Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito

Domenica di Pentecoste – Anno C

            Lo Spirito Santo, Il Creatore che insieme al Padre ed al Figlio è un solo Dio, è il protagonista della vita della Chiesa e forma l’anima di ogni cristiano. Il Padre ha mandato il Figlio nel mondo perché il mondo ricevesse lo Spirito Santo e divenisse una sola cosa con il Padre ed il Figlio. Nei discorsi precedenti la Passione Gesù prepara i suoi discepoli a ricevere lo Spirito Santo perché siano pronti e resistenti contro ogni tentazione e finalmente godano di quel dono che restaura l’uomo dalla sua condizione di peccato e gli dona la speranza della vita eterna.

            Non si può scherzare con questo dono. Non è un dono che viene fatto casualmente e con criteri astrusi da parte del Signore. Ci sono ben cinquanta giorni di preparazione per questo dono ai discepoli dal momento in cui Gesù risorge da morte, segno di una seria catechesi da parte del Signore prima della discesa di un regalo così immenso. Il dono dello Spirito va coltivato e custodito in noi con ogni cura, così come Gesù ebbe ogni cura per darcelo e mantenervi i suoi discepoli nonostante le prove della vita.

            In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre»La condizione essenziale per ricevere lo Spirito è l’amore. Non l’amore del mondo, per cui l’uomo è incatenato al peccato e non riesce a sciogliersi. L’amore non è quello. Non realizza i sensi.

            Tutto l’uomo deve trovare unità con se stesso nell’amore, l’amore che solo Dio può dare. Questo grande amore viene dall’osservanza umile dei comandamenti di Dio. Il Signore ci darà un altro Paraclito, un avvocato, un difensore che rimane con noi per sempre. Nessuno, infatti, può presumere di ricevere lo Spirito Santo. Né può presumere di riceverlo con atti determinati. Lo Spirito Santo è donato da Dio a chi vuole, spesso dopo un lungo e doloroso itinerario di conversione, così come fu dato agli Apostoli dopo il periodo di permanenza con Gesù e dopo la loro “prova” da superare nel credere a Gesù Risorto, alle sue apparizioni, alla sua Ascensione al cielo e alla promessa del dono che dovevano ricevere.

            Come si vede dalle Scritture, non c’è alcun automatismo nel dono dello Spirito. Negli Atti degli Apostoli si dice che Simon Mago, vista la potenza che usciva dagli Apostoli, volle acquistare per denaro lo Spirito Santo che operava miracoli in loro (Cf. At 8, 18). Da qui la parola “simonia”, il pensare cioè di comprare o vendere le cose sante di Dio, o Dio stesso, che è lo Spirito Santo, uno con il Padre e con il Figlio.

            Simon Mago fu fieramente minacciato dallo Spirito Santo che parlava negli Apostoli, Pietro gli rispose: «Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai osato pensare di acquistare con denaro il dono di Dio. Non v’è parte né sorte alcuna per te in questa cosa, perché il tuo cuore non è retto davanti a Dio. Pentiti dunque di questa tua iniquità e prega il Signore che ti sia perdonato questo pensiero. Ti vedo, infatti, chiuso in fiele amaro e in lacci d’iniquità» (At 18, 20-23). Simon Mago lì per lì si pentì e disse: «Pregate voi per me il Signore, perché non mi accada nulla di ciò che avete detto» (At 18, 24).

            Simon Mago non ama Dio e neppure il prossimo: ama soltanto se stesso ed i benefici che possono derivare dall’uso delle cose divine per il suo bene mondano. Il bene di Dio è diverso: non è legato strettamente ai successi di questa terra. Gesù, il Dio incarnato, ha concluso la sua esistenza terrena con la vergogna pubblica della condanna a morte: una morte infame. Vediamo bene che la moneta che paga il mondo non è quella giusta. Solo lo Spirito Santo ricompensa veramente ed integralmente chi serve Dio.

            «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole». L’amore verso Cristo sta nell’abbandonarsi a Lui superando il peccato. Non importa quanto e come, ma nonostante il nostro peccato il Signore può venire in nostro aiuto se vede la nostra buona volontà: verrà a noi con il Padre Suo e prenderà possesso stabile della nostra anima.

            «Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Lo Spirito Santo è la nostra risorsa principale. Non possiamo farcela senza di Lui. Siamo perduti nel buio del peccato senza lo Spirito Santo perché Egli ci insegna ogni cosa. Ciò vuol dire che senza di Lui non sappiamo niente e non solo ma ci ricorderà anche tutto ciò che Cristo ha detto. Con lo Spirito Santo gli ascoltatori non sono smemorati, ma ricordano le parole di Dio mettendole in pratica. Che la “Sposa dello Spirito, la Vergine Maria, preghi per noi il Signore perché siamo sempre guidati dallo Spirito!

P. Luca M.Genovese

Fonte Settimanale di P. Pio

 

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