Orientamenti e sperimentazioni pastorali

L’accordo tra la Diocesi ed il Centro di Orientamento Pastorale (COP)

Un accordo di cooperazione al fine di orientamenti, programmi di ricerca, conferenze, convegni ed altri percorsi di sperimentazione pastorali.

Il 3 aprile alle ore 16.30, presso la sede del COP in via Aurelia 481 in Roma, si sono incontrati per la firma d’intesa, il vescovo Domenico Sigalini (ordinario della diocesi di Palestrina e Presidente del Cop) ed il vescovo Gerardo Antonazzo (ordinario della diocesi di Sora–Cassino–Aquino–Pontecorvo). Unitamente ai due vescovi a seguire concretamente questo progetto di collaborazione sono don Antonio Mastrantuono e il dott. Fortunato Ammendolia, per il Cop, mentre don Domenico Buffone e l’ing. Riccardo Petricca sono delegati per la Diocesi sorana. Come si legge nel documento, l’accordo ha l’intento di instaurare e consolidare relazioni finalizzate agli orientamenti, alla ricerca e alla sperimentazione pastorale con particolare attenzione al Magistero pontificio, alle scienze umane e tecniche (tecnica come ambiente). Concretamente, ci si avvarrà dell’innovativo strumento che è “Pastorale Digitale”, realtà già avviata e in crescita nella Diocesi.

L’esperienza di Pastorale Digitale, che va inserita nel quadro più ampio della pastorale per le Comunicazioni Sociali, definita secondo il linguaggio di Firenze 2015 è un “uscire”, “annunciare”, “abitare”, “evangelizzare” e “trasfigurare” della Chiesa nel web: ciò contribuisce a un’azione trasversale tra le macro aree della pastorale tradizionale, note come catechesi, liturgia e carità. Da una pastorale di settore al camminare insieme (sinodalità), quindi. L’accordo vedrà l’applicazione primaria in ambiti come iniziazione cristiana, famiglia, dialogo interculturare ed ecumenismo, religiosità popolare.

Proprio la Pastorale digitale può far crescere la “sensibilità ecclesiale” e “potenziare la rete di comunione della diocesi”. Ne è convinto il vescovo Antonazzo che ha riconosciuto in essa non solo un formidabile strumento di pastorale integrata ma anche una promozione per vivere in modo “meno faticoso” l’accorpamento alla diocesi, avvenuto poco più di due anni fa, del territorio precedentemente appartenente all’abbazia territoriale di Montecassino. Il digitale «ha favorito sia il processo di conoscenza delle varie realtà, sia da parte delle singole parrocchie della vita della diocesi». «A noi – ha precisato il vescovo – non interessa mettere in rete, ma mettere in comunione attraverso la rete». «Questa è la direzione giusta» ha rimarcato il vescovo Antonazzo, dal momento che «stare fuori dal digitale significa stare fuori dalla storia». Piuttosto, «il problema è come starci dentro da cristiani, come Chiesa, veicolando su Internet contenuti belli e significativi». Stando sempre attenti, ha concluso, a evitare di spersonalizzare la pastorale digitale, ricordando quanto dice la Dei Verbum, ovvero che con la Rivelazione Dio invisibile nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici.

Alessandro Rea

Foto Riccardo Petricca

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Categorie: Redazione,Tutte Le Notizie,Vescovo

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