Precetto Pasquale in caserma

Il Vescovo Antonazzo celebra a Cassino la Messa per l’80° Reggimento “Roma”

Precetto Pasquale nella caserma dell’80° Reggimento R.A.V. “Roma” di Cassino giovedì 6 aprile. A presiedere la celebrazione, il Vescovo, mons. Gerardo Antonazzo, a concelebrare con lui il cerimoniere Don William Di Cicco ed il cappellano militare Don Mauro. Gremito il salone adibito a chiesa per l’occasione, militari, personale della Caserma, Autorità civili, tra cui il Sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro, e militari, oltre che rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma; ad animare la liturgia la Corale polifonica del Comune di Ausonia.

Il cappellano della caserma, Don Mauro, ha porto il saluto iniziale di ringraziamento al Vescovo e a tutti gli intervenuti, con un pensiero anche a coloro che non ci sono più ma che hanno fatto parte della grande compagine dell’80° Reggimento “Roma”.

Iniziata la celebrazione in questo “preludio” di Pasqua, dei militari hanno proclamato le letture del giorno, su cui si è soffermato il Vescovo Antonazzo nell’omelia. Ponendo al centro la figura di Abramo, personaggio importante ed emblematico, presentato già molto anziano e senza figli, cosa che nella mentalità diffusa era considerato un disonore ed una maledizione, il Vescovo ha fatto notare come Dio interviene in questa storia con una proposta di alleanza perenne e una promessa, umanamente incredibile: diventerai padre di una moltitudine di nazioni e, a lui pastore e non proprietario di terre, promette:  la terra dove sei forestiero, tutta la terra di Canaan, la darò in possesso per sempre a te e alla tua discendenza dopo di te. Unica condizione che pone Dio: Da parte tua devi essere fedele alla mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione (Gen 17,3-9). Ecco, ha fatto notare il Vescovo, due sono gli aspetti da considerare: la promessa e la fedeltà. Due dimensioni particolari anche per la vita di tutti noi. Dio è il Dio delle promesse, sogna e aiuta a sognare cose belle, nobili, di valore. Noi siamo meritevoli di promesse perché capaci di fedeltà. Lo abbiamo chiesto, ha aggiunto, nella preghiera iniziale della Messa: questa tua famiglia che ha posto in te ogni speranza, resti fedele all’impegno del Battesimo, e ottenga in premio l’eredità promessa. A volte si è frettolosi nell’esigere ma senza responsabilità, nel pretendere ma senza impegnarsi. Dio vuole un rapporto di reciprocità, basato sulla continuità tra promessa e fedeltà: lo possiamo ripensare in ogni ambito di vita, nella vita di coppia, di amicizia, nell’attività professionale, nei ruoli di responsabilità. Non può che far bene a noi e a tutti. Ogni fedeltà merita le promesse che quell’impegno comporta e ogni promessa esige la nostra fedeltà. Di questo abbiamo bisogno tutti i giorni, la persona fedele è anche affidabile. Allora avvicinandoci alla Pasqua, restiamo fedeli ai nostri impegni, e meriteremo ciò che Dio ci promette.

Prima della benedizione conclusiva, impartita dal Vescovo, il Comandante del Reggimento, col. Francesco D’Ercole, ha letto la toccante Preghiera della Patria: tutti hanno ascoltato partecipi sull’attenti. Terminata la celebrazione, il col. D’Ercole ha pronunciato parole di ringraziamento per il vescovo e per i presenti, ricordando i Caduti ed invitando tutti, sulla scia delle parole del vescovo e riferendosi anche ai gravi e preoccupanti fatti accaduti in Siria, ad andare incontro alla Pasqua in modo più attento e consapevole, prendendosi tempo per pensare e meditare e ricercando la pace. A lui ha risposto Antonazzo, augurando a sua volta una Santa Pasqua, che “porti santità nella vita di tutti”.

Adriana Letta

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