Incontro del Papa con 200 famiglie del Cammino Neocatecumenale a Roma

Il Papa ha inviato oggi 6-3-2015 – in Aula Paolo VI  – 200 famiglie del Cammino Neocatecumenale con i loro 600 figli. Mille e 100 famiglie sono già sparse nei cinque continenti, con i loro 4.600 figli. Papà, mamme, ragazzi, bambini che hanno deciso che la loro casa sarà altrove – altre le scuole, gli amici – ciascuna in una porzione di mondo dove Gesù e Vangelo sono parole di presa molto relativa.
Tutti a ricevere la benedizione di Papa Francesco e ad aggiungersi alla lista di quelli che li hanno preceduti. Tra di loro anche una coppia di medici: Giuseppe dei Campielisi e Giuseppina di Vito, con i loro sette figli, quest’ultima originaria di Sora (zona Carpine) e, quindi, cresciuta nella nostra Diocesi nei gruppi parrocchiali di San Domenico e Santo Spirito (dove si è formato, giovanissimo, anche il nostro don Giuseppe Basile).
Giuseppina è entrata nel Cammino Neocatecumenale alla fine degli anni 1980 – nel periodo degli studi universitari – nella Parrocchia dei Martiri Canadesi
di Roma.
Dopo alcuni anni di Cammino, insieme con il marito, otto anni fa, hanno sentito la vocazione ad alzarsi e a partire: prima come Famiglia in Missione a Goteborg in una zona della città dove c’era già un piccola parrocchia cattolica, dove sono stati i primi ad arrivare. E, quindi, come Missio ad Gentes, sempre a Goteborg ma in un quartiere, Hammarkullen, completamente scristianizzato, con prevalenza musulmana ed etnie per un numero complessivo di 96 lingue. In tale contesto, annunciano Gesù Cristo, porta a porta o nelle piazze, non sempre ospitali di questa parte della Svezia, dove a volte il rifiuto del Vangelo si fa sentire anche con  il lancio di pietre. Attingendo la forza necessaria dall’Eucarestia celebrata in locali di fortuna, che poco assomigliano alle nostre Chiese se non nella Liturgia, dalla celebrazione settimanale della Parola di Dio e dalla recita quotidiana delle Lodi e del Rosario. Insieme con loro altre tre famiglie: una di Pisa  (lui avvocato, lei ematologa, tre figli di anni 25, 23 e 21) partiti nove anni fa, l’altra di Roma (funzionario dell’Atac lui, casalinga lei, nove figli di cui una in cielo a causa della distrofia muscolare, ed altri due anch’essi con la distrofia) arrivati setti anni fa; l’ultima di Cagliari, con 10 figli  al seguito (lui nel ramo finanziario, lei avvocato). Ovviamente con loro anche un presbitero di Caltanisetta: don Calogero Laloggia.
Essi si sono offerti liberamente, lasciando casa, lavoro e amicizie, per andare come in missione nel mondo secondo le esigenze del Cammino e dietro richiesta dei vescovi della Chiesa cattolica, laddove si ritenga necessaria un’azione di evangelizzazione (implantatio ecclesiae).
Le Missio ad Gentes, in genere, sono composte da quattro famiglie, guidate da un presbitero, che si recano in zone dove non c’è assolutamente presenza di Chiesa, tra persone fortemente secolarizzate. Le famiglie danno la loro disponibilità per andare in qualunque parte del mondo, in modo gratuito, nella precarietà e confidando nella Provvidenza (partono senza sapere nemmeno se troveranno lavoro), ricevono la loro destinazione in convegni appositi (“le convivenze delle famiglie”), dall’Èquipe Responsabile del Cammino (attualmente composta da Kiko Argüello,

