Intitolata la Caserma dei Vigili del Fuoco di Cassino ai 4 eroi del ’77

Con le sole forze umane si compie il proprio dovere, ma l’eroismo è grazia, dono di Dio, contiene germi di santità. E questa grazia genera gratitudine

La caserma dei Vigili del Fuoco del Distaccamento di Cassino, in Strada Santa Scolastica, è stata intitolata, in una solenne cerimonia alla presenza del Sottosegretario di Stato Bocci e delle massime autorità provinciali e cittadine, a quattro eroici Vigili del Fuoco che 39 anni fa, il 12 luglio del 1977, per salvare un intero quartiere, morirono nello stabilimento di imbottigliamento di Gpl della Asbit di via Iannacone, nel quartiere periferico di San Bartolomeo: Bernardo Germani, Mario Di Santo, Antonio Valentino e Michele Passero, insigniti della Medaglia d’Oro.

Una Messa, per ricordare le persone e l’evento e per dare riconoscimento, valore e memoria indelebile al gesto eroico di dare la vita per salvare gli altri, ha preceduto lo scoprimento della targa. A presiedere la Celebrazione Eucaristica il Vescovo diocesano Mons. Gerardo Antonazzo, avendo a lato Mons. Fortunato Tamburrini, Vicario generale e parroco del territorio su cui insiste la caserma, e Don William Di Cicco, cerimoniere vescovile. Davanti a loro le autorità, i familiari delle vittime, i Vigili del Fuoco, gli ospiti, tra consapevolezza, commozione, orgoglio e riconoscenza. Ad animare musicalmente la liturgia, due ragazze: il soprano Valentina Galano, figlia di un Vigile del Fuoco, e alla tastiera, il M° Alessia Zinetti.

Nell’omelia il Vescovo, riconoscendo i sentimenti dei presenti e collegandosi alla pagina del Vangelo letta, ha osservato che oggi ci sono due problemi di comunicazione: rischiamo di diventare insensibili di fronte al dolore per un eccesso di informazioni, cosa che fa di noi degli “informati ma non coinvolti”, e diamo poca rilevanza al bene, che pure c’è. Ecco, ha detto, Gesù ci provoca ad apprezzare il bene, che non è cosa astratta, “campata per aria”, ma c’è perché ci sono persone che lo compiono ogni giorno.

Con l’intitolazione della caserma ai quattro eroici Vigili del Fuoco, ha proseguito, stiamo colmando ulteriormente un debito di gratitudine verso di loro, che hanno sacrificato la vita “nell’adempimento del loro dovere”. Ma, ha osservato, il sacrificio della vita è qualcosa di molto di più dell’aver fatto quanto dovuto, cosa pur nobile: io credo, ha detto, che venga da Dio. E’ qualcosa di inspiegabile, c’è un intervento nascosto, soprannaturale, che va oltre il dovere. Perciò, per questi eroi e per tutte le volte che ciò è accaduto, vogliamo credere che ci siano germi di santità, qualcosa che viene da Dio. Questi gesti non si improvvisano. Con le sole forze umane si compie il proprio dovere, ma l’eroismo è grazia, dono di Dio. E questa grazia genera gratitudine. Dio trasforma la mortificazione di questi incidenti in segni di esemplarità, riesce a dare una forza al di sopra di ogni calcolo umano, fino al vertice del servizio, al vertice dell’amore. Loro e tanti altri hanno saputo compierlo e noi cogliamo il grande valore di un gesto che è anche altamente e misteriosamente spirituale, anche al di là della propria consapevolezza.

Intitolare la caserma di Cassino ai quattro eroi che a Cassino sacrificarono la vita, ha concluso Antonazzo, significa fare memoria di questo evento e di questo gesto, custodirne il significato e valorizzarne l’energia sia per chi opera immediatamente in questo campo sia per chi vive ogni giorno la responsabilità nelle istituzioni e nella cittadinanza attiva a servizio degli altri.

Al termine, il Vigile Medaglia d’Argento Andrea Di Fazio ha proclamato la Preghiera del Vigile del Fuoco, toccando il cuore di tutti. Ha poi preso la parola il Comandante Provinciale VVFF, Ing. Massimo Elio Mantovani, che ha ricostruito l’accaduto del 12 luglio 1977 quando, in un pomeriggio torrido, intorno alle ore 18, fu una perdita di GPL liquido provocò una pesante nube che invase lo stabilimento Asbit; dopo circa 35 minuti una fiammata innescò l’incendio che uccise 4 dei cinque vigili del fuoco che erano in servizio presso il distaccamento di Cassino, e due civili, il proprietario dello stabilimento ed un suo dipendente. Dopo altri 15 minuti esplose il rimorchio, che conteneva ancora 17.000 litri di Gpl. Le fiamme furono poi spente dalle squadre di rinforzo dei Vigili del Fuoco. Il quinto Vigile del Fuoco, Ispettore Mario Di Giorgio, presente alla manifestazione con profonda commozione, l’unico sopravvissuto, dopo un lungo periodo di cure per le ferite riportate, tornò al lavoro. Anche a lui, come ai suoi compagni morti, è stata data la Medaglia d’Oro al Valore Civile. Ad altri sette Vigili fu assegnata la Medaglia d’Argento al Valore Civile.

Il fatto fece tanto clamore che ai funerali delle vittime partecipò anche l’allora ministro dell’Interno Francesco Cossiga. E da quella tragedia è conseguita una maggior attenzione alla legislazione e alle tecniche antinfortunistiche e antincendio, addirittura costituisce oggi un caso tecnico da manuale di esercitazione per la Protezione Civile.

Anche le parole del Prefetto di Frosinone Emilia Zarrilli e quelle del Sottosegretario di Stato Giampiero Bocci hanno sottolineato quanto fosse “dovuta” e giusta la odierna intitolazione e quanto bene c’è – fino al sacrificio della vita! – in moltissime persone, donne e uomini, che danno giorno per giorno la vita al bene comune, fedeli servitori dello Stato. Il Sottosegretario Bocci ha sottolineato, rifacendosi all’accenno fatto anche dal Vescovo, al disastro ferroviario appena accaduto in Puglia, al quale altri Vigili del Fuoco e altri rappresentanti di tutte le Forze dell’Ordine stanno prestando tutto il loro aiuto incondizionato e la loro professionalità in aiuto alle vittime e ai familiari. Questo va riconosciuto e di questo dobbiamo tutti essere consci e grati.

Infine, benedetta dal Vescovo Antonazzo, è stata scoperta la targa all’ingresso della caserma ed è stata posta una corona di alloro al cippo che nel giardino antistante la caserma, ricorda il sacrificio dei quattro Vigili del Fuoco giustamente decorati con la Medaglia d’Oro.

Adriana Letta

Foto di Adriana Letta

 

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