Il coraggio di amare

A S. Angelo in Theodice 16 bambini ricevono la Prima Comunione

L’evento della Pentecoste cambia il cuore e la vita degli apostoli e degli altri discepoli; la pace effusa per mezzo dello Spirito Santo è il dono più prezioso che Cristo offre ai suoi discepoli dopo essere passato attraverso la morte. Dona la pace come aveva promesso, pace che è il frutto della vittoria dell’amore di Dio sul male, è il frutto del perdono. Fu proprio lo spirito di Cristo risorto a scacciare la paura dal cuore  degli apostoli e a spingerli fuori dal Cenacolo per annunciare il Vangelo. Così come gli apostoli, anche noi non dobbiamo avere paura di essere cristiani e di vivere da cristiani, ma dobbiamo avere  questo coraggio: andare ed annunciare Cristo risorto perché lui è la nostra forza, la nostra pace.

Proprio ieri, domenica di Pentecoste, si è celebrato, presso la Chiesa di San Giovanni Battista in Sant’Angelo in Theodice, il sacramento della Prima Comunione per ben 16 bambini. Tutti molto emozionati, genitori e parenti compresi, già a partire dalle ore 10 erano tutti pronti in chiesa per concentrarsi sul grande momento che da lì a poco avrebbero vissuto.

Puntuale alle 11 è iniziata la celebrazione, presieduta dal parroco Don Nello e concelebrata dal viceparroco Don Lorenzo, tutti erano molto composti ed ordinati.

Don Nello nell’omelia ha ricordato come il giorno fosse doppiamente speciale, non soltanto perché quei 16 bambini per la prima volta si accostavano a Gesù, ma proprio perché lo ricevevano nel giorno di Pentecoste, festa in cui si celebra lo Spirito Santo, terza persona della Santissima Trinità, i cui  doni sono fondamentalmente forza e coraggio, la forza di testimoniare il Vangelo in un mondo che ci rema contro, e il coraggio di farlo a viso aperto; un mondo che ci rema contro perché ci abitua alla logica dell’interesse e del guadagno, a fare una scelta solo per ricavarne qualcosa, con l’illusione di ottenere la felicità riempiendo la propria vita. Ma in realtà, ben sottolinea Don Nello, la felicità si ottiene svuotando la propria vita, cioè riconoscendo i doni che il Signore ci ha fatto, prima fra tutti la capacità di amare, e i limiti che il Signore pure ci ha dato, per farci capire che non siamo Dio, perché spesso si cade nella tentazione di credere di essere eterni ed onnipotenti: ciò si supera con il coraggio di ringraziare il Signore per i suoi doni e per i limiti che ci ha dato perché, proprio in virtù di ciò si capisce che non siamo onnipotenti ed eterni. Pertanto si raggiunge la felicità con la gioia nel cuore perché solo amando si raggiunge la felicità, cioè solo svuotandosi, donando l’amore che è stato riversato nei nostri cuori il giorno del Battesimo. Il brano del Vangelo di questa domenica ci ricorda proprio che non si tratta tanto di dare delle cose, ma dare il tempo e noi stessi, la nostra  persona, quello che noi siamo, tempo ed essere; purtroppo siamo in un mondo che ci abitua invece a cose ed avere, ed è sbagliato perché non dobbiamo testimoniare il livello delle cose e dell’avere, ma si deve lavorare sul tempo da donare.

Rivolgendosi ai bambini, che lo stesso parroco afferma essere molto preparati, rivolge la domanda di quale sia per loro il regalo che avrebbero ricevuto in quel giorno e tutti, senza esitare, spontaneamente, e senza formalità preparate, hanno gridato: Gesù, Cristo, che da quel momento in poi sarebbe venuto a depositarsi nel loro cuore. Corpo e Sangue di Cristo, essenziali perché in quel Sacramento  Dio mostra qual è la sua logica, cioè che lui non se ne sta comodo nei cieli, non ci salva da lì sopra, ma si fa un pezzo di pane, accetta nella logica della carità più assoluta, di diventare un pezzo di pane e un sorso di vino per donare completamente se stesso ai bambini che stavano per ricevere la Prima Comunione e a quanti si sarebbero accostati al Sacramento, non guadagnandoci nulla in cambio; l’unico guadagno che ha è donare se stesso per amore nostro. Continuata la celebrazione, animata dal Coro parrocchiale “3D”, con l’emozione nel cuore e visibilmente negli occhi di molti, i sedici bambini, in un completo clima di preghiera, hanno ricevuto Gesù per la prima volta. Terminata la celebrazione Don Nello ha  ringraziato tutti, nessuno escluso, i genitori che hanno accompagnato i bambini nel loro cammino, le catechiste, i collaboratori parrocchiali, il giovane viceparroco, arrivato da poco, Don Lorenzo, e in particolare il giovane Coro, anima pulsante e attiva della comunità. Don Lorenzo ovviamente prendendo la parola ha a sua volta ringraziato il parroco Don Nello per il suo operato.

Con l’invito a fare dono prezioso del Sacramento appena ricevuto, non bisogna mai dimenticare che  nell’amore non c’è guadagno, c’è perdita e solo se si accetta di perdere se stessi allora può guadagnarsi. Chi è capace di donare se stesso per amore allora ha capito tutto.

Aurora Capuano

 

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