Carmen Hernández e padre Mario Pezzi). La loro partenza avviene di solito alla presenza del proprio vescovo con una cerimonia ufficiale. Esse restano unite alla propria parrocchia e alla comunità neocatecumenale nella quale stavano percorrendo il proprio cammino di Fede e di iniziazione cristiana, alla quale ritornano periodicamente. Inoltre restano libere di interrompere in qualsiasi momento la propria esperienza missionaria. Queste famiglie con tanti figli, manifestando la relazione soprannaturale – l’Amore – che c’è tra di esse e con lo Spirito Santo, toccano il mondo secolarizzato e chiamano alla Chiesa gli atei, i lontani, gli scettici ma anche i cristiani battezzati che hanno bisogno di riscoprire il tesoro del loro Battesimo.
Perché il Signore ha detto: “Amatevi: in questo modo vi riconosceranno come miei discepoli, e se sarete perfettamente uno, il mondo crederà”.  Ecco,
questa è la missione ad gentes, e nel fondo c’è l’invito pronunciato da Nostro Signore durante l’Ultima Cena, che chiamiamo il Testamento di Nostro
Signore Gesù Cristo quando, prima di patire in croce, dice: “Padre, io in loro e tu in me, perché siano perfettamente Uno e il mondo creda che Tu mi
hai inviato”. Allora, perché il mondo creda che il Padre ha inviato suo Figlio a salvare il mondo, c’è bisogno che appaia la relazione della Santissima Trinità, la perfetta Unità.
Per arrivare ad una perfetta Unità, però, bisogna passare per l’iniziazione cristiana, occorre il Battesimo: nella misura in cui noi aderiamo al Battesimo, il peccato della carne – come dice San Paolo – va perdendo forza e allora la gente smette di fornicare, smette di mentire, smette di essere avida di denaro e incomincia ad essere libera per offrirsi a Gesù Cristo e alla Chiesa per la nuova evangelizzazione.
Papa Francesco è stato felice di poter stringere a sé questa umanità fatta di gente che dimostra in modo inequivocabile una generosità e un amore per Cristo a tutta prova.
E con parole piene di calore ringrazia il Cammino Neocatecumenale che permette, anno dopo anno, di far maturare questo tipo di vocazioni, alla “missio ad gentes” ed ha detto: “Voi avete ricevuto la forza di lasciare tutto e di partire per terre lontane grazie a un cammino di iniziazione cristiana, vissuto in piccole
comunità, dove avete riscoperto le immense ricchezze del vostro Battesimo.
Questo è il Cammino Neocatecumenale, un vero dono della Provvidenza alla Chiesa dei nostri tempi”. Prima di prendere la parola, Francesco ha assistito con un sorriso in viso alla presentazione delle famiglie missionarie fatta dall’iniziatore del Cammino, Kiko Argüello. A gruppi di una dozzina è più si alzano quando viene enunciata la zona dove si recheranno – Francia e Germania, ma anche Paesi come Ucraina, Kosovo, e terre agli antipodi come Cina, Vietnam e Papuasia – ovunque con l’identico programma: annunciare la Risurrezione di Gesù, il messaggio di cui il mondo di oggi, afferma il Papa, “ha estremo bisogno” … “I non cristiani che mai hanno sentito parlare di Gesù Cristo e i tanti non cristiani che hanno dimenticato chi era Gesù Cristo, chi è Gesù Cristo: non cristiani battezzati, ma ai quali la secolarizzazione, la mondanità e tante altre cose hanno fatto dimenticare la fede. Svegliate quella fede”… “Io dico sempre che il Cammino Neocatecumenale fa un grande bene nella Chiesa (…) Io oggi confermo la vostra chiamata, sostengo la vostra missione e benedico il vostro carisma”.
Carissima Giuseppina siamo tutti vicini a te, a tuo marito, ai Vs figli e agli altri fratelli della Missio ad Gentes in Svezia, ringraziamo il Signore per i doni che fa alla Sua Chiesa e preghiamo per Voi e perché il Signore susciti altre vocazioni autentiche; magari anche nella nostra Diocesi, tra i fratelli del Cammino di Sora e Roccasecca che condividono con Voi questa bella ed entusiasmante esperienza del Cammino Neo-catecumenale.

– Bruno Forte

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Foto e video della Missione in Svezia

 

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Foto incontro del 01-02-2014 con Papa Francesco in occasione dell’invio di altre famiglie.

Il signore con la barba e i capelli bianchi in alto a sinistra è Giuseppe
dei Campielisi (il marito medico), la sig.ra al centro con la borsa
nera è Di Vito Giuseppina (anche Lei medico). Ci sono anche i primi due figli:

Francesco Saverio e Benedetta alla sinistra del padre.

Bruno Forte con la moglie e i figli e le altre due coppie di catechisti della
Prima Comunità di San Domenico di Sora invitati per l’occasione all’incontro
con il Papa

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