8 Novembre 2018 – Commento al Vangelo

Giovedì – 31ª settimana del Tempo Ordinario (Lc 15,1-10)

Parola del giorno: vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

 

A chi parla qui Gesù?
Se ascoltiamo queste sue parole come indirizzate ad altri,
magari agli scribi, ai farisei o alla gente del suo tempo,
non assaporeremo mai la gioia qui annunciata.
Forse potremo anche sentirci appagati
se cresce in noi il desiderio di pregare per i peccatori,
soprattutto per quelli più incalliti
che con Gesù non vogliono averci a che fare,
chissà in quale parte della terra.
Ma perché quella gioia possiamo ancora più sentirla nostra
forse faremo bene a pensare che la pecora cercata dal pastore,
o la moneta ritrovata dalla donna,
che condivide la festa con le amiche e le vicine,
non solo non sono a noi lontane,
ma potremmo anche capire che siamo proprio noi;
non tanto per le fragilità, ma ancor più
per i nostri capriccetti, egoismi e ribellioni
per cui lo smarrimento accade e di frequente.
Con Dio faremmo bene a non giocare troppo a nascondino,
se vogliamo gustare già da ora un po’ di quella gioia.

 

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