Cassino rinnova il suo affidamento filiale all’Assunta

Solenne e partecipata la Processione in onore dell’Assunta nel giorno a Lei dedicato. La Città di Cassino, che l’ha scelta come Patrona, ha ancora una volta tributato alla Vergine Maria Assunta in cielo tutto il suo affetto, la sua gratitudine e la sua proverbiale devozione. Alle 19,30, al termine della Celebrazione Eucaristica, la Processione, presieduta dal Vescovo diocesano Mons. Gerardo Antonazzo, ha preso il via dalla Chiesa Madre percorrendo le vie della città, scongiurato il temuto pericolo di pioggia. Presenti le autorità civili e militari ed una grande folla di fedeli, il corteo ha pregato meditando i misteri della Luce del Rosario, inframmezzati da canti guidati dalla Corale parrocchiale e da brani musicali eseguiti dalla Banda Città di S. Giorgio a Liri Regione Lazio.

Delle varie soste, necessarie ai portatori della pesante statua, tre sono state dedicate. La prima è stata in Corso della Repubblica davanti alla Scuola “S. Maria delle Grazie” delle Suore Stigmatine, e lì il Vescovo ha chiesto alla Madonna una speciale benedizione per i bambini ed i ragazzi e per coloro che lavorano alla loro formazione ed educazione, rivolgendo uno speciale pensiero di gratitudine e riconoscimento alla Scuola cattolica, che da sempre si dedica con particolare impegno all’educazione delle giovani generazioni.

La seconda sosta, davanti alla Casa di Cura “Villa Serena”, da dove pazienti e personale sanitario si erano affacciati, ha visto il Vescovo rivolgere una preghiera alla Vergine Maria perché Lei, come Madre misericordiosa, si prenda cura di tutte le persone provate dalla malattia, dalla sofferenza e dalla fragilità umana soprattutto quando è segnata dal dolore. Chiediamo adesso al Signore, ha proseguito, attraverso la mediazione di Maria, di avere cura di coloro che implorano la salute del corpo insieme a una guarigione e a una conversione dell’anima e del cuore, perché la volontà di Dio possa ascoltare la preghiera di Maria che si prende cura di noi e portare il beneficio sperato a quanti la invocano con profonda fede e affidamento filiale.

Infine la terza sosta è stata fatta vicino al palazzo comunale, dove Antonazzo ha ricordato “tutte le istituzioni civili e militari che presiedono la cura del bene pubblico della nostra comunità e della nostra città di Cassino”. Preghiamo, ha suggerito, perché nello svolgimento delle loro pubbliche funzioni, abbiano sempre a cuore il progresso morale e civile di tanti nostri fratelli e sorelle, dell’intera comunità, con un occhio di particolare cura e predilezione per i più poveri, per coloro che vivono maggiormente la stagione della crisi, delle difficoltà, delle solitudini e anche delle tante forme di povertà.

Quando, al termine del percorso, la processione è giunta sul sagrato della Chiesa Madre, la statua dell’Assunta, insieme a quella del Gesù Bambino, sono state posizionate nel centro della piazza, mentre Mons. Antonazzo, insieme al parroco, ai presbiteri e ai ministranti, è salito sulla loggia del palazzo di curia, da dove in un breve intervento, ha concluso i festeggiamenti in onore dell’Assunta. Ha ricordato Maria come creatura, pellegrina e compagna di viaggio in terra e protettrice dal cielo, la Vergine Maria di Nazareth, che oggi veneriamo nella gloria del cielo. La nostra gratitudine va al Signore perché non fa mancare nulla dei beni spirituali, soprattutto della mediazione della Vergine Maria e dei Santi perché la nostra vita cristiana abbia dei punti di riferimento e modelli da imitare.  E’ bello per noi lodare il Signore per Maria, ha continuato, di cui non ci stancheremo mai di dire tutte le lodi possibili, rimarrebbe sempre poca cosa rispetto alla sua grandezza, ma “il cuore con la pochezza e povertà delle parole può rivolgersi totalmente a Colei che custodisce la vita di ciascuno di noi perché è Madre”. Vogliamo anche lodare il Signore per  la regalità di Maria, la sublimità della sua mediazione su ciascuno di noi. Ricordando i versi di Dante che definisce la Madre di Dio “umile ed alta più che creatura“, Antonazzo ha osservato che noi cantiamo la grandezza della sua regalità e “lo abbiamo fatto ieri con rinnovato affetto nell’Incoronazione”, perché è Madre e Regina. Mi sembra – ha aggiunto – che questa sera Ella voglia ricambiare il gesto della Incoronazione, volendo essere lei a incoronare noi. Ma non con una corona che esprima potere,  prepotenza, arroganza, orgoglio, questo non serve per il nostro vivere sociale e cristiano. La corona che oggi Maria dona sul nostro capo è l’umiltà, il terreno, humus, su cui possono fiorire le rinnovate virtù di ogni creatura. L’umiltà è la forza dei credenti, della chiesa, è la fecondità del cuore.

“E la consegna che io, nel nome di Maria, voglio fare a voi è l’umiltà”, ha scandito con forza il Vescovo Gerardo, l’umiltà dell’ascolto, del raccoglimento che sa custodire le parole di Dio, della pazienza, del rispetto delle norme civili, morali, del vangelo. A volte pensiamo di essere capaci di ogni cosa senza Dio. Ma diceva Benedetto XVI: ” Se scompare l’amore per Dio scompare l’uomo”. Portiamo con noi la corona dell’umiltà che Maria ci dona, portiamola anche nel segno dell’obbedienza, che non ci rende schiavi, ma servi del suo amore. L’umiltà fatta di gesti semplici, un sorriso, una carezza, una mano sulla spalla… Questa umiltà ci farà crescere nella regalità.

Con questa “consegna” della corona dell’umiltà, il Vescovo ha impartito la benedizione finale, dopo uno speciale “omaggio a Maria”, consistente nel canto dell’Ave Maria eseguito da tre voci femminili accompagnate dalla Banda. Infine è “scoppiata” la festa con un bellissimo spettacolo sul posto di fuochi d’artificio. Infine le statue sono rientrate in chiesa e al termine del posizionamento, un’altra festosa “esplosione” di coriandoli bianchi.

– Adriana Letta

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