Carenza di medici non obiettori?

Garantire la “completa applicazione” della Legge 194? Ma siamo proprio sicuri?

 Riportiamo l’articolo, in forma di lettera al Direttore, sul discusso caso del concorso indetto dall’Ospedale San Camillo di Roma solo per medici non obiettori, che Lino De Angelis, del CAV di Cassino, ha pubblicato lo scorso venerdì 24 febbraio sui quotidiani L’Inchiesta e La Croce

“Caro Direttore,

dopo aver letto le dichiarazioni del Presidente Zingaretti, della deputata del PD Ileana Piazzoni e della Presidente della Commissione Sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi, la prima spontanea reazione è stata, avendone la possibilità pratica, quella di consigliare loro una serena e meditata lettura della legge 194 che si intitola «Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza».

Fin dal titolo non sarebbe difficile per i “nostri tre” capire che la norma pone al primo posto la tutela della maternità. Infatti, di interruzione di gravidanza (diciamolo chiaramente: di aborto) si comincia a parlare solo dall’art. 4. Prima del quarto, però, ci sono il primo ed il secondo, che i nostri dimostrano di non conoscere affatto o, meglio, di voler volontariamente ignorare e, probabilmente, di voler volentieri cancellare.

Ma quei due articoli ci sono ed allora, forse, chi si pone il problema di “garantire la piena applicazione della legge” e si fa scrupolo di applicarla “nella sua interezza” (Zingaretti); chi sostiene che l’attuale situazione “mette a rischio in buona parte del Paese l’attuazione concreta della legge” (Piazzoni); chi, giustamente, sostiene che “Rispondere al dettato della legge è dovere di tutti” (De Biasi) dovrebbe prima di ogni cosa operare perché sia concretamente applicato, ed in tutto il Paese, il dettato di quei due articoli.

Forse, Direttore, è opportuno riportarli quei due articoli, cosicché i lettori possano rendersi conto delle gravi e colpevoli inadempienze in merito alla loro applicazione.

E, allora, eccoli: Art. 1: «… Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite».

Art. 2: «I consultori familiari … assistono la donna in stato di gravidanza:

  1. a) informandola sui diritti a lei spettanti in base alla legislazione statale e regionale, e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio;
  2. b) informandola sulle modalità idonee a ottenere il rispetto delle norme della legislazione sul lavoro a tutela della gestante;
  3. c) attuando direttamente o proponendo all’ente locale competente o alle strutture sociali operanti nel territorio speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità creino problemi per risolvere i quali risultino inadeguati i normali interventi di cui alla lettera a);
  4. d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza. I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita. …».

Dica, onestamente, il Presidente Zingaretti cosa fanno Stato, Regioni, Consultori, Comuni «per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite»?, quali concrete positive proposte vengono fatte alle donne che si rivolgono ai Consultori o ai Servizi Sociali «quando la gravidanza o la maternità creano problemi per risolvere i quali risultano inadeguati i normali interventi»?, in che modo i predetti Enti si adoperano per «far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza»?

Direttore, vuoi una risposta ai tre quesiti? Assolutamente niente, se non rilasciare la documentazione per prenotare l’aborto.

Nel Lazio sono operanti ben 22 Centri di Aiuto alla Vita ed altrettanti Movimenti. Ebbene, quante «convenzioni», credi, siano operanti tra ASL e CAV perché i tanti Consultori del territorio possano «avvalersi» della professionalità e della decennale esperienza delle centinaia di operatori che spendono il loro tempo in favore della vita concepita e si adoperano per prevenire l’aborto? Risposta: una sola e per lo più ignorata.

Se il Presidente Zingaretti, o chi per lui, si dedicasse di più per l’attuazione dei primi due articoli della legge, forse, potrebbe diminuire la richiesta di aborto, come i positivi risultati conseguiti per l’opera posta in atto dai Centri di Aiuto alla Vita dimostrano. Che ne dici?

Ma, Direttore, è d’obbligo sfatare altri due miti. Il primo: quello da molti reclamato e citato anche dalla deputata Piazzoni, cioè il «diritto delle donne all’interruzione volontaria della gravidanza». Tutti dovrebbero sapere, se, appunto, conoscessero la legge 194, che quel «diritto» semplicemente non esiste; il secondo è quello della carenza di medici non obiettori. È una leggenda. Infatti, financo le statistiche del Ministero della Salute lo certificano e con i numeri alla mano. Dalla Relazione al Parlamento sull’applicazione della legge 194 si evince che nel 2014 ogni medico non obiettore ha eseguito, in media, 1,6 aborti a settimana. Ti sembra che possa, ancor oggi, sostenersi la necessità di altri medici non obiettori, tenuto conto che nel 2014 sono stati eseguiti 95.535 aborti e nel 2015, invece, 87.639? La risposta potrebbe essere sì solo se si avesse l’assurda pretesa di poter abortire magari sotto casa. Ma in tal caso Zingaretti dovrebbe prima preoccuparsi di assicurare una decente sanità in tutta la Regione, mentre ogni giorno leggiamo sui giornali e vediamo in televisione a cosa è ridotta la sanità nel Lazio, specialmente  dopo che sono stati eliminati nelle strutture ospedaliere periferiche anche molti servizi essenziali.

E allora, Presidente, da dove vuole cominciare per dare ai cittadini del Lazio un degno servizio sanitario, dopo aver dimostrato e ribadito che quella dei medici non obiettori non è affatto una priorità?”.

Lino De Angelis – www.centrodiaiutoallavitadicassino.it

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