Il Seme che muore

II° serata di Spiritualità Giovani nella Chiesa di Sant’Antonio a Cassino

«Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ha fatto germogliare i fiori fra le rocce…»; così è iniziato il secondo incontro di Spiritualità Giovani per la zona pastorale di Cassino, venerdì 11 marzo presso la Chiesa di Sant’Antonio; con le dolci note del canto e l’Ingresso di una croce di legno su cui erano incise le parole “Apri le porte al tuo Salvatore”. Sebbene non in tantissimi, l’incontro, diretto da Don Juan Granados, è stato ricco ed intenso, incentrato sull’analisi e la riflessione del passo del Vangelo del chicco di frumento (Giovanni 12, 23-24).
Nell’immagine del chicco di grano, come ci ricorda anche Papa Francesco, ritroviamo la fecondità della Croce di Cristo; la morte di Gesù è una fonte inesauribile di vita nuova, perché porta con sé la forza rigeneratrice dell’amore di Dio. Immersi in questo amore, i cristiani possono diventare “chicchi di grano” e portare molto frutto se, come Gesù, perdono la propria vita per amore di Dio e dei fratelli.
Verrà il momento in cui tutti quanti comprenderanno questo linguaggio universale dell’amore. Nell’affermazione «se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane da solo» si indica come il chicco di grano ha dentro di sé grandi energie che hanno bisogno di trovare l’ambiente ideale per liberarsi e sprigionarsi; se rimane solo tutto questo non ha effetto. In questo modo si può comprendere come tale messaggio sia fortemente attuale, in ogni persona ci sono delle capacità e delle potenzialità che gli sono sconosciute e che si liberano soltanto attraverso l’apertura del cuore alla Grazia salvifica di Cristo.
E Gesù aggiunge «Se invece muore, produce molto frutto». Gesù getta una luce molto positiva sul fatto della morte; in ogni persona c’è un’energia vitale che attende di manifestarsi in una forma nuova e la morte (dell’uomo vecchio peccatore) è il momento che permette tutto questo. In ogni persona ci sono delle potenzialità che soltanto nel momento della morte si possono liberare e fiorire. Quindi Gesù toglie dal fatto della morte qualunque elemento negativo, di distruzione, per parlarne invece come di fioritura di vita, per la vita delle persone.
E Gesù dà questo importante criterio sul chicco che deve farsi dono per potersi sviluppare.
E come non farsi dono per l’altro quando si è consapevoli che Gesù si è donato per noi, per la nostra salvezza, morendo in Croce? Gesù è venuto a rivelarci l’Amore del Padre, sorgente da cui scaturisce la vita; in un eccesso di amore tale da spingerlo all’estremo sacrificio, Lui ci ha dato la vita in abbondanza, è diventato la nostra vita. Meraviglioso scambio d’amore! La vita muore per distruggere la morte, l’Amore vince lasciandosi immolare.

Dopo una breve catechesi di Don Juan e la benedizione, i ragazzi simbolicamente, ma in un profondo clima di preghiera, hanno abbracciato la croce e ricevuto un Seme che, piantato deve portate buon frutto.

L’amore è il linguaggio universale che tutti possono comprendere, l’amore di Dio manifestatosi in Gesù sulla croce, è l’unico linguaggio che tutta l’umanità può comprendere.
Bello è il tuo volto, o Cristo, sulla croce, dolce il tuo canto d’amore silenzioso. Tutto il mondo ne è trasfigurato, e solo alla fine , resterà l’Amore.

Aurora Capuano

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