Le urgenze bioetiche di oggi: quali risposte?

Incontro presso la Biblioteca comunale di Cassino con la dott.ssa Marina Casini

Non c’è dubbio che oggi le questioni bioetiche sono molte e complesse e c’è il rischio che venga distorta e capovolta la nostra visione antropologica se non si riprende coscienza dei valori in gioco, a partire dalla vita. Serve un’educazione della mente e del cuore al valore della vita, ci vuole conoscenza e comprensione dei problemi. Per questo, in occasione della 38ª Giornata per la Vita di domenica 7 febbraio sul tema “La misericordia fa fiorire la vita”, il Centro di Aiuto alla Vita di Cassino, insieme al Movimento per la Vita di Cassino e all’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare, ha promosso un incontro presso la biblioteca comunale di Cassino con la dott.ssa Marina Casini, docente di Bioetica presso l’Università Cattolica del S. Cuore di Roma e Vicepresidente Nazionale del Movimento per la Vita italiano su “Le urgenze bioetiche di oggi: quali risposte?”. Il Vescovo mons. Gerardo Antonazzo ha porto il saluto iniziale e, accennando ad alcuni accadimenti di questi giorni, come la sperimentazione inglese su embrioni umani o il consiglio dell’ONU di promuovere contraccezione e aborto nei paesi dove c’è il virus Zika, ha affermato l’importanza di incontri come questo, che aiutano davvero a prendere consapevolezza su temi cruciali, e che la difesa del valore della vita qualifica una civiltà degna di questo nome.

L’avv. Marco De Angelis, nel presentare la relatrice, ha fatto notare che il Cav ha scelto anche stavolta di far intervenire persone altamente specializzate a parlare di questi temi, come solitamente non avviene per es. in tv. Prendendo la parola, la dott.ssa Marina Casini ha portato il saluto di suo padre, l’on. Carlo Casini, per anni Presidente nazionale del Movimento per la Vita, e del dott. Gian Luigi Gigli, Presidente attuale. E’ bello, ha detto, che questo incontro sia nella luce della Giornata per la Vita, nata 38 anni fa perché la Chiesa gridasse in difesa della vita, quando il problema era l’aborto. Oggi ci sono forze che si contrappongono alla vita e all’essere umano. Nelle principali questioni bioetiche: sperimentazione sugli embrioni umani; statuto dell’embrione e utero in affitto; aborto; gender, unioni civili, matrimonio, adozione; fine vita; in tutte queste questioni, per le quali è invocata la legittimazione giuridica e l’assistenza sanitaria, ritroviamo numerose caratteristiche comuni. Si vuole affermare una nuova questione antropologica mediante destrutturazione e decodificazione dell’umano, del concetto di persona, del significato dei diritti umani; si cerca di coinvolgere l’opinione pubblica, con l’aiuto di media e social, per ottenere il consenso popolare; si usa un linguaggio sfumato, ingannevole e manipolatorio (es.: non si deve dire “utero in affitto” ma gestazione di sostegno); si forniscono informazioni ingannevoli, carenti, confuse; si caricano tali delicate questioni di forte emotività e sentimento; si fa ghettizzazione di certe posizioni come cattoliche etichettando poi come “cattivi” (retrogradi e oscurantisti) e “buoni” (progressisti, disposti ad accogliere le novità, aperti), per marginalizzare e mettere all’angolo chi non vuole accettare la nuova visione; si vuol trasformare il bene in male e viceversa: il male è stato sempre presente nel mondo, ma ora si vuole fare un “salto” qualitativo nella sfera del diritto; ulteriore filo conduttore è lo stravolgimento del significato di essere figli, del valore della generatività, della genitorialità, della dignità della vita umana. Si vuol far passare l’idea che il figlio è qualcosa che può essere costruito o decostruito, un oggetto che si può comprare, mente invece è una realtà che ci immette nel mistero, di fronte al quale dobbiamo noi metterci al servizio.

E’ una deriva culturale soggettivistica per la realizzazione delle pretese del singolo individuo. Uno scontro tra cultura della morte e cultura della vita. Si vuol far diventare buono, legittimato e (gratuitamente) assistito qualcosa di disdicevole.

La relatrice è passata ad analizzare tutte le questioni bioetiche presentate all’inizio, spiegando dettagliatamente, commentando con dovizia di particolari e mostrando, attraverso riferimenti a leggi, sentenze e convenzioni internazionali, lo stato delle cose. Ha spiegato, ad es., il recente caso inglese in cui dei ricercatori hanno chiesto e ottenuto l’autorizzazione dall’Autorità di Fertilità ed embriologia umana, di fare sperimentazione su 30 embrioni allo stadio di sette giorni dal concepimento non destinati alla nascita perché soprannumerari, per studiare quali sono i geni che possono far nascere un bambino sano. Dunque, l’essere umano è ridotto a cavia, con il crisma della ricerca scientifica e della legittimazione giuridica! La sperimentazione sugli animali provoca pubbliche proteste, quella su embrioni umani no. La produzione di embrioni soprannumerari, l’analisi selettiva pre-impianto portano chiaramente ad una mentalità eugenetica. E’ in gioco lo statuto dell’embrione umano, la piena umanità del concepito.

La dott.ssa Casini ha parlato di vari casi, uno in particolare, di sentenza che ha condannato medico e ospedale a somme ingenti di risarcimento per “danno da nascita indesiderata” di una bimba down, come se la vita fosse un danno da risarcire economicamente! Ha spiegato i nodi del ddl Cirinnà e le conseguenze in caso di approvazione, e tutti i numerosi temi caldi di queste settimane.

Quali risposte dare? Principio basilare è che tra diritti degli adulti e diritti dei bambini hanno la preminenza i bambini. Altro principio basilare è il significato del matrimonio e della famiglia che, ovunque, è definita la cellula fondamentale della società e dello stato, quella che ne assicura la sopravvivenza e lo sviluppo perché genera i figli: quindi non può essere ridotta ad un fatto privato ed intimistico, perché è per il bene pubblico, quindi il matrimonio è di interesse pubblico.

Dunque, ha concluso la relatrice, ci sono luci ed ombre, come in Caravaggio. Le luci ci sono, non ci facciamo prendere dallo sconforto. Esiste il bene che si fa avanti da solo, ha una sua forza persuasiva, ci sono famiglie splendide, belle testimonianze. Dobbiamo avere fiducia che il bene vince sul male, perciò dobbiamo trovare modalità comunicative adatte, e avere la gioia di essere “in uscita” nella verità. Dobbiamo lavorare per costruire su questa terra un mondo più umano, l’alba di un mondo nuovo, come dice la preghiera “O Maria, aurora del mondo nuovo”. Infine, ha aggiunto, dobbiamo considerare questo momento storico come una grande opportunità, perché questo mondo ha sete di autenticità: rimbocchiamoci le maniche per ridare autenticità ai valori.

Molto apprezzato da tutti i presenti l’intervento della Casini, che ha tenuto l’uditorio in attento silenzio per oltre un’ora e mezza, tanta la competenza, la chiarezza, la ricchezza e la passione del suo dire: tutto questo è stato espresso con un lunghissimo applauso di stima e gratitudine tanto da commuoverla.

Domani, 7 febbraio sarà il momento delle testimonianze e della preghiera a Sora, presso l’ospedale civile alle ore 17,00, con la Celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Antonazzo.

Adriana Letta

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