Festa di Don Bosco con il Vescovo Gerardo

A Cassino nella parrocchia di S. Pietro Apostolo

Nella parrocchia di S. Pietro Apostolo a Cassino, retta per lunghi anni dai Salesiani, di cui ha conservato l’impronta, si è voluto festeggiare il Santo dei giovani sabato 30 nella Messa vespertina. In ogni famiglia salesiana il 31 gennaio è una pietra miliare: la festa di Don Bosco è e rimane qualcosa di imprescindibile. A rendere più solenne e partecipata la celebrazione è stata la presenza del vescovo, Mons. Gerardo Antonazzo, il quale ha voluto esserci anche per onorare un debito con Don Fortunato Tamburrini, il parroco, al cui 25° di Sacerdozio non poté partecipare, se non spiritualmente, perché si trovava in Canada.

Alle 18,00 la chiesa era già piena, si provavano i canti, sia per la celebrazione eucaristica che per la tradizionale “cantata a Don Bosco”. C’era fermento, i catechisti e gli animatori salesiani avevano il loro bel da fare con i numerosi bambini del catechismo, i musicisti del gruppo di animazione liturgica come quelli della Banda “Don Bosco Città di Cassino” provavano e sistemavano gli strumenti, la gente continuava ad entrare. I Sacerdoti ed i ministranti schierati sulla porta attendevano il Vescovo, tutto era ormai pronto. All’arrivo di Mons. Antonazzo un grande applauso lo ha accolto con calore e affetto.

Il Vescovo Gerardo ha restituito altrettanto calore affettuoso durante la celebrazione. All’inizio, quasi in un atto penitenziale, alcuni adulti impegnati come Salesiani Cooperatori o catechisti, hanno portato all’altare dei simboli (una chitarra, un pallone, un cartellone sulla misericordia fatto da un gruppo del 1° anno di catechesi per la Cresima, la Parola di Dio), chiedendo perdono per le volte che non hanno saputo educare come Don Bosco. Parlando di Don Bosco, il Vescovo ha raccomandato di pregare perché il Signore mandi Sacerdoti alla nostra Chiesa, perché molti giovani seguano generosamente la sua chiamata. Occorre pregare per questo! Nell’omelia poi, commentando le letture liturgiche, Il Vescovo Gerardo ha fatto notare come nel brano evangelico di Luca (4,21-30), Gesù nella sinagoga di Nazaret suscita prima meraviglia, poi mormorazioni infine sdegno e tentativo di cacciarlo via, perché aveva ricordato che anche nel passato, Dio, più che tra gli israeliti, aveva trovato accoglienza tra i pagani, come la vedova di Sarepta di Sidone o Naamàn il Siro. Così è anche oggi, ha osservato il celebrante, spesso non sono i “praticanti” ma i più lontani, le “periferie”, ad accogliere il Vangelo. Gesù estende la sua misericordia ai lontani, perché la sua misericordia non ha confini. Poi, rifacendosi alla seconda lettura (1Cor 12,31 -13,13), il famoso Inno alla Carità di Paolo, ha sottolineato che la testimonianza di S. Giovanni Bosco è stata la forza dell’amore, che rende significativa la sua vita, perché è stato capace di amare e con l’amore ha saputo educare. Lo diceva sempre: l’educazione è cosa del cuore!. Ha investito l’amore soprattutto tra le persone più escluse ed emarginate, verso i giovani delle categorie sociali più fragili e deboli. L’amore è davvero capace di fare miracoli e amare gli altri significa educare alla misericordia di Dio. Occorre oggi imparare a recuperare il senso forte dell’amore. Se non è così, ha proseguito il Vescovo, la nostra vita non lascerà traccia di bene o non lascerà alcuna traccia. La carità, dice S. Paolo, non passerà, è la più grande di tutte le virtù. Perciò, ha concluso, preghiamo perché possiamo imparare ad amare i nostri fratelli nel modo di Cristo e a motivo di Cristo. Ci aiuti in questo Don Bosco.

Al termine della Celebrazione, il viceparroco Don Tomas, a nome dei ragazzi dell’Oratorio, ha chiesto di fermarsi ancora un po’ in chiesa per ascoltare i canti a Don Bosco che tutti i gruppi avevano preparato. E così i celebranti, tolti i paramenti liturgici, hanno volentieri ascoltato i bambini ed i ragazzi che ce la mettevano tutta per far sentire le loro voci fresche e piene di entusiasmo. Bravissimi e simpatici. Grandi gli applausi, in un’atmosfera di festa gioiosa, tipicamente salesiana. Il vescovo, aiutato da Don Fortunato e Don Tomas, ha distribuito caramelle e sorrisi in quantità a tutti i bambini e non solo…

Certamente Don Bosco dall’alto sorrideva contento. I suoi ragazzi erano stati bravi!

Adriana Letta

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