Età Desideriana – La più felice stagione del Medioevo cassinese

Protagoniste di una ricerca storica le Scuole del territorio

Stamattina, 3 marzo, protagoniste assolute nel teatro Manzoni di Cassino sono state le Scuole del territorio per una manifestazione dal titolo “L’età desideriana”. Un periodo storico dell’XI secolo, dominato dalla figura di un grande Abate di Montecassino, Desiderio, della famiglia dei principi longobardi di Benevento, abate dal 1058 fino al 1086 quando fu eletto Papa e prese il nome di Vittore III, costruttore e cultore delle arti, che incentivò e stimolò una grande renovatio, rinnovando la cultura e l’arte in ogni settore. Aveva intorno a sé amici che erano i più importanti intellettuali dell’epoca, a lui si deve la grande fioritura intellettuale ed artistica, a lui un ruolo politico-diplomatico significativo sia nello spianare le relazioni fra papato e Normanni sia nel mantenere buoni rapporti con l’imperatore bizantino, malgrado lo scisma del 1054; a lui si deve la costruzione della grande basilica di Montecassino che papa Alessandro II consacrò, il 1° ottobre 1070, con una grandiosa cerimonia (ancora oggi il 1° ottobre rimane come il giorno in cui si festeggia la Dedicazione della Basilica di Montecassino, rifacendosi a quella data storica, non alla nuova consacrazione fatta da papa Paolo VI nel 1964, dopo la ricostruzione postbellica); una basilica per la quale operò precise scelte artistiche in materia di iconografia, tecnica e stile; utilizzò colonne, capitelli e marmi romani che si fece donare o comprò, fece venire da Costantinopoli artisti specializzati nell’arte del mosaico parietale e pavimentale promuovendo così la diffusione di influssi bizantini in Occidente.

Un’età ricca e complessa, dunque, che dimostra come il Medioevo sia tutt’altro che un periodo buio, anzi fu pieno di fermenti di rinnovamento e di ricerca. Di tutto questo ben 14 Scuole hanno fatto oggetto di studio con risultati che hanno potuto mettere in mostra, rappresentare, illustrare come conclusione pubblica di tanto lavoro svolto per tale progetto di ricerca storica. Già nell’atrio del teatro erano esposti tanti elaborati molto interessanti, quadri, pannelli, plastici, che attiravano l’attenzione dei visitatori. Particolarmente soddisfatta si è dichiarata la prof.ssa Giulia Orofino, Ordinario di Storia dell’Arte medievale e Delegata alla Diffusione della Cultura e della Conoscenza dell’Università di Cassino e del Lazio meridionale, che da decenni si occupa appunto di questa età desideriana, così preziosa e ricca, dei suoi codici manoscritti e delle sue miniature.

Dopo il saluto iniziale dell’Abate di Montecassino Ogliari, l’ideatrice e coordinatrice del progetto prof.ssa Antonietta De Luca, Direttrice del Corteo Storico “Terra Sancti Benedicti”, ha spiegato il modo in cui il progetto è stato affidato per singole parti o aspetti alle diverse scuole, in modo che ognuna si occupasse dell’aspetto più vicino al carattere specifico del proprio indirizzo di studi e alla fine venisse fuori un affresco il più completo e sfaccettato possibile. Ha ricordato che quest’anno, poiché il giorno 21, festa di San Benedetto, capita nella Settimana Santa, cuore dell’anno liturgico, si è deciso di non celebrare le feste come negli scorsi anni, neppure la “Fiera del Santo Patrono” o mercatino medievale, che impegnava ogni scuola a ricostruire ed allestire una “bottega” artigiana medievale nel chiostro del Palazzo Badiale.

I presentatori, Gaetano Franzese e Francesca Fabozzi, hanno dato il via alla carrellata dei lavori: opere figurative, drammatizzazioni, presentazioni multimediali. I ragazzi, molto ben guidati dai loro docenti, hanno parlato delle vicende storiche, del “personaggio” Desiderio, degli intellettuali suoi amici, di colui che ci ha lasciato la cronaca dell’edificazione della Basilica, Leone Marsicano o Ostiense, delle opere di ingegneria, dell’accoglienza degli ospiti e della sapienza medico-infermieristica benedettina, della condizione degli agricoltori, dello scriptorium, della nascita del Volgare come lingua scritta, dei mosaici, delle vesti e dei paramenti liturgici, dei trasporti, dei vari tipi di scrittura e delle miniature… A questo proposito, mirabile davvero è stato il lavoro degli studenti del Liceo Artistico, che hanno realizzato a mano una copia di un Exultet, rotolo liturgico che il diacono leggeva per annunciare la Pasqua srotolandolo via via, scritto e miniato in modo che le immagini fossero rivolte al pubblico dei fedeli che così potevano capire meglio. Un piccolo grande capolavoro.

In verità bisognerebbe nominare tutti, perché tutti i lavori sono stati davvero interessanti e lodevoli e meritano un plauso particolare. La manifestazione è stato il degno coronamento di tanto impegno scolastico, ennesimo segno che i ragazzi sanno dare risultati straordinari se si forniscono loro stimoli e strumenti adatti. Un lavoro che ha il merito di aver portato giovani e giovanissimi a prendere conoscenza e coscienza delle loro radici profonde, della loro identità culturale, del loro passato e, quindi, a guardare meglio al loro futuro.

Adriana Letta

 

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