Lectio magistralis del Vescovo Antonazzo

Cassino, Campus universitario: presentazione della nuova rivista Annali di Storia Sociale ed Ecclesiastica e lectio su Comunicare la fede – La Religione al tempo del web 2.0

Annali di Storia Sociale ed Ecclesiastica anno zero. La nuova rivista scientifica curata dall’Università di Cassino e del Lazio meridionale e dalla Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, è stata presentata mercoledì 11 maggio nella sede del Campus universitario della Folcara a Cassino. Il prof. Lucio Meglio, che ne è il direttore scientifico, ha presentato l’iniziativa, che nasce dall’Accordo di collaborazione firmato lo scorso 7 novembre tra Università e Diocesi. Questa rivista, ha osservato il Rettore Giovanni Betta, che con il contributo di molti validi studiosi tratterà contenuti di alto livello per portarli all’attenzione di un pubblico più ampio, mostra che l’Accordo vede la collaborazione non solo per eventi, ma anche per far nascere e crescere cose che durano nel tempo, come questa rivista che oggi battezziamo, foriera di un futuro di interesse per i lettori. Anche nelle parole del prof. Giovanni Busatto, delegato dell’Università per la Convenzione Uniclam-Diocesi, si è sentita la soddisfazione per la nuova iniziativa, che segue il recente affollato convegno per docenti di scuola sul cyberbullismo, che stimola formazione, ricerca, diffusione del sapere e impegno sociale; così pure sarà il prossimo corso che partirà il 9 giugno, con la speranza e l’impegno di incidere sulla società non dimenticandone le radici cristiane.

Il prof. Meglio ha spiegato che la rivista, che ormai è una realtà, andrà su piattaforma digitale ed il prof. Antonio Cartelli, presidente del Centro Editoriale d’Ateneo,  ha dato informazioni tecniche sul sito http://cea.unicas.it. Anche per il Vescovo Gerardo Antonazzo, è una pagina importante, che accredita e avvalora l’Accordo Università-Diocesi, essendo un progetto di alto profilo. La rivista certamente permetterà di conoscere, comprendere e interpretare meglio il presente, frutto della storia che ci precede, e aiuterà a guardare al futuro. I complimenti per la nascita di Annali sono venuti anche dall’on. Marino Fardelli, consigliere regionale, che ha seguito con interesse tutta la mattinata culturale.

Infatti, dopo questa prima parte, si è svolta la Lectio magistralis del vescovo Antonazzo a conclusione del corso di Sociologia dei processi culturali del prof. Lucio Meglio, sul tema “Comunicare la fede – La Religione al tempo del web 2.0“.

Non è detto che la moltiplicazione dei canali comunicativi significhi facilitazione dei rapporti interpersonali, ha detto il Vescovo, è importante, piuttosto, governare con intelligenza e sapienza i mezzi di comunicazione odierni. Il bisogno di comunicare è fondamentale, strutturale per la persona umana, già prima di nascere. Partendo dal film di Paolo Genovese “Perfetti sconosciuti”, ha poi citato Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, secondo cui internet è una rivoluzione, sì, ma radicata nel passato, nei bisogni e desideri che l’uomo porta con sé. Se nell’era televisiva la comunicazione era solo informazione unidirezionale, oggi, nell’era digitale, non esiste più quel modello statico, ma significa condivisione, compartecipazione, riduzione delle distanze. Trasformare la frammentazione in unità è elemento fondativo della comunicazione. E poiché è l’uomo a creare il medium e non viceversa, la Pastorale digitale dipende sì dalle dinamiche e dai linguaggi dei dispositivi, ma mira ad umanizzare la comunicazione, a riorientare la tecnologia al servizio dell’uomo.

Venendo alla comunicazione nell’esperienza religiosa, il Vescovo ha affermato che è Dio il primo grande Comunicatore, il cui modo può diventare paradigma di riferimento per il nostro modo di restare dentro i processi della comunicazione. “In principio Dio disse”: la comunicazione comincia da Dio. Il cristianesimo non è la Religione “del libro” ma “della Parola”, cioè della comunicazione. La comunicazione di Dio è la sua rivelazione, passaggio dal Deus absconditus al Deus revelatus, che si lascia conoscere. Il relatore ha citato il documento conciliare Dei Verbum al n. 2, che parla della rivelazione di Dio, dicendo “Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona… Con questa Rivelazione infatti … nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con sé“. Questo è davvero il modello della comunicazione: Dio, con piacere, svela se stesso agli uomini come ad amici e invita, non obbliga!, ad entrare in dialogo con lui.

La vera comunicazione, ha sottolineato Antonazzo, è generativa, genera relazioni e diventa scambio di beni intellettuali, morali, spirituali, sociali, culturali, beni che arricchiscono e impreziosiscono il rapporto. Questo è importante oggi anche per la comunicazione delle fede, che deve essere generativa, significativa. Sentiamo vivo il bisogno di una piattaforma digitale, di attivare le risorse umane per essere inclusivi e più persone possibile possano beneficiare della partecipazione ai valori umani e cristiani.

Per i cristiani, ha proseguito il Vescovo, la “Buona Notizia” è Gesù. Non per niente Vangelo significa appunto Buona Notizia e l’uso della parola “Vangelo”, con cui si indicava la persona di Cristo, precede la scrittura dei quattro vangeli. Dunque comunicare il Vangelo significa comunicare Gesù; lo spazio digitale, nella logica amicale dell’incontro, può dare la possibilità di incontrare una Persona, non un’idea o un’ideologia. Anche l’incarnazione, Gesù, la Parola che si fa carne, è un processo di comunicazione, di rivelazione. La Pastorale digitale deve costruire e favorire alleanze possibili, infatti permette di comunicare la fede anche a chi non è credente. Noi, se vogliamo essere testimoni e comunicatori, dobbiamo conoscere sempre meglio le culture e i linguaggi tecnologici in rapida e costante evoluzione e diventare, come dice Papa Francesco, “Pastori digitali”! Internet è molto ma non è tutto, ma la chiesa deve esservi presente, sempre con spirito evangelico, ricordando che “comunicare è rivelarsi”, fare dono di sé, mettere in rete non fili, ma persone, intrecciare relazioni tali da costruire rapporti significativi soprattutto nella grazia, alla “luce gentile della fede”.

Gli applausi dall’uditorio e qualche intervento – particolarmente incisivo quello del giornalista Alessio Porcu – hanno siglato un momento di grande interesse e attenzione per gli studenti che concludevano così il loro corso e ricevevano l’attestato, e una foto di gruppo, tutti seduti tra i banchi degli studenti, per ricordare una mattinata universitaria speciale.

Adriana Letta

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