Ascolta

 

 

Gesù dopo ogni insegnamento usava dire: “Chi ha orecchi per intendere intenda!”. Che cosa voleva significare?

Certamente un richiamo a vedere le cose in maniera nuova. L’ “intendere” è dunque importante nella nostra vita: intendere ciò che si è, che si è stati e che si vuole essere, intendere se stessi e gli altri. Emerge con chiarezza dalle parole di Gesù l’idea che non tutti sanno farlo. Si intende veramente quando si arriva a una comprensione chiara e profonda di quello che l’Altro ci vuole comunicare. Per far questo è necessario saper ascoltare.

“L’ascolto è una virtù”, scriveva Goethe, mentre il parlare è un bisogno della mente che non tace mai. Parliamo sempre! Quando siamo da soli o con gli altri, quando siamo svegli o dormiamo. Parliamo di come vediamo le cose, di come sono o dovrebbero essere, di com’erano una volta o di come saranno in futuro. La nostra mente è spesso affollata di pensieri negativi che la disturbano e la agitano fino allo sfinimento. A volte ci sembra di non riuscire a fermare la nostra mente che pensa sempre brutte cose.

Apprendere l’ascolto presuppone inevitabilmente l’aver imparato, prima, il silenzio. Per chi è incapace di rimanere in tale condizione, è improponibile l’esperienza del vero ascolto. Sarebbe come pretendere di udire uno stormire di foglie durante un temporale. Il rumore c’è, tuttavia è reso impercettibile da un fragore più grande. Sarà necessario attendere che si plachi lentamente la tempesta per scoprire quello che sembrava inesistente poco tempo prima. Solo nella quiete del silenzio è possibile ascoltare suoni e rumori, musiche e parole che danno voce ed espressione a ciò che c’è già dentro ognuno di noi, ne siamo consapevoli o no.
 
La parola “ascolto” (dal latino auscultare, da auris, “orecchio”, e quindi “porgere l’orecchio”) ci svela quanto sia importante prestare molta attenzione a ciò che si sta udendo. Un ascolto distratto o superficiale non può condurre a una comprensione profonda.
Ascoltare è anche obbedire (dal latino ob-audire,  “ascoltare chi si ha davanti”). “Ascolta quello che ti dico!” , dice il genitore al figlio, oppure: “Fa’ ciò che ti dico!”, cioè: “Fidati di me!”. Un figlio ascolta le parole del genitore quando si fida di lui e della bontà del suo insegnamento. La convinzione che una cosa sia buona e giusta diviene per la persona una verità. Si può dire che ogni uomo abbia le sue verità o la sua religione costituita dal sistema di credenze e di valori personali cui si riferisce più o meno consapevolmente e che ne determinano il pensare, il sentire e l’agire.

Su un piano metodologico, Gesù non propone nulla di soprannaturale o fuori della portata umana. Saper ascoltare non è certamente facile, tuttavia si può imparare partendo dall’ascolto di sé e del proprio mondo interno, per scoprirsi e conoscersi. Ascoltarsi è essere se stessi e agire secondo se stessi, indipendentemente dal fatto che ci si possa piacere o no. La persona depressa, ad esempio, non si piace e non si ama, ma non smette di ascoltare il suo dialogo interno negativo, secondo il quale non possiede alcun valore ed è indegna dell’amore altrui. Mediante l’ascolto di noi stessi comprendiamo le visioni del mondo che ci siamo costruiti nelle diverse circostanze della vita: ascoltarle è darsi l’opportunità di una più intima conoscenza di se stessi.
L’uomo saggio ha imparato a conoscere tramite un ascolto profondo (di sé e dell’Altro!) e per questo è divenuto consapevole. Egli sa ciò che pensa e perché, e ciò che prova, poiché riesce a toccare i propri sentimenti più nascosti.

L’ascolto di sé si completa con quello dell’Altro. Quest’ultimo è sempre con me sin dal mio concepimento e, se saprò ascoltarlo, mi farà un dono d’inestimabile valore: la conoscenza dell’uomo. Ciascuno ha un proprio modo di essere, di pensare e di emozionarsi e che cosa può esserci di più bello al mondo che la varietà? Saremmo più contenti, forse, nello scoprirci abitanti di un pianeta di esseri tutti uguali? Non penso ci sia qualcuno che lo desideri.

Il “prossimo” che incontriamo ogni giorno ha sempre una verità da rivelarci, ed essa si trova in fondo, negli strati più interni, come l’acqua piovana che penetra la superficie della terra e si raccoglie nelle sue profondità in fiumi, che poi scorrono verso il mare. È la verità di un solo uomo e forse di tutti.

C’è una verità in tutte le cose del mondo in cui ci imbattiamo ogni giorno e anch’essa richiede l’ascolto: è la verità del sole che splende instancabilmente e della pioggia autunnale che irrora la terra, della dolce rosa che sboccia ad aprile e del fico adorno che annuncia l’estate. L’ascolto è guardare in ampiezza e in profondità alle cose per scoprirne l’essenza,  la verità nascosta, che è sempre, o quasi, impalpabilmente sottile, dentro e fuori di noi, e che, come dice Gesù, è l’unica in grado di rendere veramente libero l’uomo.

 

Angela Taglialatela

Articolo Scritto per il Sinodo dei Giovani 2018 per la piattaforma Giovani&Chiesa

https://www.centroorientamentopastorale.it/Giovani_e_Chiesa/

 

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