fondazione Toniolo, organizzatore del Festival nazionale di DSC a Verona, ha spiegato che la vita, cristianamente intesa, non è fatta di antitesi ma casomai di paradossi e bisogna attingere dalla Parola di Dio parole “sapienziali”. La fragilità, ad es., ha generalmente un’accezione negativa, ma nella logica del paradosso, l’essere vulnerabili e fragili è l’unica breccia per far entrare un vento di cambiamento. Per riparare una relazione fragile, una diseguaglianza, occorre la giustizia: in termini biblici significa avere a cuore la relazione con l’altro. Così Dio è giusto perché è fedele alla sua alleanza.

Intervenendo a parlare sulla responsabilità sociale dell’impresa, Vincenzo Formisano, Docente dell’ateneo cassinate, ha sostenuto che l’obiettivo  principale dell’impresa non può essere solo il profitto, ma al centro di tutto, per combattere le diseguaglianze, bisogna mettere il lavoro, che rende l’uomo dignitoso e capace di intessere relazioni. Per andare verso una società migliore l’impresa deve rispettare i principi etici e questo le conviene.

In ultimo, Davide Ciferri, del Segretariato ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), ha illustrato, dati alla mano, la situazione attuale, poco sostenibile, di grande sperequazione economica, paragonandola ai richiami della Laudato si’ ed ha presentato poi l’Agenda ONU 2030, che per superare l’attuale bivio storico, propone di tendere ad uno sviluppo sostenibile per tutti. Una visione integrata dello sviluppo sostenibile è basata su quattro pilastri: Economia, Società, Ambiente, Istituzioni.

Un’infinità di stimoli e suggestioni ha saputo offrire questa sesta edizione del Festival DSC, una spinta a riflettere, approfondire e a mettersi in gioco, da cristiani, forti dei principi della Dottrina Sociale della Chiesa.

Nei due giorni del Festival, nel corridoio è rimasta esposta una interessante Mostra dal titolo: “Le radici: la nascita della Costituzione Repubblicana nei giornali dell’epoca”, realizzata dal CE.R.S. “Centro Ricerche Sociali Vittorio Bachelet” di Colleferro, che ripercorre, attraverso le prime pagine (alcune in originale!) dei quotidiani, ricostruisce anni cruciali della storia del nostro Paese (v. foto).

Adriana Letta

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