Cassino ricorda la sua distruzione

15 marzo: Cerimonia davanti al Monumento ai Caduti, per ricordare, per tramandare alle nuove generazioni, per costruire la Pace

Cassino ricorda. Il 15 marzo è un giorno che non si può dimenticare, perché in questa data, 74 anni fa, la città seguì la stessa sorte che l’abbazia aveva avuto giusto un mese prima e fu rasa al suolo dai bombardamenti alleati. Una rovina totale delle cose, perché della città restavano solo macerie, acquitrini e malaria, e delle famiglie, tutte colpite da lutti laceranti e sofferenze inenarrabili e private di ogni cosa necessaria, restavano brandelli. Per ricordare tutto ciò la mattina in piazza De Gasperi, davanti al Municipio, si è tenuta l’annuale cerimonia commemorativa, semplice ma intensa e toccante.

Erano presenti come spettatori gli alunni di molte scuole della città, accompagnati dai Docenti e dai Dirigenti, e cittadini di ogni età. All’inizio le associazioni di Combattenti e Reduci e d’Arma, dopo aver sfilato, hanno preso posto nella piazza, come pure l’Amministrazione comunale, le autorità militari e quelle religiose, il Vescovo diocesano Gerardo Antonazzo e D. Luigi Maria Di Bussolo in rappresentanza dell’abbazia di Montecassino; infine è entrato il Gonfalone di Cassino, decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare, cui i militari presenti hanno reso gli onori.

L’Inno degli Italiani è risuonato a segnare l’inizio, mentre tre militari facevano l’alzabandiera. Poi il Sindaco Carlo Maria D’Alessandro, insieme al Comandante del Reggimento Roma di stanza a Cassino, hanno portato e deposto al Monumento ai Caduti una corona di alloro, cui è seguito un momento di silenzio solenne.

E’ stata poi la volta di una breve ma intensa liturgia della Parola, presieduta dal Vescovo diocesano Mons. Gerardo Antonazzo, il quale ha citato un discorso di Papa Francesco che induce a costruire la Pace, a farsi “artigiani della Pace”, poi ha guidato la recita di un Padre Nostro con un pensiero speciale per i Caduti e impartito la benedizione finale.

Un discorso sentito e propositivo è venuto dal Primo Cittadino, che, dopo aver ricordato la vicenda bellica che ha distrutto la città di Cassino, e sottolineato la forza d’animo e il coraggio dei sopravvissuti – uomini e donne – che, tornati si sono rimboccati le maniche per la ricostruzione della città,  si è rivolto ai ragazzi delle scuole presenti ed ha parlato loro nominando gli autori più conosciuti che nei loro libri hanno raccontato i tragici fatti a cui hanno assistito ed ha scelto di leggere un breve, commovente passo di Francesco Gigante, tratto da “Cassino brucia, noi c’eravamo”. Ha aggiunto che questa lettura di brani di libri sulla storia di Cassino la farà ogni anno per stimolare la conoscenza dei ragazzi che studiano a Cassino, ed ha chiesto la collaborazione dei Dirigenti scolastici e dei Docenti, perché la consapevolezza di quanto successo sia tramandata ai giovani. E’ stata data lettura anche della motivazione della assegnazione della medaglia d’Oro al Valor Militare alla Città di Cassino.

Finita la cerimonia, uscite dalla piazza le rappresentanze ufficiali, mentre le scolaresche defluivano e altri si trattenevano nei saluti, qualcuno ha notato un’altra commemorazione, tutta privata, senza discorsi, ma molto eloquente: una signora, sola, era ferma, quasi sull’attenti, davanti al Muro del Martirologio, facente parte del Monumento ai Caduti e che riporta l’elenco completo dei Caduti accertati, un elenco lunghissimo. Lei era lì, leggeva, guardava, forse pregava, sicuramente commemorava più e meglio di tutti, perché quei nomi non erano per lei anonime sequenze di lettere, ma memorie, persone conosciute, familiari, storie vere, troncate dalla follia della guerra. Una commemorazione dentro la commemorazione, toccante.

Cassino ricorda, vuole ricordare, deve ricordare il passato, proprio per poter costruire un futuro di pace. Non per niente Cassino, detta Città Martire, si è anche costituita come Città della Pace e vuole essere esempio nel mondo, per scongiurare altre guerre e distruzioni e ricercare piuttosto la solidarietà e la fratellanza tra i popoli.

Adriana Letta

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