Dare al prossimo “qualcosa di me” e non “qualcosa di mio”

L’esaltazione della Croce presso la Chiesa di S. Spirito – Sora

Il giorno 14 settembre, nella chiesa di S. Spirito in Sora, S.E. Mons. Gerardo Antonazzo con i sacerdoti don Bruno Antonellis, don Giovanni De Ciantis e don William Di Cicco, ha celebrato la festa dell’Esaltazione della Croce.

Alla funzione hanno partecipato molti fedeli insieme alla Confraternita dell’Addolorata che, insieme al loro instancabile e prezioso priore Tommaso Evangelista, curano da sempre le festività legate alla nostra “Mater Dolorosa”. Ed è proprio alla vigilia di quest’ultima ricorrenza che il nostro vescovo ha scelto di presentare la comunità di suore Missionarie della Fede che coordineranno il Centro sorano di Villa Angelina e collaboreranno proprio con la chiesa di S.Spirito per la promozione vocazionale, per i momenti di adorazione e per il servizio di ascolto.

Durante la celebrazione, animata dal coro giovanile “S. Spirito”, S.E. Gerardo Antonazzo ha dato vari spunti di riflessione proprio sul forte simbolo della Croce, che da strumento di morte e sofferenza, con il sacrificio di Gesù Cristo, ha mutato segno, divenendo “la forma più sublime dell’Amore”.

Ma perché Dio ha scelto proprio la croce per salvarci? Non poteva compiere scelte diverse senza spargimento di sangue? La risposta è proprio nella preghiera della Colletta della liturgia del giorno:

“O Padre, che hai voluto salvare gli uomini

con la Croce del Cristo tuo Figlio,

concedi a noi che abbiamo conosciuto in terra

il suo mistero di amore,

di godere in cielo i frutti della sua redenzione”.

Il motivo di questa scelta è quindi solo l’Amore; “se l’amore infatti – ci ricorda il nostro pastore- non passa attraverso «noi stessi», non è amore vero, non è un amore che si impegna”.

La Croce non ci deve solo salvare ma anche e soprattutto convertire spingendoci

a dare al prossimo “qualcosa di me” e non “di mio”.

 

Marianna Polsinelli

 

Foto Giulia D’Ovidio

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