“Il Giorno del Bacio” delle due Madonne delle comunità di Castrocielo e Colle San Magno

IL GIORNO DEL BACIO

Un antico culto caratterizza il Lunedì dell’Angelo a Castrocielo: “L’Inchinata” o, più popolarmente, “Il Giorno del Bacio” delle due Madonne delle comunità di Castrocielo e Colle San Magno.

Un evento di profondo significato storico, religioso e sociale che da secoli si ripete su monte Asprano, sui resti di Castrum Coeli, originario insediamento dei due paesi. Sul castello, fondato dall’abate Mansone nel 994 e in seguito conquistato dai conti di Aquino, si sviluppò una vera e propria “universitas” prima che gli abitanti scendessero, causa la penuria di acqua, nei due versanti opposti della montagna per fondare Palazzolo, divenuto poi Castrocielo, nella zona Campo, e Cantalupo, oggi Colle San Magno.

Dai ruderi basta volgere lo sguardo in giù per ammirare la chiesetta romanica di Santa Maria Assunta in Cielo, graziosamente stagliata nell’ azzurro del cielo, intima e solitaria nel verde di una incantevole vallata spesso imbiancata.
La chiesa, madre delle due comunità fino alla metà del 1800, custodiva le reliquie che furono trasportate nel 1601 nella attuale ubicazione del centro storico di Castrocielo e che costituivano motivo di litigio tra le due popolazioni. In memoria della comune origine, Castrocielo e Colle San Magno si ritrovano su monte Asprano ogni anno il Lunedì in Albis in processione con le rispettive madonne che si inchinano e baciano a suggellare la pace ritrovata.

La tradizione vuole che il corteo di Castrocielo arrivi prima di Colle San Magno per non perdere il diritto di precedenza. Ed è per questo che i numerosi devoti si avviano, alle prime ore del mattino, partendo dalla chiesa parrocchiale di Santa Lucia, in processione, con le autorità civili e religiose, per raggiungere la chiesa della Madonna di Castrocielo “scalando” le rocciose balze dell’ “aspro” monte . La statua della Vergine, portata a spalla, viene deposta due volte su grossi massi di pietra detti “posature”, durante il percorso, per il cambio dell’ “ingombrante” corona e per privarla del Bambino allo scopo di preservarne l’ integrità.

Prima di percorrere l’ultimo sentiero il rito del saluto al Santuario della Madonna di Monte Leucio e la restituzione del bambinello e della regale corona a raggiera. All’arrivo in vetta il corteo compie il periplo intorno alla chiesa, secondo una antica usanza forse pagana. Anche il paese di Colle San Magno conserva questa antica tradizione processionale salendo dal versante opposto, più agevole, con la statua, anch’essa venerata con il titolo di Madonna di Castrocielo. Le due comunità si incontrano al confluire delle due vie mulattiere. Qui il solenne momento: l’incantata delle due statue che, inclinate dai portatori sembrano scambiarsi il saluto baciandosi. Un gesto puro, semplice, espressione della ritrovata armonia tra le due comunità. Il momento in cui, forse, riaffiora il campanilismo è durante lo spettacolo dei fuochi d’artificio, un tempo motivo di sfida. Ma gli animi non sono più quelli di una volta e anche i “botti” si svolgono in un clima di pace e serenità. Nel frattempo la popolazione consuma, distesa sulla fresca erbetta di mentuccia, un’abbondante colazione fatta di prodotti tipici pasquali. Purtroppo, sempre più rari sono i venditori di corone di castagne, una volta simbolo della scampagnata pasquale sull’Asprano.

La Madonna di Colle San Magno prosegue l’ ascesa verso la chiesetta, per la santa messa, mentre la processione di Castrocielo si incammina sulla strada del ritorno per far rientro nella parrocchiale, tra gli applausi dei devoti, i canti, il frastuono delle campane e la marcetta della banda musicale. L’Evviva Maria.

Rosalia Di Vito

Foto: Antonio Santamaria e Don Natalino Manna

Categorie: Aquino,Tutte Le Notizie

Tags: ,,