Riapertura della chiesa di S. Angelo in Theodice

Comunità in festa per la riapertura della chiesa parrocchiale dopo i lavori di ristrutturazione che hanno restituito una bellezza inaspettata

Il Parroco Don Nello Crescenzi dedica la chiesa ai bambini

Una comunità in festa, sabato 15 giugno, si è radunata all’esterno della chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista in S. Angelo in Theodice, in attesa che giungesse il Vescovo, mons. Gerardo Antonazzo, per la riapertura della chiesa dopo i lavori di ristrutturazione e consolidamento che l’hanno tenuta chiusa per quattro mesi. Si sentiva la gioia dei cuori, la soddisfazione di aver fatto tutti, chi in un modo chi in un altro, qualcosa di concreto per aiutare e sostenere l’amato Parroco Don Nello Crescenzi nel difficile compito. E’ giunto anche il neo-Sindaco Enzo Salera, a rappresentare la città di Cassino, di cui S. Angelo è frazione, e si sono schierate le associazioni combattentistiche e d’arma. La presenza del Vescovo garantiva che era proprio vero e non un sogno, e che sarebbe stata solenne la Celebrazione. E infatti l’arrivo del Vescovo Gerardo e dei Concelebranti, Don Nello, Don Lorenzo Vallone (finora viceparroco, nominato Amministratore parrocchiale a S. Ambrogio sul Garigliano), Don Luigi D’Elia, parroco della vicina S. Maria della Valle e il diacono Don Giuseppe, ha dato inizio alle preghiere di rito, seguite dall’apertura della Porta, a cui il Vescovo ha bussato con il Pastorale, alla benedizione degli astanti e della statua di San Michele che è stata riportata in chiesa e lì ricollocata.

Emozionante per tutti l’ingresso in chiesa, perché si è presentata smagliante di bellezza, dalle linee pulite ed essenziali, alleggerita e luminosa per il nuovo pavimento in marmo e per le pareti bianche e molto ben illuminate, che conducono lo sguardo verso l’alto, al bellissimo Crocifisso mirabilmente restaurato e alla volta, antica e sconosciuta, riscoperta durante i lavori come un dono inatteso: una volta a mattoncini stupenda e sapientemente valorizzata. Una sorpresa inaspettata. Un po’ mutato il presbiterio, con l’altare di prima, solo un po’ arretrato, mentre la Sede e l’Ambone sono nuovi. Questi sono stati benedetti dal Vescovo Antonazzo all’inizio della Celebrazione Eucaristica, che è stata animata dal Coro parrocchiale che, cambiata collocazione, si è posizionato in fondo alla chiesa in alto, dove si trova l’organo.

Altri cambiamenti e novità riguardano la sacrestia come pure il battistero, che è stato realizzato significativamente sotto la statua di S. Giovanni Battista, ad un livello più basso. La bellezza dell’edificio rinnovato della chiesa, ha osservato Mons. Gerardo nell’omelia, è frutto di lavoro e impegno finanziario, realizzato grazie al contributo dell’8 per mille a favore della Chiesa Cattolica, ma non è niente se non c’è altrettanta bellezza nella chiesa delle persone, cioè nella comunità parrocchiale, che vive e deve vivere da “tempio vivo di Dio”. Poi, essendo la Messa vigiliare della festa, ha parlato della SS.ma Trinità, che opera nella chiesa a nostro vantaggio, per la salvezza di tutti, perché “non c’è chiesa senza il mistero trinitario”. Edificare il tempio, ha proseguito, richiede grande impegno e sforzi di ogni genere, ma edificare la comunità cristiana a immagine della Trinità richiede un impegno ancora più grande per costruire la comunità basata sull’amore fraterno, “una comunità in comunione”. Infine ha esortato a pregare per crescere nella bellezza che va oltre la bellezza del tempio, nella bellezza che deve splendere per la presenza della Trinità che abita e opera nella comunità.

Prima della Benedizione conclusiva, Don Nello ha preso la parola per ringraziare il Vescovo e tutti coloro che hanno contribuito per realizzare i lavori e per organizzare la giornata odierna e li ha nominati tutti, con grande attenzione alle singole persone, e ha detto che questo tempio rimesso a nuovo lo vuole dedicare “ai bambini di S. Angelo”, che non solo usufruiranno di questa chiesa ma che si impegneranno a fare bello il tempio della comunità vivente delle persone. Già domani un gruppo di bambini riceverà la Prima Comunione. Poi ha invitato l’arch. Francesco Livio Rossini, progettista e direttore dei lavori, a illustrare brevemente le caratteristiche della chiesa, uno degli edifici “risorti” dopo la guerra. Lo stile, ha detto Rossini, è la riproposizione dei canoni bizantini, con la presenza classica di 12 pilastri rappresentanti i 12 apostoli, il tema ricorrente dell’arco che viene riportato in tutti i luoghi liturgici, sede, ambone, battistero, e “questa grande cupola” che con particolare difficoltà abbiamo voluto riportare alla bellezza e maestria di chi ci ha preceduto e ci ha regalato questa che di per sé è un’opera d’arte, è quasi un abbraccio. Altro elemento caratterizzante è la bicromia: il nero, segno della saturazione, della completezza, della totalità, rimanda alla dimensione divina, e il bianco rimanda alla condizione umana, così come due sono i gradini del presbiterio per rimandare al divino e all’umano.

L’emozione e la soddisfazione riempivano l’assemblea che ha applaudito calorosamente. Poi, come una vera comunità, i santangelesi hanno preparato un buffet per tutti, portando ognuno qualcosa e condividendo: un gesto bellissimo, fatto con semplicità e naturalezza, che sembra rispondere alle parole del Vescovo che raccomandava l’amore fraterno per far splendere la gloria della Trinità presente. Dunque, una riapertura alla grande, del tempio e dei cuori.

Adriana Letta

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