Non è così fra di voi

Commento del Vangelo del 18 ottobre 2015

È un vangelo talmente destabilizzante da avere gettato le prime comunità in una specie di paura! Un vangelo talmente forte da avere il coraggio di rimproverare anche la voglia di essere felici dopo la vita, non senza essersi sacrificati.

Il paradosso è cercato da Marco: due discepoli che hanno appena sentito il terzo annuncio della Passione. Peggio: gli altri dieci se la prendono con loro per avere per primi preso l’iniziativa!

Gesù forse sconcertato, ma molto chiaro e schietto, sa che il suo Regno è servizio, sa che questa sua posizione gli costerà del sangue e questi parlano di privilegi e di cariche, di bonus e di benefit.

Sembra di leggere uno degli squallidi resoconti di questi giorni in cui politici meschini e piccini sprecano denari pubblici mentre molte famiglie scivolano nella disperazione.

Una pagina sincera, che ci obbliga a guardare al nostro modo di essere Chiesa. Penso, in particolare, a quanti hanno compiti e responsabilità all’interno della comunità: vescovi, sacerdoti, ma anche catechisti e animatori.

Si vedono sacerdoti in età di pensione e pieni di acciacchi portare ancora l’immenso dono del Pane di Vita in piccole comunità sperdute e giovani passare il loro sabato libero a giocare con i ragazzi in un polveroso e improbabile campo di calcio in periferia. Ma ho anche visto (e sento dentro di me), la tentazione dell’applauso e della gloria, del riconoscimento sociale dello sforzo, del risultato che, in qualche modo, deve essere visibile e quantificabile.

Penso che dobbiamo ancora fare tanta strada, stare attenti a non cadere nell’inganno della mondanità, guardare sempre e solo al “Maestro che ha amato”, senza attendersi dei risultati e ottenendoli proprio dando il meglio di sé, in assoluta umiltà e mitezza.

È naturale che ci sia il desiderio di emergere, di prevalere, di primeggiare, anche nella Chiesa. È da discepoli, invece, fare come lui: mettersi a servizio del Regno.

Così possiamo affrontare la storia, anche quella insanguinata che uccide i cristiani inermi nei paesi travolti dalla follia del Califfato. Così possiamo raccontare il vangelo all’uomo d’oggi, e questa domenica ricorda lo stile con cui farlo, senza cedere, anche nelle nostre piccole realtà, alle logiche mondane del dominio.

– Don Alessandro Rea

 

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