La Processione del Tamburo

L’antico rito penitenziale percorrerà le vie della città

Appuntamento a  S. Restituta venerdì notte alle ore 3

Si rinnova l’antico rito penitenziale del Tamburo, un lungo cammino notturno che il prossimo 30 marzo, Venerdì Santo, percorrerà le vie della città. Si tratta di una struggente meditazione della Passione del Signore, da sempre organizzata dalla Confraternita dell’Immacolata Concezione, una pia pratica che ha origini molto antiche.

«Non si conosce perfettamente il periodo storico in cui tale consuetudine ha avuto inizio – afferma il priore della stessa Confraternita, Luigi Milano – ma è documentata già nel XVII secolo.  È da collocare nell’ambito delle processioni penitenziali che si svolgono nel periodo di Quaresima ed in particolare durante la Settimana Santa. Non a caso viene ripetutamente cantato in latino il Salmo 50, detto anche Miserére. La processione è dunque accompagnata dal suono inquietante di un tamburo e dal rumore delle taratrappole strumenti realizzati con una tavoletta di legno alla quale, su entrambi i lati sono fissati con delle cerniere, due archetti che scuotendoli producono questo suono cupo che rompe il silenzio della notte. Sono strumenti poveri che sostituiscono il suono delle campane che già dal pomeriggio del Giovedì Santo, al momento del “Gloria” nella Messa “in Coena Domini” sono state “legate” e così rimarranno fino alla notte del Sabato Santo quando torneranno ad essere suonate per annunciare la Resurrezione del Signore.

La processione ha lo scopo principale di far visita alle varie chiese della Città dove solennemente è esposta l’Eucarestia. Altre soste vengono effettuate presso cappelline e monumenti cari alla pietà popolare. Partendo come da antica tradizione alle tre di notte dalla Chiesa di Santa Restituta, seguendo una nuda croce di legno, ci si dirige alla Chiesa della Madonna di Costantinopoli, soffermandosi prima davanti al monumento del Cardinale Cesare Baronio in piazza Palestro, alla cappellina della Madonna di Lourdes al Viale della Stazione ed alla Chiesetta di San Giuliano. Successivamente si fa sosta presso le chiese di San Silvestro, San Giovanni Battista, San Bartolomeo, Santo Spirito per l’omaggio alla Vergine Addolorata ed della Cattedrale.

Poi la processione riprende il suo cammino per portarsi a compiere quella che forse è la tappa più suggestiva, presso il Cimitero. Da qui il corteo fa ritorno alla Chiesa di Santa Restituta dopo essersi brevemente soffermato presso la Croce posta al bivio di via Roma e via Marsicana. Durante le soste vengono letti brani che ricordano la Passione del Signore anche se non si tratta di una Via Crucis, ma della meditazione del Processo fatto a Gesù dopo la sua cattura nell’orto degli ulivi, proprio in questa notte.

Sora diventa Gerusalemme, il fiume Liri è il torrente Cedron attraversato da Gesù al termine dell’ultima cena per recarsi a pregare nel Getsemani, i vicoli del rione “Canceglie” sono le stradine strette di Gerusalemme, percorse da Cristo Gesù, mentre viene condotto davanti al Sinedrio, da Caifa e da Pilato».

E la sera di venerdì 30 marzo, alle ore 18.30 nella chiesa Cattedrale, il vescovo, mons. Gerardo Antonazzo celebrerà la liturgia della Passione e morte di Gesù. Alle ore 20, dalla chiesa di S. Spirito, partirà la solenne e commovente processione del Cristo morto e dell’Addolorata organizzata dalla Confraternita dell’Addolorata. Le musiche saranno eseguite dalla Banda Sinfonica “Città di Sora”.

Gianni Fabrizio

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